mercoledì 21 dicembre 2022

UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA'


UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA'

Avevo scelto quel posto meraviglioso per una vacanza indimenticabile, dopo tre anni difficili passati a lottare, pieni di contrasti cercando di sistemare la mia vita dopo un cambiamento radicale di tutte le mie certezze. Il mio lavoro, la mia ex casa e una nuova città, nuove amicizie e tanto altro.

Ne avevo bisogno come quando la gola è arsa dalla sete, volevo solo mare, spiaggia, cielo azzurro e caldo e poter rilassarmi, dormire e anche divertirmi in ogni senso, conoscere nuove persone, vivere insomma e perché no? Lasciandomi andare ad avventure dopo tanta solitudine.

Quel giorno particolarmente bello, dove i colori sembravano più nitidi e mi sentivo come in paradiso, seduto su una sdraio comoda con gli occhi chiusi, sentivo le onde biancastre spumeggiare ed infrangersi sulla rena vicino a me, su quella spiaggia dorata. L'ombra delle palme, il vento era caldo, sospirai forte per assaporare il profumo salmastro dell'oceano, non mi ero mai sentito così bene.

Era come se fossi in un eden fantastico ed incredibile, un pomeriggio tardo, il sole meno caldo e forte per quell'ora ed il cielo si stava già tinteggiando di un arancione leggero, preludio del prossimo tramonto, era stata una vacanza in un certo senso sudata e meritata dopo quel periodo intento, pesante e difficoltoso.

Ero lì da pochi giorni e ne avrei passati altri venti, tra spiaggia, oceano, escursioni.. Incominciavo a sentire l'energia entrare in me. L'Hotel era elegante, incastonato in quel posto tropicale magnifico e pensando all'autunno europeo appena arrivato, mi sentivo un privilegiato, anche perché aldilà del personale del posto non conoscevo ancora nessuno.

"E da tanto che sta pensando al paradiso?" una voce gradevole ed ironicamente simpatica mi aveva scosso da quel tepore rilassante in cui stavo vivendo, aprendo gli occhi mi ero trovato di fronte ed in piedi davanti alla mia sdraio, una magnifica creatura, forse stavo dormendo e sognando? Una creatura del profondo oceano era apparsa silenziosa davanti a me?

Mi ero alzato dalla mia posizione e guardai quella figura come fosse un angelo caduto dal cielo: capelli neri, ricci e bagnati che scendevano fin sotto le spalle, occhi scurissimi dalle ciglia lunghe, bocca tumida leggermente imbronciata che incorniciava un sorriso bianco perfetto e subito il cuore incominciava a battermi forte.

Aveva sorriso davanti al mio stupore, balbettai qualcosa come "Si... certo... Qui è tutto un paradiso...".

"Hai gli occhi color del cielo e i capelli color del grano." incominciavo a pensare di essere quasi preso in giro era troppo strana la cosa. "Non ti sto prendendo in giro!" mi aveva detto smettendo di sorridere.

"Che fa mi legge nel pensiero?" avevo pensato.

"E non leggo nel pensiero.." in quel momento eravamo scoppiati a ridere, avevo tolto la fascetta che legava i miei lunghi capelli biondi che scesero fino sotto le spalle, avevo solo venticinque anni, sembravo un ragazzino, ero anche in forma fisicamente grazie allo sport e mi sentivo davvero soddisfatto da come mi guardava intensamente.

"Sembriamo Yin e Jang, sai di che parlo vero?", avevo annuito.

Non so come era accaduto, dopo una mezz'ora di chiacchiere dove si era parlato di tutto, ci siamo ritrovati a passeggiare lungo la spiaggia che incominciava a tingersi di rosso per il tramonto, il discorso prese la piega su argomenti esoterici, poi delle nostre vite ed infine delle bellezze del posto.

Avevamo scoperto che alloggiavamo nello stesso albergo, inoltre  avevamo in comune molti gusti come la pittura, il mare, lo sport, il ballo ed eravamo italiani entrambi, nonostante l'altra persona sembrava caraibica. Osservavo la diversità fisica dei nostri colori, tant'è che mi misi a ridere tra me, pensando a dei biscotti famosi per essere uno chiaro ed uno scuro incollati da un goccio di crema di vaniglia.

Più tardi avevamo cenato in un piccolo locale con indosso solo il costume da bagno coperto da un pareo, i nostri occhi si fissavano spesso, ma io mi sentivo arrossire, non so perché ma non mi era mai capitata una cosa del genere.

"Hai degli occhi blu molto intensi ma credo che cambino colore in base alla luce vero?" avevo annuito mentre osservavo i suoi neri  e profondi come la pece, indecifrabili. Avevamo ascoltato musica in un locale, un genere francese anni cinquanta, musica che amavo ed amo tanto poi prima di mezzanotte, quando in quella cittadina tutti si stavano divertendo con musica e balli, eravamo rientrati nel nostro hotel.

