giovedì 31 ottobre 2019

UN SOFFIO LEGGERO




UN SOFFIO LEGGERO

Ero disteso sull'erba con gli occhi chiusi, sentivo il profumo dell'autunno arrivare nonostante fossimo ai primi di settembre. Ero lì in quel prato disteso su una coperta sopra l'erba, avevamo appena stuzzicato qualcosa quando avevo sentito il bisogno di distendermi e godermi l'azzurro tenue del cielo solcato di nuvole bianche, il profumo di alcuni fiori giungevano alle mie narici ed avevo sorriso a quella sensazione. all'improvviso un soffio leggero, un alito di qualcosa aveva colpito il mio volto.
Avevo aperto gli occhi ed una nuvoletta di semi di quel fiore così delicato, mi avevano colpito il volto.
Il sorriso di Mauro era su di me, aveva preso il fiore e soffiato davanti alla mia faccia, forse la mia espressione di sorpresa lo aveva fatto divertire.
Due giorni prima avevamo deciso, lui ed io di passare una giornata nella campagna poco distante, un po' per trascorrere il tempo insieme in un posto non stressante come la grande città, un po' perché Mauro aveva bisogno di parlare ancora della fine della sua storia con Silvia.
Con la moto eravamo giunti un paio d'ore prima in questa radura stupenda da dove si poteva vedere la città da lontano, il laghetto dei pescatori poco più sotto e quel bosco di betulle dietro di noi. Il profumo di fiori e di erba, qualche insetto svolazzante qua e là, un nitrito lontano e quel cielo azzurro incredibile erano la nostra cornice.
Avevamo parlato di Silvia mentre preparavamo il posto in cui volevamo stare, una storia sofferta durata cinque anni, dove lei ambiziosa, troppo, aveva scelto alla fine la carriera in una metropoli straniera indipendentemente dall'amore che provava per lui.
Certo Mauro l'aveva presa molto male e per giorni era stato da me sfogando tutta la sua rabbia, amore, tristezza e gioia del suo tempo passato con lei.
Non so perché più ascoltavo le sue parole, più vedevo il suo volto soffrire, più stavo male anche io, come se mi fossi immedesimato troppo in lui ed era stato difficile essere obiettivo e dare consigli giusti provando la stessa rabbia, ma ci ero riuscito.
Ero riuscito a fargli comprendere come siamo diversi, come ognuno mette al primo posto la propria esigenza anche facendo del male all'altro. Che ognuno di noi ama a modo suo e che l'amore significa rinuncia e comprensione molte volte.
Mauro sembrava più sollevato nel corso dei giorni e la nostra amicizia più rinforzata. 
Ecco lui aveva preso di nuovo un altro soffione e con il fiato fece volare nuovamente i suoi semi verso di me.
"Ehi..." gli avevo detto ridendo "Cos'è una provocazione o non hai niente di meglio da fare?"
La sua risata era davvero divertita "Dai Stefano, è un po' come tornare bambini, non lo facevi anche tu?"
Avevo annuito "Si certo ma non a ventotto anni, rovinando la vita di quei piccoli fiori."
