venerdì 29 giugno 2018

ASPETTANDO IL TRAMONTO





"ASPETTANDO IL TRAMONTO"

Rosso giallo bruno e blu
Toni immensi nel grande cielo
Ombre nere di gabbiani
Volano stridendo su riflessi dorati

Orme scure sulla rena
Di romantici o frettolosi passaggi
Spume fresche di piccole onde
Che s'infrangono sulla sabbia

Una luce sul promontorio
Un faro guida il ritorno in porto
Mentre un sole rosso
Piano si nasconde all'orizzonte

Seduto sul molo guardo penso
Con nostalgia i sogni passati
Con speranza al nuovo mattino
Con amore a chi mi sta accanto

Con tristezza alle cose perdute
Con gioia all'immensità del mondo
Con fierezza per la mia anima
Con tenerezza a quello che ero

Quella parte di natura incredibile
Che ogni sera mi porta emozioni
Mi dona sensazioni di serenita
Mi riempie il cuore di luce

Sentimenti sensazioni nostalgie
Amore tenerezza dolcezza
E' questo tutto ciò che sento
Aspettando il tramonto.

Giampaolo Daccò.








venerdì 22 giugno 2018

MALTA, TURCHESE ED ORO




MALTA, TURCHESE ED ORO
Malta primavera 2010
Un sole caldo nonostante fosse fine aprile, l'aria tiepida e profumo di salsedine inebriavano le case e le strade sul mare dai toni accesi del blu.
Passeggiando tra i vicoli, evitate le arterie piene di traffico e persone, osservavo i colori delle meravigliose abitazioni in stile vagamente orientale ed inglese, che spaziavano dall'ocra al giallo, dal verde chiaro al bianco ed alcune avevano sfumature indefinibili che alla luce splendida del sole sembravano dorate.
Il mare in quel momento sembrava una lastra di pietra turchese che quasi abbacinava quel paesaggio davanti a me.
Avevo lasciato alcuni amici ad una conferenza importante e privata, per godermi un poco di solitudine dopo mesi di lavoro, davanti a me una settimana di vacanza.
Il giorno prima avevo visitato La Valletta la capitale posta sul promontorio quasi a precipizio sul mare, ne ero affascinato ed era diversa da Sliema dove alloggiavamo nel bellissimo albergo quasi davanti al canale che divideva le due città.
Il giorno dopo avevo deciso di visitare la parte sud dell'isola, prendendo un autobus (mi pare il numero 81) che mi aveva portato a Marsaskala una località sorta intorno al piccolo porto naturale della baia omonima, una profonda insenatura nel sud-est dell'isola. 
Ne ero rimasto subito affascinato ma nonostante non ci fossero spiagge come le altre zone, ero rimasto incantato da quel panorama che mi portava nei ricordi di altre vacanze fatte in Tunisia, in Egitto.
Il lungo mare rifletteva la pietra chiara sotto una luce vivida , con lunghe file di palme con accanto il mare turchese mentre barche di varie grandezze solcavano quel canale, tanto da sembrare un dipinto di Monet dai colori forti.
Marsaskala moderna ed allo stesso tempo dal sapore antico mi aveva colpito molto, mi ero seduto su una panchina all'ombra di un palmeto sfogliando la cartina di quest'isola meravigliosa incastonata nel centro del Mediterraneo, alle mie spalle da alcune case caratteristiche provenivano aromi gustosi, qualche signora o qualche trattoria stavano cucinando cibi dai sapori forti e voltandomi verso quelle fragranze, avevo visto tende colorate svolazzare fuori dalle finestre aperte grazie al vento di scirocco che proveniva dal sud.
In quell'istante un rumore sopra la mia testa mi aveva fatto guardare in alto verso il cielo, un aereo sorvolava la città a bassa quota mentre prendeva la direzione verso l'Africa, abbassato subito dopo gli occhi, mi ero trovato davanti un ragazzo sorridente, dagli occhi e capelli scuri e ricci, appoggiato con le braccia sul manubrio della sua bicicletta che mi osservava incuriosito.
"Hello!".
"Hi!" risposi al suo saluto, rimanendo sorpreso.
"Non mi riconosce?" aveva detto sempre col sorriso sulle labbra, evidentemente la domanda gli era venuta spontanea guardando il mio viso sorpreso.