Era molto tardi, la notte era inoltrata e la luce della luna filtrava tra le finestre della sua camera, guardavo quella creatura completamente nuda abbracciata a me, le ombre disegnavano sul corpo curve ed onde scure e sensuali. Era stata una notte piena di passione, pensavo che sarebbe durata solo una volta, i suoi capelli neri lungo le spalle sembravano blu nella penombra e contrastavano con i miei e ancora mi venne in mente il simbolo dello Ying e Jang. 

Muovendosi, aveva aperto gli occhi su di me e subito un leggero bacio aveva colpito la mia bocca, avevo anche notato in quell'istante una cosa che non avevo visto prima, il tatuaggio Ying e Jang sulla sua spalla sinistra, sorrise mentre con un dito mi sfiorava le labbra.

"Non ci siamo incontrati per caso." aveva detto all'improvviso notando i miei occhi fissi sul tatuaggio "Era destino, me lo sentivo quando ti avevo visto entrare nella hall la prima volta con la valigia blu e lo zaino in spalla. Sembravi un angelo con i capelli lunghi e lo sguardo un po' perso, come un ragazzino del Liceo."

"Grazie..." avevo risposto così

"E per cosa? Passeremo le vacanze insieme se ti... Ma si che ti va, che lo sai, fino al giorno della partenza per le nostre città saremo  insieme, non possiamo farne a meno."

Così era stato, che giorni e notti meravigliose, un sogno diventato realtà, quello che desideravo da quando avevo prenotato il viaggio nei giorni precedenti alla partenza, sull'aereo che mi portava lì, un premio che pensavo di meritare. Avevo scoperto che eravamo anche sul volo di ritorno insieme, che meraviglia fino all'ultimo e se lo sapeva già dal principio?

Milano Malpensa, venti giorni dopo, venti giorni che non scorderò mai per la felicità, per la bellezza e le cose insieme fatte, sentivo ancora dentro il profumo del mare, dei nostri corpi, dell'atmosfera vissuta in quell'angolo di paradiso. Passata la dogana ci eravamo fermati in un bar per mangiare qualcosa, non sapevo se chiedere il  suo numero di telefono.

"Senti..." mi aveva detto all'improvviso "Non scambiamoci niente, te l'ho letto negli occhi. Ne telefono, ne indirizzo, nulla. So che abiti a Milano ed io a Roma.. Se il destino vorrà ci rincontreremo, meglio così." avevo risposto con un cenno della testa, sembrava un gioco magico e crudele, in quel momento mi sentivo preso in giro ma già in vacanza non avevano parlato se ognuno di noi avesse una persona al fianco, non avevamo sentito il bisogno di dircelo. Un bacio ed un abbraccio durato un'eternità aveva suggellato il nostro addio, mentre sentivo le lacrime salire agli occhi, ero stato troppo bene e felice.

Mi ritrovai a casa dopo due ore pensando a quell'avventura stupenda ed ai suoi occhi così penetranti, ma chi era infine? Avevamo parlato di tutto, ma di nessun progetto e futuro incontro, era stata un'avventura magica, avevo realizzato poi, che mi aveva riempito il cuore da un vuoto che durava da anni. forse mi era stato mandato un angelo per avere un po' di felicità?

Erano passati circa una quindicina di anni o poco più, per  lavoro mi ero ritrovato ad un convegno internazionale molto importante nella città eterna. Un luogo fantastico come ce ne sono tanti a Roma, centinaia di persone di tutto il mondo ed una noia mortale nel partecipare a tre conferenze che non finivano mai, dove pochi parlavano l'inglese e con le cuffie del traduttore si dovevano sorbire in lingue diverse ed incomprensibili, lunghi e spesso inutili discorsi.

Poi finalmente finite le conferenze, il penultimo giorno era dedicato alle visite della città, avevo scelto di andare con una comitiva di lombardi e svizzeri per un'escursione in Vaticano per visitare gli stupendi musei e mentre stavamo passeggiando tra quelle meraviglie tra quadri e statue, all'improvviso avevo avuto un abbaglio, non credevo ai miei occhi: poco distante davanti a me c'era la meravigliosa creatura di quella vacanza lontana.

Avevo riconosciuto subito gli occhi, la bocca mentre i capelli erano più corti, non era cambiata molto, solo la sua figura leggermente appesantita ma ancora affascinante, da perfetto idiota mi ero nascosto dietro ad una colonna dove erano appoggiate due persone per non farmi vedere, semmai mi avesse riconosciuto.

