lunedì 6 aprile 2020

IL TESTAMENTO DI VITA





UN TESTAMENTO DI VITA

"Come cambiano le cose quando una persona che faceva parte della tua vita non era mai stata presente come avrebbe dovuto, dove tra noi ci sono state situazioni brutte, cose dette che non si dovevano neanche pensare.
Dove tu hai cercato invano un rapporto e non hai trovato nulla, perché apparentemente non c'era niente da quella parte.
Quando poi una persona così scompare per sempre, tornano a galla tutti i ricordi e le mancanze e ti ritrovi come un orfano che cerca di trovare un qualcosa che non ti faccia sentire come fossi nato da un luogo buio senza niente.
A volte il nulla è pieno di cose lasciate andare, non dette, non vissute e il non aver mai detto papà perché non ci riuscivi proprio.
Ed ora?
Ora lo dici quando ormai è tardi, quando ormai sei quasi vecchio anche tu, quando non c'è più una persona come lui a cui dire tante cose e chiarire, non c'era stato neanche lo spazio in tutti questi decenni.
Peccato per me ma peccato per lui.
Aver avuto una madre eccezionale ed una sorella stupenda perse troppo presto, fa sentire ancora di più la mancanza della sua presenza o vicinanza.
Tra noi ci sarebbero state cose bellissime se tu lo avessi voluto:
corse, giochi, insegnamenti, consigli, affetto...
Non eri in grado di darli mentre io morivo assetato di questo ed ancor di più quando vedevo gli altri padri con i loro figli così uniti.
Ormai...
Restano ricordi e i non ricordi, sbagli ed errori ne più rimediabili ne più da chiarire...
Cose che ci avevano allontanato molto e che in questo momento non so dove siano finite.
Perdonare? Dimenticare?
Sono solo parole inutili, insensate perché non hanno più motivo di esistere...
Rancore, odio, rabbia sparite come in un incanto (e me lo dicevano alcune persone che ci erano passare e non è neanche il richiamo di sangue od altro) nonostante tutto.
Sarò un uomo che con le sue esperienza ha cambiato il suo modo di pensare, forse una maturità che preannuncia un'età del non ritorno ma a sessant'anni non puoi più provare risentimenti o altro, soprattutto se chi non c'è più ha mancato di esserci, perché lui era così.
Non ho avuto un padre eccezionale come due miei cugini, non ho avuto un abbraccio come le mie cugine dal loro papà che era protettivo.
Non so se ora mi manca tutto questo oppure ho talmente accettato quello che ha "offerto" comprese alcune nostre scelte nella vita, che sembra non importi più.
Forse dentro c'è una pietà ed una tristezza non per me, ma per lui: aveva l'amore attorno ma non l'ha saputo cogliere e se n'è andato da solo, senza nessuno in quel cimitero ma non per colpa mia perché non ho voluto esserci, ma perché non ho potuto essendo lontano con costrizioni dettate da ovvi motivi.
Si muore soli, sempre, ma se prima di andarsene qualcuno fosse vicino in quel momento, potrebbe dire, chiarire, parlare e forse un abbraccio avrebbe suggellato quel perdono o quel dimenticare.
Ma in questo caso non c'è stato e stranamente non c'erano stati neanche con mamma e Francesca, perse in momenti in cui non c'ero e non avevamo potuto più dirci nulla.
Ho sempre sentito come se non avessi mai avuto da loro tre un'ultima parola e forse (fortunatamente) è stato un bene non vederli partire, sarebbe stato troppo doloroso per me.
Eppure ora che della mia famiglia non c'è più nessuno se non io, mi chiedo se tutto questo sia stato un sogno.
Se davvero ho vissuto tutto ciò oppure si era trattato solo di un cattivo sogno.
Foto, lettere, ricordi ecco ciò che rimane come memoria, cercherò di farne un buon uso finché anche io ci sarò"

GP.