Si era girato di spalle mettendosi seduto sull'erba con le ginocchia chiuse tra le braccia, l'avevo guardato fisso, aveva i capelli ondulati al vento leggero e lo sguardo lontano, prima che io potessi dire qualcosa, mi aveva preceduto.
"Non sto pensando a lei ora Stefano, sto guardando quell'orizzonte e come le cose possano cambiare da un momento all'altro. Come se un giorno si aprisse una porta verso un cielo diverso, dove magari prima vedevi un'alba rosa ed ora vedi un tramonto di fuoco..."
Si era girato verso di me guardando la mia faccia stupida da quelle parole quasi poetiche, non era da lui esprimersi così. Mauro era sempre stato un ragazzo molto concreto, poco romantico almeno apparentemente.
I suoi occhi mi avevano guardato per un attimo in un modo strano, mi ero alzato anche io sedendomi accanto per guardare l'orizzonte che stava fissando, poi aveva girato il viso verso lontano.
"Ecco vedi quei colori, quei paesaggi davanti a noi?" annuivo senza capire "Avevo soffiato su quei fiori pensando alla vita, basta un alito di vento e le cose si muovono in tante direzioni, si aprono nuove strade, tante strade da poter scegliere in cui dirigersi o prendere decisioni."
"Stai diventando saggio Mauro." gli avevo detto mettendogli una mano sulla spalla "Il dolore fa cre..." non mi aveva fatto finire la frase.
"Non è solo il dolore, ma anche una presa di coscienza di ciò che vuoi, di ciò che sei diventato, di ciò che un amico ti ha dato in questo periodo." 
Ora mi stava guardando nuovamente, nei suoi occhi c'era qualcosa di strano.
"Hai visto come volavano leggeri i semi del soffione prima? Sopra il tuo viso, sopra l'erba, nel cielo come parole, come poesie, come aliti colorati d'argento in freddi inverni oppure come farfalle sui prati... Non capisci vero? Ti stai chiedendo cosa mi sta succedendo? Di come sono diventato dolce e romantico?" il mio silenzio era eloquente "Eppure sei stato tu! E' merito tuo, mi hai fatto capire tante cose, aperto gli occhi, mi hai fatto comprendere che l'uscita di Silvia dalla mia vita non era il dolore più grande... Stefano tu... Tu mi hai fatto crescere, davvero."
Mi ero sentito bene ed imbarazzato, dopo tutto avevo solo aiutato il mio migliore amico a uscire da una situazione di sofferenza, di dolore.
Un vento leggero in quel momento si era alzato tra noi, eravamo come fuscelli d'erba che vibravano a quel tiepido alito. Mauro di colpo si era voltato ancora una volta verso di me e il suo viso dopo un sorriso caldo si faceva sempre più vicino al mio e dolcemente mi aveva preso la testa baciandomi prima dolcemente a fior di labbra poi in modo appassionato.
Non so il perché ma senza divincolarmi da lui come se una calamita mi aveva bloccato tra le sue braccia, in quel momento avevo capito tutto. 
I semi di quel fiore si erano liberati anche nella mia mente.