Non so perché lo avevo fatto ma mi sentivo in imbarazzo, non ero più solo sentimentalmente e forse rivedendoci sarei rimasto imbambolato e non avrei saputo dire qualcosa oppure comportarmi normalmente. Quando poi la sua figura era svanita tra la folla che usciva verso i giardini, mi mi ero spostato da dalla colonna e raggiunsi il mio gruppo vedendo lo sguardo stupito e interrogatorio apparso sul volto della persona con cui mi ero sposato da poco, come  dire "Ma dov'eri finito?"

Dieci minuti dopo mentre eravamo vicino all' uscita dei giardini, un signore con la divisa da guida si era avvicinato chiamandomi gentilmente.

"Signor Daccò? Giampaolo Daccò?"

"Si sono io." avevo detto stupito.

"Le devo consegnare questa busta da parte di una persona che mi ha fermato poco fa. Mi aveva detto che non era riuscito a parlarle per le molte persone che impedivano di avvicinarsi. Mi scusi ecco a lei." presi la busta e lo ringraziai ed intanto mi ero guardato intorno per vedere se c'era, era impossibile e troppa era la folla. Avevo le mani tremanti, sapevo che quel messaggio era suo ed appena rimasto solo l'avevo aperta, le parole scritte in quel foglio leggendole mi bruciavano come il fuoco sulla pelle e nel cuore:

"Angelo biondo, ti ho finalmente rivisto dopo tutti questi anni, ti osservavo da lontano mentre non ti eri accorto di me, anche solo per pochi secondi nel mio tempo disponibile mi fermavo a guardarti. Avevo capito che non eri da solo in quel momento, così ho evitato di avvicinarmi. Volevo dirti che non ti ho mai dimenticato sei e lo sarai per sempre il mio angelo biondo, il ragazzo indimenticabile che in quei giorni lontani mi aveva salvato da un dolore forte, dalla perdita dei miei per un incidente aereo. Ero in vacanza per dimenticare ed eri arrivato tu, non te lo avevo mai detto, mi hai salvato con il tuo cuore. Sono sicuro che ci rivedremo ancora anche se non so quando. E' destino Jang, sono sicuro che il mare sarà il luogo esatto, ma non so quanto tempo passerà. Per sempre, Ying."

Avevo sorriso mettendomi in tasca la busta mentre un'emozione forte saliva dallo stomaco e mi ero accorto che stavo piangendo, mi ripresi subito anche per ché mi stavano chiamando per salire sul pulmino che ci portava a pranzo in Hotel.

Mi sono sempre chiesto ed ancora oggi se quel sogno fosse stato vero nonostante tutto, eppure una busta messa nella scatola dei miei ricordi più belli lo conferma, quell'avventura e quel sogno era stati reali.

Giampaolo Daccò

martedì 13 dicembre 2022

VELI TRASPERENTI, OPACHI COME MURI INVISIBILI


OMBRE

    OSCURITA'

        FANTASIE

            SOGNI

                MONDI

                     MISTERI

                          VISIONI

                               ESTASI


VELI

Un freddo pungente che ti penetra nelle ossa nonostante il cappotto caldo e la sciarpa attorno al collo. Le mani gelate nei guanti di lana e i piedi intorpiditi con a fianco la piccola valigia in attesa del treno che ti riporta a casa.

Un tardo pomeriggio quando la sera si avvicina, dove una leggera bruma grigia fa si che i contorni siano leggermente foschi e le luci dei lampioni sembrano girasoli luminosi indistinti in quel paesaggio scuro.

Così la nebbia che avvolge i contorni vicini della stazione come un velo trasparente ed opaco da un senso, con la sua luce fioca e strana, quasi incolore ai personaggi che attraversano le corsie, che sono in attesa di altri treni, che aspettano qualcuno che arrivi con il prossimo treno o si mettono in fila per acquistare il biglietto alle casse.

Una luce sinistra dona ai vagoni fermi o in viaggio veloci, quasi fossero fantasmi grigi pronti a raggiungere chissà quale posto lugubre o soleggiato... Chissà dove. Annunci gracchiati confusi tra lo sferraglio nelle rotaie di qualche vettura in movimento.

 Due bambini vicino a me piangono mentre, i genitori li coprono alla bell'e meglio con giacche a vento colorate e guanti di lana tra la bruma che si stava alzando sempre di più attorno a noi, facendoci sentire quasi soli e persi in paesaggio senza colori.

Mi stringo tra le spalle sperando che il freddo non mi faccia star male più di quanto non lo stia e subito la mente vaga in quel ricordo di poche ore prima.
La nebbia ancor più fitta di quel primo pomeriggio stesso non permetteva di osservare dalla finestra di quella camera asettica, il paesaggio fuori, ne il bosco ne il fiume tortuoso scorrevano sotto i miei occhi ma solo ombre indistinte.

