martedì 27 novembre 2018

LA SIGNORA CON IL CAGNOLINO




LA SIGNORA CON IL CAGNOLINO

Tanti anni fa, dalla fine degli anni sessanta a quella dei settanta, da marzo a fine settembre, quando allora abitavo con i miei in una cittadina del basso milanese, con altri bambini della mia via, giocavamo nei cortili e sulla riva del fiume. 
Erano primavere ed estati spensierate, sove la sera con il chiaro i nostri genitori ci facevano stare fuori a giocare.
A quel tempo le auto non erano tantissime e la zona del centro storico era tranquilla, il castello con le sue mura ed i cortili con case abitate, l'asilo nido, i campi dello studio di Genetica e la via che porta al fiume, facevano da paesaggio intimo come un quadro di altri tempi.
I "nostri" cortili con le case a ringhiera, erano i luoghi sicuri potevi giocare fino a quanto volevi. Dopo cena con mamme, nonne, zie di altri amichetti ci si sedeva sul portone del cortile di fronte casa, per chiacchierare, raccontare le storie di una volta e d'estate quando arrivavano le zanzare si accende un braciere di fuoco per allontanarle.
Allora si cantava, si rideva, si giocava a nascondino e tutto questo era capitato per decenni e per generazioni dalgli anni venti fino alla fine della guerra e poi ancora arrivando agli anni ottanta.
I bambini di allora erano diventati adulti e i loro figli con gli anni pure e poi i figli dei figli, come un giro di ruota continuo che ormai si è perso con gli anni della tecnologia.
Tutto sembrava una routine fino a che, in quella sera calda me mezza primavera era apparsa sull'angolo del corso che portava nella grande piazza del castello LEI:
Lei una signora molto giovanile, elegante, raffinata, sui quatantacinque anni, capelli ed occhi scuri e con se un cagnolino scuro, sia di Lei che del cane non ricordo il nome perché da quella sera, come tutte le sere seguenti per noi era la signora del cagnolino.
Mamma aveva scoperto pochi giorni dopo che, quella donna era con il marito, i proprietari della farmacia in piazza del castello e provenivano da Piacenza.
Si erano traferiti nella nostra cittadina grazie alla loro nuova attività e non avendo figli, avevano adottato questo simpaticissimo cagnolino.
La sera dopo, con un generale "buonasera signora e che bel cagnolino ha", da quel momento Lei tutte le sere dopo cena, da marzo a fine settembre si fermava a parlare con noi.
Poi tutti noi ragazzini più grandi, Gina, Luciana, Maria Grazia, Claudio, Gigi ed io, a volte anche le nostre mamme con i nostri fratellini Marco, Francesca e Luca, la seguivano sulla strada del fiume dove con il cagnolino si recava per la passeggiata serale.
Era colta, dolce, ci raccontava molte storie e notizie mai ascoltate e conosciute. Una voce calda e due occhi vivaci e sempre sorridente, ci aveva preso in simpatia e probabilmente mancandole un figlio, noi eravamo i suoi ragazzi, ogni tanto si percepiva nella voce nostalgica quel dono mancatole.
Per qualche anno immancabilmente la signora del cagnolino, tutte le sere era con noi, poi implacabile come sempre la ruota del tempo aveva girato velocemente: noi ragazzini più grandi eravamo cresciuti e le nostre esigenze diventate diverse, ci avevano allontano da quella abitudine, così la signora aveva incominciato a passeggiare con gli altri bimbi cresciuti, Francesca, Luca, Marco e con loro di erano unite le mamme.
Poi era passato ancora del tempo e la signora del cagnolino era rimasta vedova e venduta la sua farmacia, era ritornata nella sua città natale, così era finito quel tempo dove tutte le sere di primavera e d'estate per molti anni, erano state speciali.
Ho voluto ricordare quella signora prepotentemente venuta in mente, quando questa mattina ho visto dall'altra parte della strana una donna molto somigliante esteticamente a lei, ed aveva al guinzaglio un cagnolino scuro come il suo.
E' stato un attimo di nostalgia.
Non amo dimenticare le persone che in un modo o in un altro hanno fatto parte di un periodo più o meno lungo della mia vita, persone che hanno lasciato qualcosa di bello e positivo dentro.
Lei, la signora del cagnolino ci aveva donato: simpatia, comprensione, intelligenza, conoscenza e soprattutto dolcezza.
Non so che fine abbia fatto dopo che si era ritrasferita nella sua città ma il suo volto ed i capelli neri, lisci a caschetto e quegli occhi scuri e vivaci sono ancor oggi nei miei più piacevoli ricordi.