"Sono Jimmy, uno dei camerieri del vostro albergo, ieri sera le avevo servito il caffè con i suoi colleghi..."
"Oh è vero." avevo risposto sorridendo e ricordando subito il suo viso, certo che con le divise da lavoro le persone quando indossano abiti civili sembrano diverse, a volte irriconoscibili.
"Le devo chiedere scusa ma nonostante io sia fisionomista, non l'avevo riconosciuta."
"Riconosciuto..." aveva precisato alludendo a dargli del tu.
Abitava nella zona e si era proposto come guida, aveva capito che davvero non sapevo dove andare dopo aver scelto una metà dal nome per me affascinante, mi bastava il mare e l'odore di salsedine per stare bene.
Jimmy sempre con la sua bicicletta appresso mi aveva portato per le strade di Marsaskala dove profumi e colori si mischiavano armoniosamente, avevamo visitato brevemente la spiaggia di St. Thomas Bay, la chiesa col suo campanile chiaro affacciata sul mare.
Marsaskala è davvero una piccola perla che si estende tra due colline che scendono da due località chiamate Zeytun e Zabbar.
Jimmy per cena, mi aveva portato in un piccolo ristorante gestito da suoi parenti dove avevamo cenato benissimo, i piatti di pesce erano squisiti, per me era stata una fortuna incontrare quel ragazzo dall'aria sveglia, avevo passato una giornata intera con lui scoprendo davvero cose incantevoli.
Più tardi mentre mi riaccompagnava alla stazione dell'autobus mi aveva confessato che, in hotel mi aveva sentito parlare di viaggi e geografia, le mie passioni e siccome la sua passione era di progredire nel lavoro di cameriere, Malta per lui era limitata e voleva spaziare in altre parti del mondo, facendo esperienza e sperando di diventare ricco aprendo qualche ristorante in posti alla moda, sogni di molti ragazzi e non solo.
Avevo capito il perché durante la nostra cena, di tutte quelle domande sui viaggi che avevo fatto in passato e com'erano gli hotels e tanto altro.
Arrivati all'autobus, mi aveva salutato stringendomi forte la mano.
"See you tomorrow Mister John Paul." aveva detto scherzosamente "Domani servirò io le colazioni, spero di vederla."
"Di vederti." avevo risposto sorridendo, salendo i gradini dell'autobus colorato, alludendo al tu come aveva fatto lui nel pomeriggio.
Aveva schiacciato l'occhio in segno di approvazione e salutandomi con la mano, aveva preso la strada verso casa mentre l'autobus con un leggero movimento vi era avviato per il centro verso La Valletta.
Durante il breve viaggio verso l'albergo, guardavo le luci delle case, le luci delle barche sul mare ed il blu della sera, sembrava un posto magico, un posto dove tutti i sogni potevano avverarsi, mentre sopra di me le stelle brillavano dome diamanti incastonati nel buio.
Mi ero rilassato sul sedile e con gli occhi chiusi, rivedevo questa meravigliosa Malta, l'isola turchese ed oro sotto lo splendido sole mediterraneo.
Non sarei più andato via.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn

sabato 2 giugno 2018

IL CAMMINO



IL CAMMINO

Com'è difficile raccontarsi e raccontare cose che forse possono interessare poco a molti, ma spesso si ha bisogno di fare delle confidenze, confessioni o raccontare qualcosa di se, senza cadere nel vittimismo o nell'eccessiva auto adulazione e soprattutto non annoiare chi ti legge o ascolta... E' difficile farlo, si e molto anche.

Quante strade ho camminato nel corso della mia vita e quanti bivi ho dovuto affrontare? Molti, anzi forse ne ho perso il conto, spesso la strada è stata presa involontariamente sia quella sbagliata che quella giusta, a volte è stata una scelta libera oppure sapendo che fosse dura o difficile, l'ho imboccata cercando di non voltarmi indietro e ne di pensare a cosa sarei andato incontro.