Un tramonto rosso fuoco è davanti ai miei occhi, sono sul terrazzo di casa che spazia verso il fiume e le ville del mio quartiere. Sono passati tre anni da quel giorno e Mauro è seduto alla scrivania nella stanza dietro di me, finendo una pratica del suo lavoro, sento il battito delle sue dita sulla tastiera del computer e sorrido tra me.
Quel sole che stava sparendo alla vista ed il caldo della sera estiva mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quel ricordo che ha cambiato le nostre vite, vite che ancora erano celate nel nostro cuore e nella nostra mente.
Una cosa è certa il legame profondo con Mauro che si è rivelato come un sogno pieno di felicità, da quel giorno dove tutta la nostra esistenza era cambiata.
Non era stato solo un soffio leggero posato su un delicato fiore.

(Dedicata a due amici miei)

Giampaolo Daccò Dos Lerèn



venerdì 4 ottobre 2019

UOMINI




UOMINI


Non parlo di maschi come genere ma di uomini come anima.

Se ne parla troppo e male di questi (noi) poveri uomini a volte troppo e a sproposito.
Mi permetto di poter fare una divisione tra questo genere:
1. Il maschio visto soprattutto dal lato femminile e spesso con ragione, ha la colpa di essere violento, incapace di sentimenti, prevaricatore, razzista, despota, ambizioso, infantile, incapace di rispetto verso la donna, incapace di autosufficienza e molto altro.
La cosa mi ha fatto riflettere su tutto ciò e non mi riconosco come non riconosco molti miei amici e conoscenti in questa descrizione. Mi ha colpito molto una signora stamattina che ha detto "Gliuomini non valgono nulla (ovvio che la signora in questionie avrebbe dovuto tacere conoscendola e confermando la sua ipocrisia ma questo è un altro discorso), che siamo superflui e che le donne hanno tutto in più.
Certo, probabilmente o forse sicuramente sarà così. Evitando un mio commento istintivo, lascio posto invece alla mia anima e forse intelligenza dicendo che esiste anche:
2. L'uomo, l'uomo in cui mi riconosco, quello che ha prestato, presta, presterà attenzione, amore, aiuto alla donna, alle persone. Quello che fin da piccolo è stato abituato a cavarsela da solo, ad affrontare molte difficoltà senza il bisogno di battere i piedi e fare capricci con la madre o la donna di turno. Quello che usa i sentimenti, la testa e sopratutto il cuore nella vita, l'uomo che c'è, che ci sarà sempre, che collabora, che sa giocare con i bambini e aiutare gli anziani o malati, l'uomo che prova amore, pietà, tenerezza per i deboli, quello che non guarda le differenze di ogni tipo verso gli altri.
No donne, non siamo tutti bruti come pensiate e noi quelli diversi dai maschi siamo molto di più di quello che si crede, ci sono tanti uomini che sanno donare senza bisogno di ricevere e che si vergognano dei prori simili che usano violenze ed altro nella loro squallida vita...
Provate tutti a guardarvi attorno, certo sono più visibili i maschi dagli uomini, perché si mettono in mostra, urlano, sono egoisti e come capre e pecore fanno le stesse cose ma... Osservate bene gli altri, il bravo padre, figlio sensibile, il medico gentile, l'autista disponibile, il volontario che aiuta negli ospizi, il fidanzato che dona un fiore alla propria ragazza. Tanti poeti e romantici, tanti che camminano per strada per mano con la sua compagna ma anche con il compagno, si è uomini anche se si ama un altro uomo, il maschio è un'altra cosa.
Lo stesso discorso varrebbe per le donne che sono diverse dalle femmine ma stiamo parlando del mio genre e non c'entra in questo discorso.
Sono orgoglioso di essere uomo ma anche di avere amici e di vedere uomini con la U maiuscola attorno a me... I maschi, quelli che assomigliano tanto al burattino di latta lasciamoli andare per la loro strada si sono già distrutti da soli.
Vediamo davvero come stanno le cose, e se metteremo a frutto questa consapevolezza noi uomini e donne, forse davvero sarà la volta buona che nessuna "guerra" perpetuerà.
Un uomo saggio mi disse un tempo: "Non esiste uomo più intelligente di una donna e non esiste una donna più intelligente dell'uomo nonostante la diversa sensibilità. Esistono persone che possono essere belle crature di questa terra o bestie fino alla fine dei loro giorni."

Con sentimento
Giampaolo Daccò Dos Lerèn

mercoledì 2 ottobre 2019

LI GUIDERO' VERSO LA FELICITA'




LI GUIDERO' VERSO LA FELICITA'

