mercoledì 6 aprile 2022

GLICINI SUL MURO


 GLICINI SUL MURO

Finalmente una giornata tiepida anche se non troppo, ma il sole aiuta a scaldarsi il corpo sotto una giacca pesante dopo settimane di freddo. Un mattino impegnativo, banca, avvocato, INPS, non so quanto tempo ci vorrà ma l'idea di non essere rinchiuso in un ufficio non mi preoccupa il fatto di queste commissioni, l'importante è uscire e vedere colori e passeggiare senza fretta. Dopo un'ottima colazione davvero gustosa, mi accingo ad attraversare il grande viale alberato dove palazzi in stile primo secolo incorniciano questa bella zona di Milano.

Il semaforo davanti a me diventa verde, mi appresto allora ad attraversare la strada quando, all'improvviso un profumo intenso mi colpisce le narici, alzo lo sguardo davanti a me e dal muro di cinta di uno stupendo palazzo in stile Liberty, decine di glicini violetto pendono dai rami intrecciati verso la strada. Nonostante il vento tiepido ed il sole forte mi soffermo a guardarli, un tocco di colore intenso come il profumo che emanano spiccano nel grigio di questa città. Sono fermo li ad osservare quel piccolo capolavoro della natura quando una voce all'improvviso mi desta dai pensieri:

"Mi scusi dovrei passare..."

Non mi ero accorto di essermi fermato in mezzo al marciapiedi impedendo a qualcuno di proseguire per la sua strada. Sorrido scusandomi anch'io, guardo gli occhi della signora anziana che sorride davanti a me, il loro colore è uguale a quello dei fiori e un bellissimo sorriso le spicca sul volto. Un saluto veloce e la donna continua la sua passeggiata. Mi soffermo a guardarla, quanti anni potrebbe avere? sicuramente più di settanta... E' ancora bellissima ed elegante e la vedo allontanarsi piano piano mentre con la mente la vedo diventare sempre più giovane, la figura più snella, l'andatura più sensuale e le sue belle gambe nascoste sotto una gonna stretta e lunga.

La città ora ha colori diversi, i palazzi in stile liberty ed impero hanno colori più vivi, i giardini antistanti i portoni d'entrata sono pieni di aiuole fiorite; una balilla nera passa veloce suonando un clacson buffo in direzione di quella giovane donna mentre lei si volta sorridendo... Nell'aria primaverile si respira il profumo dei glicini, nuvole chiare ondeggiano sopra di noi, alcuni bimbi per mano alla loro mamma, educatamente in silenzio si avviamo all'entrata della loro casa, mentre un signore con in bocca la pipa ed un quotidiano velocemente si ritira, togliendosi prima il cappello, nel bar elegante poco distante.

Una Milano di ottantanni fa che non esiste più, che aveva un fascino particolare e non era ancora inquinata da fabbrice e da un traffico intenso, c'erano ancora altri navigli che in breve tempo verranno coperti per far posto a strade più larghe, il progresso iniziava lentamente, certo era un periodo a volte difficile politicamente ma c'era più sicurezza e le periferie di questa città che con i sobborghi vicini si stava formano come è attualmente, erano lontane aldilà delle mura ed erano ancora pochi comuni non ancora inglobati in quello di Milano. Sembra che in quel momento fossì tornato indietro nel tempo quando i miei nonni erano giovanissimi poi all'improvviso... Un trillo di campanello di bicicletta mi ridesta da quella visione romantica:

" Hei Giampy, hai messo le radici sul marciapiedi? o hai avuto una visione celelstiale?".

Il mio postino abruzzese mi saluta a squarcia gola ridendo, salutandolo a mia volta con la mano, mi dirigo verso la mia banca, mi volto indietro verso quei muri di cinta dei bellisismi palazzi. I glicini ed il loro profumo sono ancora lì, ma purtroppo non c'è più l'atmosfera dolce e romantica di un tempo... Il traffico è intenso e til rumore dei tram che passano mi tolgono l'illusione di aver vissuto immaginariamente un affascinante passato.

Giampaolo Daccò