mercoledì 29 gennaio 2020

LA NOSTRA ULTIMA ESTATE




LA NOSTRA ULTIMA ESTATE

"I can still recall our last summer
I still see it all
Walks along the Seine, laughing in the rain
Our last summer
Memories that remain"

"Ma la stai cantando ancora dopo tutti questi anni?"

"Certo amore... Guarda te l'avevo dedicata proprio qui venticinque anni fa, il giorno del nostro matrimonio, qui a Parigi... Gli Abba avevano visto giusto anni prima."

Giulio abbraccia forte Martina mentre insieme guardano il sole che sta tramontando dietro la tour Eiffel, si erano conosciuti alla Sorbona ad un master appena laureati entrambi in architettura.
Lei bionda dai capelli lunghi e occhi azzurri, lui il classico moro con occhi intensi e neri, atletico.
Non si erano innamorati subito ma col tempo e durante il corso. Lunghe passeggiate, qualche colazione insieme e sotto quella torre altissima un giorno lui l'aveva baciata.

"Ma ci pensi Martina? Venticinque anni di matrimonio e ti amo ancora come prima e siamo qui nel punto in cui ti avevo chiesto se volevi stare con me quattro anni prima."

"Davvero..." dice lei in un sussurro abbandonandosi a quell'abbraccio caldo sotto il sole di settembre...
Lui la stringe forte.

"The summer air was soft and warm
The feeling right, the Paris night
Did it's best to please us
And strolling down the Elysee
We had a drink in each cafe
And you
You talked of politics, philosophy and I
Smiled like Mona Lisa
We had our chance
It was a fine and true romance
I can still recall our last summer"

Martina si mette a piangere, si asciuga le lacrime con una mano, Giulio un poco preoccupato le pone un fazzolettino.

"Scusami caro, questa canzone mi commuove sempre, è la nostra da allora ed ora mi sembra di rivivere tutto... Peccato  che questi anni siano passati così velocemente..."

"Ma siamo ancora insieme, nozze d'oro e quattro anni di fidanzamento, l'anno prossimo al trent'anni di vita in comune ti porto a New York e ti canto Summertime... Ahahah"

"Dio mio no ti prego..." si mette a ridere lei mentre per mano si avviano verso il Trocadero. 

Lei lo sente vicino come sempre, in ogni momento come lo era stato ogni volta nella loro vita in comune, quando avevano avuto i loro tre figli Luca, Alessandro e Mattia.
Mattia, un tuffo al cuore per Martina, Mattia non è il figlio di Giulio e per fortuna assomiglia a lei e non al loro più caro amico Antonio.

Neanche lei aveva saputo darsi una spiegazione sull'accaduto ed il perché quelle due notti ha fatto l'amore con quell'uomo nonostante amasse Giulio, eppure era accaduto. Antonio si era gravemente ammalato di leucemia e non aveva avuto scampo, lei con alcuni amici si erano dati dei cambi nell'assisterlo e quelle due notti così lontane di quasi venti anni le avevano scatenato una pietà talmente forte che, guardando il loro amico soffrire si era data a lui come una sorta di amore.

Si era pentita e nello stesso tempo era stata contenta di aver regalato a quell'uomo sia pur in un momento di peccato e debolezza, quel poco di amore per farlo sentire vivo almeno per qualche istante. Lui, Antonio se n'era andato dopo tre settimane dalla loro seconda notte d'amore. Si era accorta di essere incinta qualche tempo dopo ma non aveva avuto dubbi, pensava che il figlio fosse di Giulio ma, un giorno leggendo un articolo di una donna che aveva nascosto al marito che il loro figlio era di un altro, il terrore aveva preso il sopravvento.

Aveva fatto di nascosto le analisi a se stessa ed al piccolo Mattia e il risultato senza ombra di dubbio era stato spietato, lui era il figlio di Antonio. Lo sa solo lei le lacrime che aveva versato e la voglia di dire tutto a suo marito. L'avrebbe perdonata? Perché lo aveva fatto? Un gesto di pietà o pena non è darsi ad un amico che aveva poco da vivere. Nessuno aveva mai saputo niente e nessuno lo saprà mai si era detta.

Giulio ama i tre figli senza nessuna distinzione e lei con il tempo, quel dolore e senso di colpa si era attenuato pensando che una parte del loro caro amico Antonio era con loro, una buona scusa? Non lo sapeva e non lo sa neppure ora anche lei, ma ciò che conta è il suo amore immutato per Giulio... Nonostante tutto.