"Li sto guardando da un po' di tempo di nascosto,  dietro il vetro della porta che divide le scale che accedono al nostro appartamento dal nostro negozio. Luca sta sistemando dei gioielli in vetrina, Luca è il figlio di mezzo, quello che si occupa di gestire il negozio di gioielleria che nel corso degli anni, grazie a mio nonno e poi a mio padre, insieme abbiamo creato un piccolo impero a Torino.
Sono orgoglioso di questo lavoro fatto sempre con onestà ed abnegazione e di tutto questo siamo stati sempre ripagati. Luca si gira un attimo ed ecco che mi vede dietro i vetri (mi saluta con la mano sorridendo ed io faccio altrettanto) e pensare che dieci anni fa quando aveva solo 18 anni voleva farsi prete.
Certo la mia famiglia è molto religiosa e credo che questo abbia contribuito a fare dei miei figli, ragazzi onesti senza grilli per la testa, mai un dispiacere o scorrettezza, mia moglie Lorenza è stata in gamba a gestire tutto durante i miei viaggi all'estero per la compra-vendita di pietre preziose e vari metalli.
Eccola con due clienti a mostrare gli ultimi lavori fatti da Mauro il mio primogenito, lui trentadue anni, una moglie stupenda e un bimbo di cinque che sembra un diavoletto dai capelli ricci. Che amore di nipote.
Mauro che riesce a trasformare dei progetti in realtà, due anni fa aveva vinto un premio mondiale ad Anversa per le migliori creazioni: "Bright Dawn", una serie di parure inspirate all'alba luminosa. Ho pianto davvero come tutti per questa soddisfazione.
Poi c'è Stefano venticinque anni, laureato, conosce tre lingue ed ha preso il mio posto nei viaggi intorno al mondo alla ricerca di nuove pietre, è in gamba, il massimo dei voti a scuola e la laurea con cento dieci e lode.
Che cosa avrei voluto di più da tutti loro? Ho avuto il meglio e anni di felicità e serenità, benessere, allegria e certo momenti bui ci sono stati come capita a tutti ma devo dire che sono soddisfatto della mia vita, il loro attaccamento alla religione senza sfociare in bigottismo li ha sempre aiutati a procedere davanti alle difficoltà.
Spero che lo faranno ancora dopo che...
Eccoli tutti e quattro, no c'e anche Valentina mia nuora ad aiutare Lorenza, che dolce, mi sto quasi commovendo ma non devo, oggi devo sorridere a loro e fare una sorpresa, una settimana di vacanza insieme al mare nella Puglia con un'escursione in Grecia, saranno felici ne sono più che sicuro.
Cercherò di fare di tutto per rendere le cose più belle, più serene e più facili, ma quella cosa gliel'ha dirò al ritorno, prima avrò un lavoro importante da fare su loro, guidarli verso il sentiero della serenità e non so se sarà facile o ci riuscirò.

Due giorni prima:

"Mi dispiace Claudio, davvero io non so..."
"Capisco Mattia, sei il mio dottore ed amico da quando eravamo all'università, questo è un bel colpo." guardo il mio amico professore di ematologia in un grande ospedale della città.
"Però adesso ci sono tante nuove tecniche di cura e si può trovare una soluzione anche se... Vedendo le analisi..." noto che si sta commuovendo il mio caro Mattia "Sembrerebbero solo sei mesi di vita ma..."
"Ma sono sei mesi di vita. Senti Mattia, il problema principale è la mia famiglia, dovrò prepararli e so già come fare, mentre tu mi stavi confermando la leucemia mieloide acuta, la peggiore del genere, subito ho dovuto trovare una soluzione per far si che loro accettino e non cadano in un dolore insopportabile e tu sai come mi... Ci amiamo."
"Lo so Claudio, senti dovrai fare esami e un ricovero prestissimo."
"No per ora no, dammi due o tre settimane."
" Ma potresti peggiorare in breve e..."
"Saprò inventare una scusa tipo esaurimento o stanchezza, vedrai, ma davvero mi farò ricoverare più avanti, ma niente chemio-terapia, ti prego." mi alzo in piedi e guardo verso la finestra, Mattia mi si avvicina e mi mette la mano sulla spalla.
"Sei sempre stato così coraggioso ed altruista ma io ti sarò sempre vicino."
"Grazie." e ci siamo abbracciati.

"Eccoli tutti nel nostro bellissimo negozio ai loro posti, devo sorridere non appena varcherò la porta verso di loro, sorridere e dar loro la notizia del viaggio ed in quel viaggio, troverò le parole per prepararli. Per aiutarli a capire il mio futuro cammino verso un altro posto, per aiutarli a capire che la vita è anche questa, non si parte solo a ottant'anni ma anche a cinquantasette come me. Ecco la mia mano è sulla maniglia della porta, so che sto sorridendo felicemente, sono riuscito a ricacciare l'emozione e la tenerezza per loro e per la mia malattia e sono pronto ad andare incontro alle persone che amo di più."

La porta si apre, Claudio felice va incontro alla moglie Lorenza vicino alla nuora ed alle due clienti sorridendo.

"Buongiorno a tutti..."

Giampaolo Daccò