Da piccolo ho avuto tre sole guide finite presto, troppo presto: mia madre, mia nonna paterna e mio zio acquisito che ha svolto una parte del ruolo che avrebbe dovuto fare chi mi ha generato col suo seme. Guide finite quasi in modo tragico tutt'e tre, lasciandomi quel poco ma molto importante per me, a cui ho attinto ma quando hai solo pochi anni di vita, non cogli il vero senso di quel sostegno, consiglio e via datomi.

Non ho avuto grandi amicizie, ma sono legato ad alcune persone in maniera affettuosa e senza far nomi loro lo sanno, avrei voluto avere più vicinanza ed affetto ma ognuno ha la sua vita e quando una scelta ti porta lontano, i contatti fisici vengono a mancare anche se l'affetto prosegue sempre. Ma non ho mai mostrato diversità di affetto verso altre conoscenze, per cui nessuno tra queste saprà mai se è tra le mie più care, trovo giusto che sia così.

Poi seguendo la strada contorta della mia vita ho avuto dei grandi dolori di cui tre mi hanno spezzato il cuore, erano talmente forti questi che sarei morto all'istante se qualcuno, allora non mi avesse sostenuto, ma col tempo è passato anche questo e se da una parte mi sono rinforzato dall'altra parte è "indebolita la mia sensibilità", addirittura da non riuscire a sopportare il dolore degli altri, da non potere di non farne parte dentro di me con la difficoltà di schermarmi o di "vederle" a distanza.

Molti sono stati i bivi di varie strade dedicati al lavoro, molti erano progetti per crearmi un futuro migliore, alcuni hanno prodotto dei risultati normali, altri "bloccati da persone" le quali hanno volutamente che ciò che stavo creando non andasse in porto, i motivi od i perché lo avessero fatto posso solo ora intuirlo o capirlo, ma non giustificarlo, quello no. Alla fine erano riusciti a mettere un tarlo nella mia mente: quello di essere un mediocre che cerca di emergere in mondi non adatti, ma alcune risposte avevano poi dimostrato il contrario.

Perdite, sofferenze, delusioni e fallimenti insieme a piccole gioie, a pochissime persone care, a soddisfazioni personali mi hanno alla fine fatto crescere ed essere quello che sono... Non ho ancora compreso bene se ne sono felice, soddisfatto oppure deluso ma certamente non cambierei nulla perché sto avviandomi verso un'altra strada che non so dove mi porterà e se avrà dei bivi anche quest'ultima accetterò tutto ciò che si proporrà, ma sono certo che non sarà l'ultima, sento che ne verranno più avanti altre vie.

Mia madre nell'ultimo sogno che ho fatto su di lei, mi aveva consegnato una valigia azzurra, vuota e leggera, dicendomi "Ora sei libero, vai per la tua nuova lunga strada. guarda è li che ti aspetta..."

La strada davanti a me era lunga e sui bordi c'erano erba e fiori, ma era scura ed infinita mentre sopra la mia testa il cielo era chiaro, ricordo di aver pensato: "Ce la farò? La valigia vuota deve essere riempita di nuovo, cosa incontrerò ancora su questa strada?" Ed intanto camminavo...

In questi giorni ho fatto alcune scelte che porteranno su chissà quali sentieri e qualche altra l'ho fatta pochi mesi fa, ma ancora sono lontani i risultati, intanto vivo questo difficile presente cercando se non di migliorare me stesso e le cose materiali, almeno di affrontarle al meglio.

Sono qui con questa valigia invisibile in mano e pronto per camminare di nuovo verso strade, bivi e vicoli di cui non so in che piazze e luoghi portino, ma di certo non tornerò mai più indietro e non mi volterò a guardare il passato che è come una folata di vento ormai lontana e che non serve più a nulla se non a conservarla esperienza.

Giampaolo Daccò