martedì 19 aprile 2016

UNA DONNA, UNA TAZZA DI TE'



UNA DONNA, UNA TAZZA DI TE'

Come la vita di una donna,
la tazza di tè ambrato
spesso oltre al dolce sapore
è piena di spine e di dolore
ma ad ogni dolore ed ogni spina
un fiore bellissimo colorato
appaga per un attimo
fiorendo improvvisamente
la fitta di sangue nei sentimenti
per far si che la sua vita
poi abbia un senso
abbia l'attimo di non perdersi
nei meandri del buio
nell'oscurità delle tenebre
solo così una donna sa vivere
donare amare e salvare
tutto ciò che sembra perduto.

(Giampaolo D.S.)

martedì 12 aprile 2016

STRADE FATTE DI SOLITUDINE



STRADE FATTE DI SOLITUDINE

Inutile sperare che i problemi e le cose vengano risolte da sole, oppure intervenga "un miracolo". A volte è difficile anche chiedere aiuto e spesso gli amici spariscono nel momento del bisogno, tranne chi vero amico è.
Eppure ti ritrovi solo come un fuscello nella tempesta, sai che il vento ti potrà spezzare in qualsiasi momento ma, dentro nel proprio io, qualcosa ti impedisce di cadere.
Osservi quella piantina solitaria vicino a te, che si piega al vento ed alla bufera, ti guardi in giro e ti ritrovi solo come lei, solo in un deserto di anime che camminano davanti a te e non vedono che se stesse...
O meglio l'ombra di se stesse, come fantasmi, zombi o anime perdute che guardano avanti senza vedere, senza capire, senza cuore se non per loro stessi.
Trovi una soluzione guardando la piantina che nonostante tutto, si piega, non si spezza e sta ferma lì a crescere ed ecco... Che capisci.
Come uomo, come spirito ti puoi muovere e come la piantina puoi crescere senza nessun bisogno degli altri ed allora, corri verso la tempesta, ti butti dentro e lotti, sai che sarà dura, che nessuno ti aiuterà e solo le tue idee, forze e coraggio possono spingerti fino alla fine di quell'incubo.
Ne uscirai presto o tardi, ma vincitore e perdente allo stesso tempo, vincitore per la tua lotta solitaria, perdente per il tempo che è trascorso mentre avresti potuto goderti un poco di serenità se ciò non fosse accaduto.
Ricorderai la piantina che sarà diventata ormai un grande albero a dispetto di ogni tempo, guarderai te stesso e ti riconoscerai in lei, la tua forza e l'amore per te stesso vinceranno su tutto, nonostante tutto tu avrai percorso le strade fatte di solitudine.

Giampaolo D.S.


mercoledì 6 aprile 2016

AQUILONI



AQUILONI

Estate, 
colori incredibili 
di un tardo pomeriggio,
mentre un vento caldo
spazzava via le nuvole bianche
nel cielo incredibilmente azzurro,
intanto il placido fiume
scorreva lento tra i meandri 
verdi della natura.