Giampaolo Daccò

giovedì 22 novembre 2018

LA DONNA, IL SUO POTERE ED IL MATRIARCATO




LA DONNA, IL SUO POTERE ED IL MATRIARCATO

Premetto che non esistono uomini più intelligenti delle donne e viceversa, in quanto esseri umani, abbiamo anzi dovremmo avere le stesse capacità (a parte la forza fisica marziale dell'uomo in confronto a quella psichica lunare della donna) e mi scuso per il lungo discorso che vorrei fare qui Probabilmente sarà un po' confuso forse ma sento di scrivere tutto questo, dopo quello che ho letto sui giornali e visto in TV (violenze varie) e questa mattina al bar dove volutamente non sono intervenuto, in quando come uomo mi ritengo più "mentalmente donna" (è un gioco di parole) che marziano (quindi violento-volgare-rozzo), ho udito un discorso su VOI donne davvero vomitevole (e tralascio il solito discorso delle donne orientali con burqa e relegate in casa altrimenti mi si da del razzista, con la scusa delle regole delle religioni orribili e patriarcali 3 in tutto e tutte e 3 terribili). A parte che sono cresciuto con donne speciali (e non perché erano le mie nonne zie mamma e prozie e cugine - famiglia matriarcale per fortuna). 
Besta ora, davvero basta, non si possono più sentire certe cose sulle donne (ma anche su gay e persone di colore), la "grande civiltà patriarcale che è iniziata con Abramo e che continua ora e dove la donna (la maggior parte) odiando la donna stessa si è conformata allo status vir che impera da anni anzi da millenni. Cito la traduzione della commedia "LISISTRATA" (una delle ultime commedie brillantemente e sottilmente a favore della donna-diavolo, dove stava sopraggiungendo definitivamente la misoginia patriarcale deleteria oltre che per la donna anche per l'uomo) di Aristofane fatta dal grande Cantarella che aveva un rispetto incredibile per il sesso femminile ed è questa:
"... e mentre la città, creazione degli uomini, perisce, l'eterno irrazionale che è la donna, riprende il sopravvento, anullando di colpo millenni di civiltà: e non senza ragione, forse, tra le opere di questo periogo greco, prevalgono le commedie "femminili" tra cui Donne all'Assemblea, Lisistrata e Tesmoforiazuse. Così, abdicata la città in mano alle donne, i nepoiti dei maratonomachi e dei Leonida, i concittadini di Pericle e di Brasida, sono costretti a ostentare sulla scena il turgore dei "protesi nervi". In una frenetica esibizione del sesso sfrenato, in una pura tensione d'istinto animale incurante di ogni altra cosa. Atene (la donna) intelligenza e luce, scompare dalla storia. E' la tragica realtà si dissolve ne cachinno dell'ultimo poema d'Atene."
In poche parole la DONNA è descritta come FONTE DI OGNI ROVINA distruttrice di città o regni (o meglio opere dell'uomo-maschio) e suscitatrice di bassi istinti e bollata come essere irrazionale e stupida..
IO ora dico: basta davvero, i vari politici e religiosi (la donne è il focolare, la nonna deve curare i nipoti) negli ultimi due decenni hanno rinvigorito, per paura del sopravvento femminile che giungerà presto e ne sono convinto. questo odio femminile circondandosi (i politici) di finte femministe e progressiste asservite ai loro dediseri politici e (i religiosi) dove la donna è l''angelo (schiava) del focolare famigliare, dove arrossisce al complimento e deve usare abiti e linguaggio appropriato, pena l'inferno. STOP, basta, tutto ciò ha avvelenato il cervello dei maschi anche quelli evoluti che sotto sotto accettano l'idea della femmina provocatrice. Mi chiedo quando davvero VOI vi ribellerete? Soprattutto ora che il sesso maschile nel mondo ha superato quello femminile di 300 milioni di unità (tutti nei paesi poveri dell'Africa e Asia). Io credo che la natura insita nell'umanità indipendente dal sesso si stia ribellando ed inconsciamente stiamo andando verso una rovina patriarcale-falllica sperando possa tra le macerie, esserci la rivincita della psiche-luna-donna, allora si che davvero la Terra potrà risollevarsi senza le pietre create dall'uomo per mostrare il potere fallico e forzuto controla paura della femmina "irrazionale". Grazie per lapazienza e per aver letto il mio pensiero, un abbraccio.