"But underneath we had a fear of flying
Of getting old, a fear of slowly dying
We took the chance
Like we were dancing our last dance
I can still recall our last summer"

Continua a cantare Giulio, stringendo lei a se, sorridendo e fermandosi. La guarda negli occhi profondamente e la bacia, il mondo scompare attorno a loro.

"Ti amo Giulio, ti ho sempre amato e ti amerò per tutta la nostra vita".

"Lo so amore, anche tu sei parte di me per sempre. Ti avevo scelta quel giorno senza alcun dubbio e ti sceglierei mille volte ancora se tu me lo chiedessi..." lei si mette di nuovo a piangere "Amore dovresti essere felice, siamo qui dopo tutti questi anni ancora come una volta, la nostra estate di allora non era l'ultima ma la prima di tante, ecco vedi che ora sorridi, non pensare a nulla, ci siamo noi due. Auguri per i nostri venticinque anni amore mio." un bacio appassionato li unisce in quel momento in una nuvola d'oro.
Poi i loro passi che risuonano sui marciapiedi verso l'albergo.

- Amore mio - sta pensando Giulio - so quanto devi aver sofferto, forse più di me. Antonio me lo disse due giorni prima di morire che eri stata sua mentre lo chiamavi con il mio nome, non te n'eri accorta. Lui aveva accettato il tuo abbandono per non morire prima del tempo. Non lo hai mai saputo che ti amava dal giorno che vi avevo fatto conoscere e quelle due notti per lui, erano stati dei sogni realizzati. Me lo disse pensando che l'avrei picchiato o avrei lasciato te, invece mi ero messo a piangere, per me, per lui, per te... Per tutto quello che era accaduto e lo avevo abbracciato forte e sentivo le sue lacrime sul mio volto e nell'orecchio il suo sussurro "Perdonami... Perdonaci". Li avevo già perdonati li amavo troppo entrambi.

Quando era nato Mattia avevo dei dubbi, non lo sai Martina ma io le tue analisi prima che le buttassi le avevo lette... So che Mattia è figlio Antonio ma è anche mio, nostro e lo sarà per sempre.

"Amore, guarda ricordi quel bistrot? Ceniamo lì, era la sera della parata militare ricordi? Ci eravamo rifugiati dentro per la calca ed avevamo passato una serata fantastica. Ti va?"

Martina sorride al ricordo ed annuisce a Giulio, subito si mettono a correre verso quel locale che li aveva visti poco più che ventenni arrivare in una sera piena di persone in festa.

"I can still recall our last summer

I still see it all
Walks along the Seine, laughing in the rain
Our last summer
Memories that remain"


Giampaolo Daccò Dos Lerén



venerdì 3 gennaio 2020

SETTE FIORI





SETTE FIORI

- Perché sette fiori? - chiede il piccolo gnomo dalla Fata del mattino con i suoi due occhi enormi azzurro cielo spalancati su di lei.

- Perché solo così capirai il senso della vita, perché così diventerai adulto e lo sai che gli gnomi diventano adulti al loro centunesimo anno di vita terrestre. -

- Ma voi fate no! Tu Fauxia regina del mattino hai migliaia di anni e vi ho sempre viste così. - la fata sorride al piccolo gnomo dai capelli color del mare, sa che deve dargli una risposta.

- Tesoro, no. Anche noi eravamo piccole crisalidi, per diventare una fata adulta ho dovuto aspettare mille anni ed un giorno e come te abbiamo dovuto trovare sette alberi al posto dei fiori, per trovare la nostra parte materiale, ecco il segreto vostro degli gnomi e anche dei nani del bosco vicino. -

- Ho capito... Dovrei trovare con questi sette fiori, la mia parte emotiva... Capisco madre del mattino. - La fata non riesce a trattenersi e nel guardare lo gnometto vestito di rosso e giallo, una carezza sul volto del piccolo lo fa arrossire.

- Vai ora, la tua strada è facile è il sentiero che inizia tra quella nube verde e finirà nella nube rosa è dentro la strada che sarà più difficile il cammino, troverai sette persone che ti daranno un fiore ma tu prima, dovrai scoprire quale sia dopo aver superato un indovinello. A presto Dwachin, ti aspetto qui. -

Lo gnomo in poco tempo sparisce nella nube verde ed ad un tratto si trova in un bosco fatto di alberi con i colori dell'arcobaleno ed una strada dorata piena di sassolini fatti di pietre preziose e terra d'oro. Dopo una lega di cammino ed una bevuta ad un ruscello si trova davanti ad un recinto con delle pecore ed un'anziana donna seduta tra loro.