Un pallido sole faceva capolino a metà del cielo ma presto scompariva tra le nuvole nel cielo di un colore indefinito, mi ero girato verso quel letto, la mano di lei stringeva la mano della persona che stava con me, ma la prima era ormai una mano fredda inerte.
Mi ero avvicinato quasi con timore, le due mani si lasciarono lentamente e quella di lei cadde sul petto rimanendo ferma come quella di una bambola di pezza.

suoi occhi guardavano lontano, occhi che un tempo erano verdi, luminosi, pieni di vita, ed ora diventati ormai oscuri, pieni di ombre, ombre che segnano l'oblio e le visioni di chissà quali mondi sconosciuti pieni di cose senza nome, occhi coperti da veli.
La mano dell'altra persona mi accarezzava la spalla mentre io prendevo nelle mie quella ferma e rigida di lei.

Lo sguardo della donna guardava lontano... Chissà, verso orizzonti sconosciuti ma dalla mia bocca uscì quella parola magica che solo una donna può capire, "sentire dentro". Fu un attimo ed una luce nei suoi occhi illuminò improvvisamente le pupille vacue, forse un mezzo sorriso si era aperto sul viso pallido e magro.

Io e l'altra persona ci eravamo guardati negli occhi, mi avvicinai ancora più vicino e ripetei la parola magica sfiorandole la fronte con un bacio ma quegli occhi che un attimo prima parevano illuminarsi erano di nuovo spenti, dissi ancora per tre volte la parola magica ma nulla.
Eppure una lacrima aveva fatto capolino nell'angolo dell'occhio di lei ma non cadde sul volto. Forse non era stato nulla, forse un gesto incondizionato ma... Lo scintillio di quella lacrima c'era, l'avevamo visto.

Allontanandomi di poco sempre tenendo la sua mano inerme, avevo visto nuovamente e come sempre, il suo volto inespressivo, il suo sguardo vuoto ed il mio cuore sembrava avvolto dalla nebbia che brulicava fuori da quella stanza, lo vedevo come nascosto da un velo grigio opaco.

Rieccomi di nuovo al presente in quella stazione ora piena di persone.

Il mio treno sta per arrivare, vedo le luci avvicinarsi sempre di più, diventando più nitide tra il velo della nebbia attorno. Lo stridio dei freni ed il rumore che lo accompagna copre l'annuncio del suo arrivo.

Prendo in mano la mia borsa appoggiata a terra e salgo velocemente nel vagone, finalmente il caldo dello scompartimento, mi da un brivido piacevole sulla schiena e così mi siedo in un posto vicino al finestrino in modo da poter guardare fuori il paesaggio che si prospetterà nel viaggio.

In pochi minuti il treno riprende la sua corsa verso la metropoli, le luci fioche della città che stiamo lasciando alle spalle, sfrecciavano di fianco a me e chiudendo gli occhi, rivedo quello sguardo nascosto dai veli di un mondo misterioso dove lei vive da molti anni ormai, lei da quando "aveva deciso", in un certo senso, di non vedere e vivere più ciò che di brutto le stava attorno.

Un giorno non lontano so che quei veli dell'oblio e dell'oscurità cadranno e finalmente anche lei vedrà la vera luce e la vera vita.

Giampaolo Daccò

mercoledì 11 maggio 2022

UN BIMBO PERFETTO


 UN BIMBO PERFETTO

Paolino
Paoletto
Paolo
GiPi
Giampaolo
Giampy
Quanti nomi
può avere un bimbo
che diventa adulto
e poi vecchio?
Per essere
sempre lo stesso
essere che conoscono?
Eppure ogni volta
chiamato
con nome diverso
lui "era" diverso
Dolce con Paolino
Dispettoso con Paoletto
Distante con GiPi
Divertente con Giampy
Distinto con Giampaolo
Da anziano sarò il Signor Giampaolo o ...
Ah ecco vi siete
accorti della D
davanti alle sue personalità?
Ovvio: D
vuol dire
Daccò
un cognome indelebile
strano di dubbie origini
franco-spagnole
ecco chi è
quel bimbo e poi uomo.
Poliedricamente Daccò.
Giampaolo Daccò 🙂

mercoledì 6 aprile 2022

GLICINI SUL MURO


 GLICINI SUL MURO

Finalmente una giornata tiepida anche se non troppo, ma il sole aiuta a scaldarsi il corpo sotto una giacca pesante dopo settimane di freddo. Un mattino impegnativo, banca, avvocato, INPS, non so quanto tempo ci vorrà ma l'idea di non essere rinchiuso in un ufficio non mi preoccupa il fatto di queste commissioni, l'importante è uscire e vedere colori e passeggiare senza fretta. Dopo un'ottima colazione davvero gustosa, mi accingo ad attraversare il grande viale alberato dove palazzi in stile primo secolo incorniciano questa bella zona di Milano.

Il semaforo davanti a me diventa verde, mi appresto allora ad attraversare la strada quando, all'improvviso un profumo intenso mi colpisce le narici, alzo lo sguardo davanti a me e dal muro di cinta di uno stupendo palazzo in stile Liberty, decine di glicini violetto pendono dai rami intrecciati verso la strada. Nonostante il vento tiepido ed il sole forte mi soffermo a guardarli, un tocco di colore intenso come il profumo che emanano spiccano nel grigio di questa città. Sono fermo li ad osservare quel piccolo capolavoro della natura quando una voce all'improvviso mi desta dai pensieri:

"Mi scusi dovrei passare..."

Non mi ero accorto di essermi fermato in mezzo al marciapiedi impedendo a qualcuno di proseguire per la sua strada. Sorrido scusandomi anch'io, guardo gli occhi della signora anziana che sorride davanti a me, il loro colore è uguale a quello dei fiori e un bellissimo sorriso le spicca sul volto. Un saluto veloce e la donna continua la sua passeggiata. Mi soffermo a guardarla, quanti anni potrebbe avere? sicuramente più di settanta... E' ancora bellissima ed elegante e la vedo allontanarsi piano piano mentre con la mente la vedo diventare sempre più giovane, la figura più snella, l'andatura più sensuale e le sue belle gambe nascoste sotto una gonna stretta e lunga.

La città ora ha colori diversi, i palazzi in stile liberty ed impero hanno colori più vivi, i giardini antistanti i portoni d'entrata sono pieni di aiuole fiorite; una balilla nera passa veloce suonando un clacson buffo in direzione di quella giovane donna mentre lei si volta sorridendo... Nell'aria primaverile si respira il profumo dei glicini, nuvole chiare ondeggiano sopra di noi, alcuni bimbi per mano alla loro mamma, educatamente in silenzio si avviamo all'entrata della loro casa, mentre un signore con in bocca la pipa ed un quotidiano velocemente si ritira, togliendosi prima il cappello, nel bar elegante poco distante.

Una Milano di ottantanni fa che non esiste più, che aveva un fascino particolare e non era ancora inquinata da fabbrice e da un traffico intenso, c'erano ancora altri navigli che in breve tempo verranno coperti per far posto a strade più larghe, il progresso iniziava lentamente, certo era un periodo a volte difficile politicamente ma c'era più sicurezza e le periferie di questa città che con i sobborghi vicini si stava formano come è attualmente, erano lontane aldilà delle mura ed erano ancora pochi comuni non ancora inglobati in quello di Milano. Sembra che in quel momento fossì tornato indietro nel tempo quando i miei nonni erano giovanissimi poi all'improvviso... Un trillo di campanello di bicicletta mi ridesta da quella visione romantica:

" Hei Giampy, hai messo le radici sul marciapiedi? o hai avuto una visione celelstiale?".

Il mio postino abruzzese mi saluta a squarcia gola ridendo, salutandolo a mia volta con la mano, mi dirigo verso la mia banca, mi volto indietro verso quei muri di cinta dei bellisismi palazzi. I glicini ed il loro profumo sono ancora lì, ma purtroppo non c'è più l'atmosfera dolce e romantica di un tempo... Il traffico è intenso e til rumore dei tram che passano mi tolgono l'illusione di aver vissuto immaginariamente un affascinante passato.

Giampaolo Daccò

lunedì 14 febbraio 2022

VIALE DEI TIGLI... UN INCONTRO


 

VIALE DEI TIGLI... UN INCONTRO

Milano primavera, gli alti alberi del grande viale si stanno riempiendo di foglie verdi e di gemme. Un vento fresco che scende dalle vallate lecchesi ha pulito l'aria rendendo visualità alla Grigna ed il Resegone dietro i nuovi ed altissimi grattacieli della metropoli.

Milano ha cambiato in fretta il suo volto lasciando dietro di se, storie, persone, nuove case, palazzi, strade, parchi, automezzi ed il tempo. Il bar vicino all'università, un tempo era fumoso, pieno di ragazzi in jeans maglioni, giacche a vento, era pieno di risate, discussioni, di baci e di bevute e tanta politica.

Ora si è trasformato in un elegante pub in stile moderno, dove gli studenti sono mischiati a coppie di anziani e giovani laureati, sparite le alte chiacchiere, le risate a squarciagola e i camerieri con vassoi di metallo. Tutto è ora in ordine, camerieri vestiti elegamentemente di nero che portano la colazione o gli aperitivi in vassoi d'argento e piattini e tazze in porcellana, ovviamente con il conto poggiato in un piattino semplice da pagare subito.

Si è cambiato in meglio o in peggio dipende sempre da come una persona vede le cose e quel giorno Emanuela, dottoressa in psichiatria infantile all'Humanitas in un giorno di libertà ha deciso di fare oltre allo shopping in negozi eleganti anche una capatina nel bar dove allora ventenne, frequentava con Gemma, Susanna e Laura la compagnia di Dodo e Marco, studenti di filosofia anche perchè si era innamorata di Alessandro, di due anni più grande al quarto anno di ingegneria.

Com'era bello Alessandro dagli occhi color del mare, e com'era bella lei con i capelli biondi e lunghi, la minigonna ed il maglione rosa in tinta con il rossetto delle labbra. Una storia leggera era avvenuta tra loro, era durata qualche tempo ma era stata talmente intensa che quando avevano preso strade diverse, non si erano mai dimenticati di entrambi, inconsapevolmente l'uno dall'altra. Dentro ai loro pensieri in tutti questi anni c'erano i loro visi ed i loro baci.

Emanuela dottoressa, sposata con Giulio cardiologo, quattro figli di cui due già laurati ed uno già sposato, vive nei quartieri nuovi della ex Fiera, mentre Alessandro ingegnere, sposato due volte, attualemente single con tre figli, sta vivendo una storia d'amore con una signora inglese trapiantata a Milano da un paio di decenni. Chissà cosa lo ha portato oggi davanti a quel bar dove da ragazzo si vedeva con gli amici e lei, Emanuela.

All'improviso entrando si ritrova davanti lei, Emanuela seduta vicino alla vetrina. I due rimangono sorpresi, si fissano negli occhi, poi velocemente Alessandro ordina qualcosa e si siede di fronte a lei senza dire nulla. Le prende la mano destra che sente tremare e le dona un leggero bacio a fior di labbra. Sorridono entrambi ed il mondo scompare dietro di loro.


- Ciao Alessandro che sorpresa, come va?

- Io bene, e tu come stai? Una sorpresa davvero anche per me.

- E' passato tanto ma davvero tempo non sei cambiato lo sai?
Sei sempre tu, sempre lo stesso dal ciuffo ribelle e gli occhi di mare.

La voce di lei tradisce emozione ed imbarazzo, ora anche lui ha le mani che tremano, il suo cuore batte forte ma riesce a controllarsi, lei si tocca un'orecchino arrossendo un poco.

- Emanuela, dopo l'università e le poche volte che ci siamo incontrati,
 come mai non ti ho più vista qua intorno o almeno nelle nostre zone?

- Io e mio marito ci eravamo trasferiti a Torino per qualche anno poi siamo tornati a Milano, lavoriamo insieme all'Humanitas. 

- Senti, spero che tu non abbia fretta, mi piacerebbe parlare, 
se vuoi ancora di tante cose, sei sempre bellissima.

Nella voce di Alessandro sembra ci sia ancora l'emozione di quando lei gli disse di si in quel giorno di nebbia a fine novembre. I loro occhi mentre stanno parlando osservano il paesaggio fuori, Quel grande viale alberato come allora, non c'è più l'autobus che si fermava dall'altro capo della strada. Lei lo guarda, ricoda di che parlavano? Si quando erano insieme oltre ai baci, discutevno di politica, era di prassi allora per i giovani studenti, poi degli amici e scorribande nelle aule del'università per protestare di cosa? Non lo ricorda più.
Emanuela gli sorride arrossendo ancora un po' sotto il trucco perfetto, cosa sta pensando ora Alessandro mentre la fissa negli occhi?
Alessandro mentre le tiene di nuovo la mano, pensa sorridendole a quel viale frondoso, alle loro passeggiate, risate, ai loro baci... Al loro amore che era finito in una mattina di tarda primavera quando lui sarebbe dovuto partire con i suoi negli Stati Uniti, era finito quel magico incanto, almeno apparentemente.
Le voleva dare un bacio prima di salire in auto ed allontanarsi per sempre ma gli mancò il coraggio o forse il vero sentimento d'amore.











Ricordi che volevo fare la biologa e tu mi avevi convinto di entrare in psichiatria infantile? Avevi ragione, mi conoscevi bene e
adesso sì, posso dire di essere una donna felice.
Invece tu, che ti sentivi poeta nel cuore ma matematico nella mente,
mi avevi scritto solo una dolce poesia d’amore.

Ecco ora lei è già lontana dall'altro lato del marciapiede, Alessandro la osserva camminare verso il centro città, quando erano usciti le aveva baciato ancora la mano ma non era quello che avrebbe voluto fare. voleva assaporare di nuovo le sue belle labbra ma qualcosa lo aveva trattenuto. Negli occhi di lei lo stesso sguardo di quando l'aveva lasciata, anni fa salendo sull'auto del padre, gli era mancato il coraggio di farlo o forse non era mai stato amore. 
Neanche ora... Forse.

Giampaolo Daccò

lunedì 7 febbraio 2022

IL MESE DEI VIAGGI DEGLI ADDII

IL MESE DEI VIAGGI DEGLI ADDII

F E B B R A I O

Quando mi resi conto che Febbraio non era il mese che pensavo fosse quando ero piccolo, mi trovavo dietro alla cascina di un zio, dove iniziava a vedersi il primo ed opaco verde dell'erba, le stagioni erano allora segnate dal tempo ed ongi mese aveva i suoi colori, profumi e tant'altro.

Febbraio era bellissimo, con il carnevale, il vento tiepido del Fòn che scendeva dalle Prealpi e scaldava la valle del Po, c'erano poi le serate fredde davanti al camino della casa della nonna dove vivevo, il cielo del mattino che con un azzurro tenue annunciava che la primavera era prossima anche se il vespro della sera arrivava abbastanza presto segnando di viola il rosso del sole ormai tramontato.

Ecco quel giorno di metà febbraio arrivò la notizia della morte di un mio amichetto dell' asilo e tre settimane prima se n'era andato anche mio nonno paterno a soli cinquantadue anni, troppo presto. Al momento, non avevo capito, poi nonna con le sue dolci parole mi aveva messo al corrente che il mio amichetto aveva attraversato la strada sfuggendo di mano ala mamma ed era morto investito da un camion sotto gli occhi dei fratellini. Avevo pianto tanto ma non sapevo ancora cos'era di preciso la morte.

A febbraio dell'anno dopo iniziando le scuole elementari, nonna e zia si erano trasferite nell'appartamento sotto i miei e mia madre aveva annunciato l'arrivo di un fratellino o sorellina. Che felicità, eravamo tutti esaltati, a giungo sarebbe nata poi mia sorella, tre giorni dopo era arrivata un'altra notizia terribile, la più cara amica di mia madre che chiamavo zia,  di era ammalata di un male incurabile, allora.

Io non ero così maturo da pensare alle coincidenze o a piani "celesti" terribili ma iniziavo ad aver paura di questo mese, mi sembrava che qualcosa non andasse; intanto il tempo passava, sembrava che per due anni questo febbraio cattivo fosse finito ed invece, due anni dopo se ne andò un altro zio, proprio a metà febbraio. Da quel giorno dentro di me, da bambino indaco avvenne la certezza che il mio animo percepiva sempre di più le cose negative che sarebbero accadute in futuro.

Le persone hanno una strana visione delle cose brutte, parlano di malefici, si toccano per scaramanzia, fanno le corna, la superstizione è una cosa terribile, allonta le persone per paura e vigliaccheria senza cercare di comprendere e così come un viaggiatore seduto nella sala d'aspetto di un'anonima stazione che guardava il suo treno apparire all'orizzonte, avevo la sensazione che anche io stessi facendo la stessa cosa.

Arrivò quel treno più e più volte: i miei si separarono in questo mese, il sedici febbraio trovarono a nonna un male tremendo, il sedici febbraio a mia sorella anni dopo, mamma era morta il sedici febbraio, due zii coetanei sia della famiglia di papà che di mamma se ne andarono contemporaneamente il cinque febbraio, a papà scoprirono il famoso ed attuale virus a febbraio andandosene pochi giorni dopo.

Odiavo febbraio, ogni volta sempre di più, nel corso delgi anni avevo perso ancora molte persone in quel mese, e quasi anche chi divide la mia vita cn me da quasi venticinque anni... A febbraio per due volte cambiai città, poi avevo perso un lavoro molto importante, avevo subito due operazioni, avevo divorziato molti anni prima... Quasi sembrava una comica, una tragedia greca in cui gli dei si divertivano a far accadere le cose agli umani in maniera da affiorare i sospetti di maledizioni.

Eppure non è brutto Febbraio, non è maledetto come viene definito da un proverbio questo mese, è un preludio alla primavera, ai primi bucanese o fiorellini selvatici, ai tramonti di fuoco e le albe intense. Ci sono state tante belle cose accadute agli altri, forse anche a me ma non le ricordo perchè quelle brutte si imprimono molto di più nella mente quando accadono.

Così con gli anni come avevo imparato ad aspettarlo con terrore e paura ora non lo aspetto più, lascio che venga, che faccia il suo corso e se ne vada via lasciando il posto a marzo, un mese quasi indifferente, ne freddo ne caldo, a volte piovoso a volte no, un mese che divide la stagione buia da quella di luce, un mese dove il verde e i fuori e le gemme sugli alberi si fanno più forti, dove nulla acade di brutto per me. Febbraio relativamente corto sarà ormai lontano.