Giampaolo Daccò

mercoledì 21 novembre 2018

RISVEGLIO




RISVEGLIO 

Un freddo mattino autunnale
risveglia la mente assonnata
con il corpo ancora intorpidito
dal caldo e profondo sonno.

Accorgersi guardando il cielo,
di un manto azzurro venato di rosa
sopra la propria testa mentre piano,
le luci cdella metropoli si spengono.

Passi fretttolosi, rombi di automobili
passano accanto velocemente
l'appuntamento con la vita d'ogni dì
scandisce il suo ritmo impacabile.

Vetrine illuminate di locali vivaci
all'interno persone sedute, in piedi
che fanno colazione, che leggono,
che parlano o stanno in silenzio.

Un'aria frizzante ti coglie improvvisa
ricordandoti che la tua giornata
ti aspetta con i propri doveri
implacabili da svolgere fino a sera.

Eppure come ogni giorno, è sempre
un risveglio, una nuova conoscenza,
un nuovo mattino pieno di incognite,
una vita che si rinnova inconsciamente.

Correre incontro a questo risveglio
assaporare senza pensare al dovere
quest'aria vibrante, questo cielo venato,
e sorridere a questo nuovo giorno.

Giampaolo Daccò
(photo G. Daccò)

venerdì 16 novembre 2018

UNA FOTO, UN RICORDO



UNA FOTO... UN RICORDO


1968, estate in campagna.

"Ricordi. le nostre folli corse
su quella strada sterrata
dove il fiume seguiva lento
il suo corso verso il ponte
che scorgevamo lontano?
I nostri aquiloni giallo e blu
che volavano ne cielo
legati ai nostri polsi 
sperando di non vederli volare via?
Ricordi le risate ed il fiatone,
"A chi arriva ultimo è un asino"
e noi due arrivavamo 
insieme al traguardo
tenendoci per mano?
Ed il profumo dell'erba
una volta distesi mentre
il fiatone ed il sudore
erano i nostri padroni 
fino a che ci giravamo
e a pancia in giù e
cogliendo piccoli fiori gialli,
parlavamo di tante sciocchezze
di bambini ingenui e belli?
Oggi ho rivisto per caso
una nostra foto in un album
e mi sei tornato in mente.
Una bella amicizia
durata qualche anno
poi le strade si sono divise.
Spero che ogni tanto
tu possa ricordarre
quelle corse e i giochi
pensandomi come faccio con te."

Giampaolo Daccò

mercoledì 7 novembre 2018

BAMBINI




"Bambini"
(pensieri e foto di Giampaolo Daccò)
Una frase letta poco fa per caso di Giacomo Leopardi:
"I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto."
Quanta verità in questa semplice frase.
Francesca e Giampaolo molti anni fa erano tutto questo, ricordo che anche un fiore diventata una bacchetta magica per realizzare i sogni.
In campagna per lei avevo intrecciato papaveri facendo una corona per la mia piccola principessa.
Francesca aveva fatto una buona minestra con una ricetta ifallibile: acqua di roggia, sabbia, sassolini colorati e erba profumata e fingendo di gustarla... Era proprio buona.
Non era stupidità od ingenuità ma crescita, fantasia, sperimento...
Si cresceva così con tutto nel nulla, dove un muro bianco o un cielo azzurro si riempivano di fiori, di angeli, di fate. Una scodella diventava un elmo per difendere le principesse in pericolo e un lenzuolo colorato il vestito di una fatina piccola.
"I fanciulli trovano tutto nel nulla, questo nulla è invece un mondo meraviglioso.
Giampaolo Daccò.