L'anziana donna gli sorride e gli pone un indovinello se saprà risolverlo, avrà in dono il primo fiore:
- Piccolino quale fiore fa riferimento all'età più innocente e pura che ci sia? -
Dwachin in quel momento ha uno sprazzo di ricordo della nonna che gli disse un giorno, fatti una collana di... è il simbolo di purezza per i bambini.
- La Margherita! - risponde pronto, intanto la vecchietta si trasforma in una fata bianca e le pecore in farfalle trasparenti, lei consegna al piccolo una margherita d'argento dicendogli di conservarla e che il primo passo è stato compiuto.

Felice Dwarchin prosegue e all'improvviso dopo una lunga camminata e dopo una discesa, trova davanti a se una stalla, un cavallo ed un falegname, il quale sorridendogli e dando il benvenuto gli dice:
- Piccolino qual'è il significato del fiore e dei suoi frutti che vengono usati per preparare liquori o infusi che aiutato a guarire i guerrieri? -
Lo gnometto ricorda che un giorno lo zio Dragan era partito con dei guerrieri per lottare contro dei Lycans e avevano fiasche di liquore, oh si se lo ricorda bene.
 - Il Sambuco - risponde pronto, così il falegname dopo avergli consegnato un sambuco di cristallo si trasforma in un druido ed il cavallo in un puledro dagli occhi di zaffiro e sparisce davanti al suo sguardo.

La terza tappa è un giardino fatto erba azzurra e una bambina seduta al centro lo saluta e senza dire nulla, gli pone una domanda mentalmente, prontamente ricevuta dal piccolo gnomo:
- Carissimo amico mio, qual'è il fiore che diventa un unguento e profumo per togliere malattie e dare aroma alla pelle ed aiutare a cacciare le bestie dagli odori cattivi? -
Questa la sa, la mamma tiene sempre questo profumo in casa: 
- Il Giaggiolo -
- Bravo tesorino mio, eccoti un giaggiolo di lapislazzulo, tienilo con gli altri - la bambina subito si trasforma nella nonna di Dwarchin e scompare subito in una nuvola d'argento.
- Nonna... - fa in tempo a dire ma lei è già sparita, ma il suo viaggio deve continuare, ricaccia il groppo in gola e si avvia per quel sentiero brillante.

Quarta tappa e quinta, un ruscello divide una casetta di paglia e una casetta di legno e davanti ad esse un coniglio bianco e un gatto nero, insieme domandano al piccolo gnomo: 
- Quali sono i due fiori, di cui uno simboleggia l'amore puro, il bene per l'altro e il corteggiamento? Ed il fiore che rappresenta l'eleganza nei gesti, temperanza nelle virtù e della bellezza interiore? Pensaci su è facile - gli dice il coniglio mentre il gatto sorride leccandosi una zampa.
Dwarchin ricorda il fiore che suo padre aveva donato alla mamma nel giorno del loro anniversario, ma anche il fiore che il capo villaggio aveva appeso al taschino della sua giacca nelle grandi occasioni e prontamente in modo sicuro risponde ai due animali:
- Il Lillà e il Rododendro - i due animali si guardano e sorridono ed in quel momento si trasformano nella principessa e nel principe del paese del nord ghiacciato, e sparendo alla sua vista lei, bellissima gli manda un bacio con la mano. Paonazzo di emozione si avvia di corsa verso la penultima tappa. Guarda nelle sue mani i cinque fiori magnifici:
Una margherita d'oro, un sambuco di cristallo, un giaggiolo di lapislazzulo, un lillà di ametista ed un rododendro di velluto bianco e giallo. 

La tappa che si trova davanti dopo un lungo cammino nel sentiero dorato trova una fontana ed un bambino seduto sul bordo che gioca con l'acqua cristallina. Il bambino gli sorride e come ha fatto precedentemente la fanciulla nel prato, gli parla con la mente:
- Ciao Dwarchin, sei cresciuto dall'ultima volta che ci siamo visti (Dwarchin proprio non lo ricorda quel bambino, ne aveva visti talmente pochi nella sua vita). ma devi però dirmi qual'è il fiore che signifa, speranza, ricordi ed amore lontano. -
Per lo gnometto una leggera difficoltà, ricordava qualcosa ma non precisamente cosa, poi guardando il bambino nei suoi occhi color smeraldo, come un fulmine a ciel sereno ricorda il suo miglior amico Tylin, che era morto cadendo da un burrone inseguito da un lupo grigio, lo avevano seppellito nella terra coperta di "Non ti scordar di me" come li chiamano gli umani questi fiori bellissimi:
- Il Miosotis! - quasi urla mentre vede il bambino trasformarsi nel suo amico scomparso decenni prima, due lacrime erano spuntate dai suoi occhi mentre il suo amichetto spariva in una luce dorata sorridendogli. Guarda nella sua mano sinistra il Miosotis di topazio blu apparso all'improvviso e lo unisce piangendo, agli altri cinque e si incammina lentamente un po' triste verso la sua ultima tappa.