"Maurizio... che fai? Ti sei già stancato?", il ragazzino era seduto sull'erba con a fianco il suo aquilone rosso e giallo mentre Giampaolo correva attorno a lui, osservando il suo, volare nel cielo. Fermandosi anche l'aquilone in alto cadde vicino ai piedi dei due ragazzini.
"E certo che sono stanco, oggi ho avuto il torneo di calcio e papà mi ha fatto mille menate perché ho sbagliato un gol... Beato te..."
"In che senso beato me?" disse Giampaolo guardando l'amico mentre si grattava i capelli neri arruffati dal vento.
"Beato te che fai atletica, hai preso la medaglia di bronzo ai giochi provinciali vedi tu..."
"Che c'entra..." continuò il biondino in modo un po' triste abbassando gli occhi e sistemando le girandole dorate del suo aquilone blu elettrico. "Papà odia l'atletica e avrebbe voluto che giocassi con te a calcio ma, sai che a me non piace."
Maurizio annuii, poi alzandosi improvvisamente prese nuovamente la corsa nei prati che costeggiavano il fiume, Giampaolo vide i suoi pantaloni rossi e la maglietta bianca allontanarsi veloce e lui che gridava "Ahahah... Atleta prendimi o sorpassami se ci riesci!"
Maurizio aveva la stessa età ma era più forte e muscoloso per i suoi 12 anni, Giampaolo però più agile, presto prendendo la rincorsa quasi lo raggiunse.
Il sole splendeva da lontano, il fruscio degli alberi era tutto attorno a loro, le case del paese stavano scomparendo alla vista mentre le rogge ancora pulite irroravano i campi di frumento dorato poco distanti.
Si sentivano le loro risa ed in alto i due aquiloni rosso e blu, volteggiare nel vento caldo di quel'estate incredibile.
Maurizio si accorse che il compagno era troppo vicino e con uno scatto saltò di lato, ma Giampaolo era proprio dietro di lui e i due si scontrarono cadendo uno sopra l'altro e così fu per i due aquiloni che roteando all'ingiù, finirono a un paio di metri da loro.
Maurizio sopra l'amico scoppiò in una risata guardando la stessa posa dei loro aquiloni, il rosso sopra il blu... Rise talmente tanto che Giampaolo si mise le dita nelle orecchie.
"Mauri mi spacchi i timpani con quel vocione.." quasi urlò.
L'altro all'improvviso smise di ridere e i suoi occhi blu guardarono l'azzurro di quelli dell'amico, non cosa gli prese, si abbassò e lo baciò leggermente sulle labbra, mentre una mano gli toccava i capelli.
Silenzio. Solo il frinire delle cicale attorno a loro. Le nuvole bianche volavano via veloci e l'ombra degli alberi nascondevano i ragazzi alla vista di tutto.
"Scusa... Scusa... Scusa...."disse in fretta Maurizio alzandosi di scatto, voltandosi di spalle, lasciando allibito il suo amico ancora disteso per terra "Non so cosa mi ha preso.. Perdonami Paolino." si mise le mani sulla faccia "Non... non.. Io non sono uno di..."
Giampaolo si alzò lentamente e mise la mano sulla spalla di Maurizio... "Dai non è successo niente, mi è capitato a me anche con Loredana qualche tempo fa."
"Ma è una ragazza!" quasi urlò spaventato l'altro "Non un ragazzo, non tu... Capisci?"
"Si ma..." cercò di dire qualcosa l'altro
"Non è bello questo, io... Io ti ho visto lì fermo ho visto i tuoi occhi e la tua bocca, i tuoi capelli lunghi poi non ho capito bene... E istintivamente ti ho baciato." (Ma perché non sei una ragazza pensò tra se)
Il sole stava volgendo al tramonto mentre i due amici erano seduti sui gradini del balcone della casa di ringhiera di Maurizio, avevano chiarito, parlato molto durante il loro ritorno dai campi distesi lungo il fiume. 
La loro conclusione dopo mille parole e congetture, erano stati solo un gesto istintivo e forse una curiosità... Pensarono chissà quanti l'avevano fatto o accaduto istintivamente come era capitato a loro.
Gli aquiloni erano accanto a loro, poggiati per terra tra i vasi di gerani rossi.
"Sempre amici Paolino?"
"Sempre." rispose l'altro con un sorriso caldo.
"Bene allora vediamo se riesci a raggiungermi fino alla casa di mia nonna... Visto che ci aspetta per la cena." disse alzandosi di fretta e correndo giù per le scale e sparendo fuori dal portone.
Giampaolo scattò subito e saltando a due a due i gradini presto si ritrovò in strada. Maurizio era qualche decina di metri più avanti con i suoi pantaloni rossi e la maglietta bianca.
"Appena lo raggiungo spero non mi baci ancora..." pensò il ragazzino e ridendo aumentò la sua corsa verso l'altro.

Il tramonto era quasi arrivato
colorando di arancione il cielo, 
mentre il vento si era posato lentamente 
ed un profumo di rose rosse 
di un giardino vicino inondava l'aria
mentre due ragazzini senza aquiloni 
correvano per le stradine felici