Febbraio, per sempre lo chiamero IL MESE DEI VIAGGI E DEGLI ADDII.

Giampaolo Daccò.


mercoledì 26 gennaio 2022

SENTIERO PROFONDO


 



SENTIERO PROFONDO

(Giampaolo Daccò)


PERCHE' CAMMINI DA SOLO NEL BOSCO TI DOMANDI?
PERCHE' SAI CHE QUEL BOSCO E' LA TUA VITA,
IL TUO MONDO E CHI SEI NEL TUO PROFONDO,
MA DOVRAI PROSEGUIRE SEMPRE PER CAPIRE DI PIU'.

SAPRAI POI CHE QUEGLI ALBERI ALTI E GRANDI
SONO I TUOI PROBLEMI E LE TUE ESPERIENZE,
OGNUNO DI LORO HA UN SEGNO IMPORTANTE SUL TRONCO
QUALCOSA CHE RIMARRA' INDELEBILE NEL TUO ANIMO.

SARA' QUEL SIMBOLO DIVERSO IN OGNI FUSTO
A RICORDARTI CHE SEI STATO VITTIMA O CARNEFICE,
VINCITORE O VINTO, DOVE HAI AFFRONTATO O EVITATO
TUTTO QUELLO CHE OGNI TRONCO TI HA MESSO DAVANTI.

QUELLA STRADA STERRATA CHE PERCORRI SENZA FERMARTI
E' LA TUA ESISTENZA PIENA DI INCOGNITE E PROMESSE,
SARA' IRTA DI OSTACOLI E DOLCE DI PICCOLI DONI
NON AVERNE PAURA E' LA TUA STRADA, SOLO TUA.

LA MISTERIOSA, GRIGIA NEBBIA CHE VEDI DAVANTI 
SONO I TUOI OCCHI CHE MENTRE TI ADDENTRI,
QUELLA DOLCE E UMIDA BRUMA SI DIPANA DOLCEMENTE
PERMETTENDOTI DI VEDERE CIO' CHE HAI SVOLTO.

EPPURE IN OGNUNO DI NOI, QUESTO SENTIERO
FA PAURA, FA GIOIRE, INCURIOSISCE E LO SI TEME,
COMPRENDI CHE DIPENDE SOLO DA TE OLTREPASSARE,
CONTINUARE A VIVERE E CONCLUDERE GLI OSTACOLI.

ED ANCORA DENTRO NEL PROFONDO DEL CUORE,
NON SEI SORPRESO DI SENTIRE CHE CI SIA UNA PRESENZA,
UN ESSERE ACCANTO CHE TI INCUTE AMORE, GIOIA, TIMORE
E CHE POTREBBE, SE LO VOLESSI, AIUTARTI CON AMORE.

SAPRAI CHE NON LO VEDRAI MAI, MA MENTRE CAMMINI
SUL QUEL SENTIERO PROFONDO ED AFFASCINANTE
QUESTA PRESENZA INVISIBILE E FORTE E' ACCANTO, 
E' CONTINUAMENTE AL TUO FIANCO SE LO DI CREDE.

E' QUEL LUI, A CUI OGNUNO DI NOI HA DATO UN NOME
UNA SEMBIANZA, UN SIGNIFICATO O UNA SPERANZA, 
 CHE TI GUIDA SU QUEL PERCORSO CON FEDE E GIOIA,
E SE NON LO SENTI, SOLO LA TUA FORZA TI AIUTERA'.

NON SARA' FACILE E SARA' SOLO IL TUO CORAGGIO
L' AMORE PER LA VITA, PER GLI ALTRI, PER TE STESSO
A FARTI PROSEGUIRE IN QUESTO CAMMINO TORTUOSO,
A VOLTE BREVE, A VOLTE LUNGO, LUMINOSO OD OSCURO.

ALLA FINE ARRIVERAI NELLA STUPENDA RADURA DI LUCE,
NON FARTI TROVARE IMPREPARATO E SENZA AMORE,
SARA' QUESTO CHE ALLA FINE HA CREATO CIO' CHI SEI,
VINCENDO QUEL PERCORSO, QUEL SENTIERO IRTO E DOLCE.

LA GIOIA CHE SI INSINUERA' DENTRO NELLA TUA ANIMA,
SARA' IL MOMENTO IN CUI LA SPLENDIDA LUCE
TI ACCOGLIERA' CON L'AMORE INTENSO, IMMENSO, UNICO
PER QUEL CAMMINO PERCORSO NEL SENTIERO PROFONDO.