Dopo un lungo cammino pensieroso ecco che arrivato in cima ad un colle breve, dall'alto vede la nuvola rosa, l'uscita ma prima una bancarella chiude quel passaggio ed un signore ben vestito lo sta aspettando sorridendo, Dwarchin corre con i fiori nella mano destra e con la sinistra saluta quell'uomo elegante e si ferma davanti a lui. Era un signore dai baffi rossi, gli occhi gialli e il vestito verde degli alti nani, quasi ne aveva paura ma il sorriso buono di questi lo assicura, non aveva nulla da temere.
- Eccoci all'ultima tappa mio caro piccolo Dwarchin, dovrai indovinare il fiore, l'ultimo che ti permetterà di diventare adulto ed entrare nelle sale degli anziani nel tuo villaggio al bosco di Farahys. - lo gnometto annuisce timidamente.
L'uomo prende un foglio di pergamena dorata e legge: "Caro mio piccolo figliolo, sai dirmi qual'è il fiore di vari colori il cui significato nel mondo umano e come dicono loro reale e fortunatamente non nel nostro (ed intanto i due sorridono alla battuta dello strano uomo), vuol dire commemorazione dei defunti mentre il vero significato è il re dell'autunno e dei Cervi dalle lunghe corna?" -
Non ha nessun dubbio il piccolo Dwarchin, ormai aveva capito molte cose in quel viaggio senza tempo, ogni fiore rappresentava un sentimento diverso dell'essere vivente e della vita stessa, gli pare di sentire una risata nella testa e un "bravo figliolo" simile alla voce dell'uomo dai baffi rossi e gli occhi gialli:
- Il Crisantemo! - quasi urla
All'improvvivo un crisantemo di diamante appare nella sua mano e l'uomo si trasforma immediatamente nel re dei Nani.
- Maestà - grida il piccolo gnomo inginocchiandosi ma lui era già sparito nella nebbia rosa.

Alzando gli occhi Dwarchin si ritrova nel punto di partenza con davanti a se la Fata Fauxia seduta sul prato fiorito che lo accoglie con le braccia aperte. Dwarchin si alza e le corre incontro donandole i fiori mentre lei lo abbraccia forte:
- Sei arrivato presto piccolino, dai a me questi fiori, la tua prova è stata largamente superata, me lo aspettavo ed ora sei uno gnomo grande, guardati. Davanti si materializza uno specchio fatato e lui non vede più quel piccolo gnomo dalla pelle liscia e dal vestito da ragazzino ma uno gnomo più alto, con baffi rossi ed un vestito di lana pregiata color del sottobosco con bottoni d'oro ed il cappello bordato di pelo d'argento.
- Ma, mia signora... -
- Ssst piccolo mio, ora sarai Gwarchin, l'aiutante del druido Morstand del tuo villaggio, la tua sapienza ha superato i tuoi anni di vita, sarai un ottimo druido giovane che potrà mirare in alto. Ora vai e non dimenticare questo... -
Dwarchin alzandosi da lei, vede come una magia i sette fiori trasformarsi in una rosa bianca dai petali di seta.
- Questa è tua, questo sei tu, l'insieme delle doti che hai acquisito e che ti hanno infuso la saggezza superiore di druido, questa era la tua strada fin dall'inizio. Tutti temevano che non ce la facessi a superare le prove, invece io ne ero sicura. Ora vai al villaggio, ti stanno aspettando con tutti gli onori e questa rosa conservala per sempre un un vaso di cristallo. -

Dwarchin sta per correre sulla strada verso il villaggio, si ferma torna indietro e riabbraccia la bellissima fata regina del mattino dandole un bacio sulla mano, la risata cristallina di Fuxia si perde mentre scompare tra le braccia dello gnomo.
Dwarchin non vede l'ora di essere al villaggio, lo stanno aspettando ma soprattutto ora è diventato un adulto, un druido. Davanti a se erba, fiori e alberi sembrano inchinarsi al suo passaggio e lacrime di gioia che si trasformano in gocce di cristallo cadono dal suo viso.
Ora si, è davvero felice.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn