sabato 20 novembre 2021

BALLATA D'AUTUNNO


 BALLATA D'AUTUNNO

(Writers: Juan Manuel and Teresa Serrat)

Piove
Là dietro la finestra, piove, piove
Sopra quel tetto rosso e spaccato
Sopra quel fieno tagliato
Sopra quei campi, piove
Si gonfia di grigio il cielo
E il suolo è già grondante di foglie;
Si è profumato d'autunno.
Il tempo che si addormenta
Mi sembra, un bimbo in braccio al vento
Come in un canto d'autunno.

Una ballata d'autunno,
Un canto triste di malinconia
Vien dietro al giorno che va via.
Una ballata in autunno
Pregata a voce spenta,
Soffiata come un lamento
Che canta il vento.
Piove,
Là, dietro la finestra, piove, piove,
Sopra quel tetto rosso e spaccato,
Sopra quel fieno tagliato,
Sopra quei campi, piove.

Io ti racconterei
Che sta bruciandosi l'ultimo legno al fuoco e poi
Che la mia povertà
È anche di un sorriso, che sono sola ormai,
Ma io da sola son finita.
E ti racconterei
Che i giovani son giovani
Perché non sanno mai
Che no, non è la vita
La bella cosa che
Che loro gira in mente: io questo lo so
Magari si potesse
Del domani e del passato
Dire quello che ho sognato;

Ma il tempo passa e ti canta pian piano
Con voce sempre più stanca,
Una ballata d'autunno.
Piove,
Là dietro la finestra, piove, piove
Sopra quel tetto rosso e spaccato
Sopra quel fieno tagliato
Sopra quei campi, piove.

giovedì 18 novembre 2021

INDIMENTICABILI SENSAZIONI


INDIMENTICABILI SENSAZIONI

11 settembre 2009, Costa Brava.

   La distesa di quel mare blu scuro con sfumature verdastre era davanti ai nostri occhi; dei magnifici riflessi del sole ormai quasi scomparso all'orizzonte erano tra le onde leggere che correvano verso la costa. Essi donavano a quella piatta, sfumature aranciate e brillanti del tramonto che ormai segnava l'arrivo del vespro e della notte alle nostre spalle.
La sensazione di osservare piccoli diamanti colorati, brillanti incastonati, rubini lumonosi su un tappeto di seta ondulato, una magia che come quasi ogni sera regalava alla fine delle giornate calde un sogno fantastico. 
 I gabbiani e altri uccelli più scuri volavano aldi sopra delle nostre teste, sembravan leggeri come aquiloni spinti dal vento mentre nuvole violacee all'orizzonte segnavano la linea dove il l'astro del giorno è andato a a dormire. Il profumo intenso e salmastro del mare mi mischiava con la leggera brezza dell'aria su questo piccolo paradiso spagnolo, in questo magnifico settembre di vacanza.. 
   Dal fiorito terrazzo del ristorante osservavamo delle barche colorate veleggiare su quella distesa immensa come cavalieri solitari in una terra misteriosa, dalle loro cabine uscivano le luci che incominciavano a farsi strada nel buio che stava per arrivare, mentre cinque bambini correvano urlanti e a perdifiato sulla sabbia, ridendo e spingendosi dolcemente con le loro mamme che li seguiva poco indietro, tutte intente a parlottare tra loro. Su quella distesa sabbiosa non c'erano pericoli.
   Le case bianche dai tetti piatti e le persiane tinte di pastello, con i muri coperti da rampicanti colorati della cittadina sulla costa, facevano si che i nostri desideri erano di vivere in quel luogo, pieno di luce, colori , profumi ed allegria.
Trasferirci lì per vivere giornate stupende come questa, cambiare vita, città, casa, abitudini e godersi quella calma così irreale e fantastica. Appunto, era solo un sogno ma era così bello crogiolarsi in quell'illusione. 
   Una vacanza, la nostra, diversa da molte altre passate negli anni addietro, una vacanza fatta di piccoli spostamenti durati due o tre giorni, di permanenze in paesi o cittadine diversi dalla vicina Barcellona, una vacanza piena di indimenticabili sensazioni.
   Più tardi, quando già la mezzanotte aveva scoccato il suo ultimo rintocco, da una delle terrazze dell'albergo, nelle panombra lontano dalle lanterne colorate appese ai muri, guardavo il cielo blu puntato di stelle che come un manto luminoso circondava la macchia bruna del mare, il vento si era fatto più fresco giungendo alle mie spalle e portando con se profumi intensi di fiori nei vasi che circondavano questo grande balcone.
   Scie luminose delle automobili sfrecciavano nelle vie sottostanti, molte persone passeggiavano tra le vie, dove i vociare e rumori della vita notturna, arrivavano qui ovattati ed intanto  pensavo a poche ore prima quel paesaggio che ho sempre amato tanto, al mare, alla spiaggia, a quelle sensazioni di vita e di felicità passate in due su questa lunga costa spagnola dove tutto dava la senzazione di allegria, di serenità, di libertà. 
   Ed ecco affacciarsi ancora il prepotente desiderio di volere vivere qui nel mio cuore, avevo sorriso tra me pensandomi lontano dalla frenetica Milano, così ero rientrato nel salone interno dell'albergo, salendo le scale ho raggunto la nostra camera chiudendomi alle spalle il sogno o il desiderio di poc'anzi. Mi ero disteso sul letto accanto al mio amore che dormiva già e poco prima che giungesse il sonno, con gli occhi chiusi avevo rivisto quel mare cristallino e le sue onde bianche e leggere sciogliersi sulla sabbia dorata e poi sprofondai nel mondo dei sogni.
Fuori, la notte con le sue stelle, proseguiva nel suo cammino.

Giampaolo Daccò



giovedì 4 novembre 2021

BRINDIAMO INSIEME


 BRINDIAMO INSIEME

- Brindiamo insieme? Siamo soli qui... -
- Certo, anche se sono tutti in terrazza a festeggiare il nuovo anno. -
- Non amo la folla. -
- Nemmeno io, a proposito sono Patrick - la sua mano si porge verso di lui, una mano grande, scura come il suo viso, capelli ed occhi.
- Piacere Samuel. -
- Inglese o americano? -
- No israeliano e tu? -
- Olandese di origini ispaniche da parte di mamma. -

Sorrisi, la stretta di mano e gli auguri di buon anno tra i due uomini finirono nella camera di Samuel, il giovane dagli occhi verdi, capelli rossi e fisico sportivo.
La luce della luna nella calda camera illuminava i due corpi vicini come fossero i toni del chiaro/scuro, come un mantra d'amore.
I brindisi furono molti nel corso dei mesi successivi, una storia a cui neppure loro sapevano dare un nome.
Si rirovarono spesso a Tel Aviv, a Den Haag, molto di più a Parigi dove lavoravano a poca distanza, dove ognuno aveva mantenuto il suo appartamento.
Sembrava un amore che durasse nel tempo, Samuel amava quei tocchi di cristallo che quasi ogni sera scoccavamo prima della loro cena o di qualche festa, da soli, da amici, in famiglia.
Patrick, adorava quell'uomo che sembrava un angelo, un folletto uscito da qualche libro, occhi di gatto, la pelle macchiata di lentiggini e quel sorriso bianco.
Quasi un anno d'amore e poi a pochi giorni prima di Natale, Patrick gli aveva lasciato una lettera ed una foto: loro due che brindavano, la foto del loro primo incontro.

- Il nostro primo brindisi e non ce ne saranno altri Samuel. Sarò duro ma non posso fare altro: è finita. Perdonami se puoi ma non so darti spiegazioni e motivi ma... E' finita. Anche se non crederai sarai sempre nel mio cuore, non cercarmi più ti prego mio angelo.

Samuel aveva pianto? Aveva imprecato? Aveva... Non se lo ricorda, non vuole ricordarlo, un anno d'amore è poco o tanto, dipende sempre da come lo si è visstuto e Samuel, l'ha vissuto intensamente... Come una promessa non lo ha mai più cercato.

Notte di capodanno un anno dopo, Londra, festa aziendale, ricchi papaveri della finanza, modelle, signore ingioiellate, giovani rampanti senza scrupoli e vecchi impomatati al fianco di signore rifatte dal chirurgo plastico, quasi da sembrare dei mostri di cera.
Samuel da solo si era stancato delle chiacchiere dei colleghi, del lavoro e si era allontanto pensando di cambiare tutta la sua vita e trasferirsi definitivamente a Tel Aviv, le offerte non gli eraano mancate quando, voltando lo sguardo verso le poltrone poco lontane dal piano bar lo vede: Patrick.
 Senza farsi notare si era appostato come un ladro dietro ad una colonna che portava verso le cucine di quel lussuoso albergo dove si svolgeva la festa milionaria dei "grandi".
Non lo vedevano ed intanto sorgeggiava il suo calice di champagne. Patrick era seduto di fronte ad un giovane uomo dai tratti americani, biondo, bello con la mascella tipicamente volitiva degli uomini d'oltre oceano.
Poteva sentire le loro parole mentre quasi tutti erano sul terrazzo a guardare l'imminente scoppio di fuochi d'artificio che avrebbero festeggiato l'anno nuovo.

- Brindiamo insieme? Siamo soli qui... -
- Volentieri gli altri sono tutti in terrazza a festeggiare il nuovo anno. -
- Non amo la folla. -
- Nemmeno io, a proposito sono Patrick - la sua mano si porge verso di lui, una mano grande, scura come il suo viso, capelli ed occhi.
- Piacere Robert. -
- Inglese o americano? -
- Americano di San Diego e tu? -
- Olandese di origini ispaniche da parte di mamma. -

Samuel aveva ascoltato le stesse frasi di due anni prima, nonostante il tuffo al cuore, un sorriso era apparso sul suo volto anche se avrebbe voluto piangere. Tutto uguale, tutto come due anni prima, il repertorio di Patrick non era fantasioso, Samuel aveva perso solo un anno di passione e forse di amore, ma ora dopo averlo visto con Robert aveva capito una cosa: avrebbe lasciato Londra, Parigi e l'azienda, sarebbe tornato a Tel Aviv, avrebbe accettato di lavorare per quella famosa multinazionale con uffici a Milano e Berlino. Si la sua vita avrà una svolta.
Si gira verso i due uomini ancora seduti a chiacchierare sul divano e mentre questi si cingevano a bridare ancora, Samuel aveva alzato il suo calice verso di loro:

- Buona fortuna Robert, buon anno d'amore. -

Giampaolo Daccò.