martedì 24 marzo 2020

THREE FATHERS





THREE FATHERS

MARIO - LUIGI - JOHN

What a strange life, sometimes it makes you take different paths from the ones you thought you were doing, sometimes it knocks you down to the end or raises you to the top of success or even gives you a monotonous, peaceful life where you appear and you go without leave a trace.
I can say that mine has been intensely full of pain but also of adventures and experiences that have made me change maturing and have removed that verve and cheerfulness of the past transforming it into light melancholy and solitude inside.
The strangest thing in my life was to have, in a sense, three fathers, in three different ages.
Three different men who in recent years have played a role in my existence:
Mario, my real father, the one who generated me and who is now unfortunately among the people affected by this cursed virus and who still has little to stay here on this good and ferocious mother earth. A man who never wanted me, perhaps even loved me and never followed. I missed it, I felt pain because of not understanding why. One day I heard the reason from his voice as my mother screamed and so I made a decision, I would never speak to him again, I also silenced at the table, at home, around, between friends and relatives until, when I was eight years old my dearest aunt had married Luigi.
Luigi, a nice, intelligent man, of culture, taught me to paint, to draw to understand astronomy and every time my father attacked me he took really strong positions and thus made me feel loved.
I will never forget his words one day when I ran away to his house crying after arguing with Mario.

"I should have been your dear father my boyfriend"

His words filled my heart and when I left when I was only nineteen, it was he I thought of as a father.
Then fate as always bad took Luigi away and so I felt orphaned even though Mario was there.
I tried again the approach with him several times in many years but I found a wall in front so I closed everything thinking about Luigi that if he had been there maybe I would have felt less alone.
John almost breaks into my life for a stroke of luck, astronomy a passion in common, so as a simple astronomer in contact with a great astronomer who is him, John, we have become like father and son.
He advises me, listens to me, is a man despite his young age, head, spirit, intelligent and very good and generous.
A great person that I allow myself to call dad, because he is English, so now that dad Mario and dad Luigi are gone, I have John and I hope for a long time to come.

Giampaolo Daccò D.L.

TRE PADRI





TRE PADRI

MARIO - LUIGI - JOHN

Che strana la vita, a volte ti fa prendere strade diverse da quelle che tu pensavi di fare, a volte ti abbatte fino alla fine oppure ti innalza al vertice del successo o ancora ti regala una vita monotona, tranquilla dove appari e te ne vai senza lasciare traccia.
Io posso dire che la mia è stata intensamente piena di dolore ma anche di avventure e di esperienze  che mi hanno fatto cambiare maturando e hanno tolto quella verve e allegria di un tempo trasformandola in leggera malinconia e solitudine dentro.
La cosa più strana della mia vita è stata quella di avere , in un certo senso, tre padri, in tre età diverse.
Tre uomini differenti che in questi anni hanno avuto un peso nella mia esistenza:
Mario, mio vero padre, quello che mi ha generato e che ora purtroppo è tra le persone colpite da questo maledetto virus e che ha ancora poco da restare qui su questa madre terra buona e feroce. Un uomo che non mi ha mai voluto, forse neanche amato e mai seguito. Ne sentivo la mancanza, provavo dolore per questo non capendone il perché. Un giorno sentii dalla sua voce il motivo mentre mia madre urlava e così presi una decisione, non avrei mai più parlato con lui, silenzi anche a tavola, in casa, in giro, tra amici e parenti fino a che, quando avevo otto anni mia zia la mia più cara aveva sposato Luigi.
Luigi, un uomo simpatico, intelligente, di cultura, mi ha insegnato a dipingere, a disegnare a comprendere l'astronomia e ogni volta che mio padre quello vero mi attaccava lui prendeva posizioni davvero forti e così mi faceva sentire amato.
Non dimenticherò mai le sue parole un giorno quando scappai a casa sua piangendo dopo aver litigato con Mario.

"Avrei dovuto essere io tuo padre caro il mio ragazzo"

Le sue parole mi riempirono il cuore e quando me n'ero andato via di casa a soli diciannove anni, era lui a cui pensavo come padre.
Poi il destino come sempre cattivo si è portato via Luigi e così allora mi ero sentito orfano nonostante ci fosse Mario.
Ritentai l'approccio con lui più volte in tanti anni ma ho trovato un muro davanti così ho chiuso tutto pensando a Luigi che se ci fosse stato forse mi sarei sentito meno solo.
John irrompe quasi nella mia vita per un colpo di fortuna, l'astronomia una passione in comune, così da semplice astronomo in contatto con un grande astronomo che è lui, John, siamo diventati come padre e figlio.
Lui mi consiglia, mi ascolta, è un uomo nonostante la sua età giovane, di testa, di spirito, intelligente e molto buono e generoso.
Una grande persona che mi permetto di chiamare dad, perché lui è inglese, così ora che papà Mario e papà Luigi se ne sono andati via, ho John e spero per tanto tempo ancora.

Giampaolo Daccò D.L.

martedì 10 marzo 2020

QUELLO CHE NON C'E' MAI STATO





QUELLO CHE NON C'E' MAI STATO

Ecco, sono qui davanti a te.
Ti guardo in quella cassa di legno di noce mentre i tuoi occhi sono chiusi e senza respiro, il tuo corpo sembra un manichino vestito da festa.
Ti guardo e non provo nulla, niente... 
Eppure ho cercato nel mio cuore un filo di emozione, un sentimento che non riesco a trovare.
Sento persone vicino ma non so chi c'è attorno a noi.
distrattamente ascolto ogni tanto un bisbiglio, forse qualcuno ha notato che non ho fatto neanche una mossa per poterti dare una carezza o un tocco alle tue mani incrociate e gelide.
Non sento nulla dentro e mi dispiace dopo anni di pianti, di domande, di odio e poi l'indifferenze perché, il tempo e l'età portano indifferenza o alla coscienza che non puoi rimediare a nulla.
Tu sei invecchiato da solo e quasi tutti ti hanno voltato le spalle mentre recitavi la parte della vittima.
Tu avevi lasciati soli chi ti voleva bene e li hai gettati via dalla  tua vita come degli stracci inutili.
Che peccato!
Quante cose ti sei perso, non hai goduto, non hai vissuto ma dalla tua torre d'avorio, dal tuo piedistallo, dal tuo egoismo tutti dovevano stare ai tuoi piedi.
Esistevi solo tu.
Nella mia mente vengono cacciate via le frasi cattive che in un passato lontano mi dicevi prima che te ne andassi via con l'altra, cerco di farlo anche se prepotentemente seppur davanti al tuo capezzale, arrivano come frustate indelebili.
Quante volte ho cercato di farmi amare, di venirti incontro? Troppe, tante o troppo poche? 
Ma quando davanti a te c'è un muro impenetrabile, alla fine ti arrendi, alla fine non ti senti più in colpa di qualcosa che non hai mai fatto tranne di nascere e di non essere voluto.
Sto diventando vecchio anche io piano piano, non ho perdonato in un certo senso, posso solo dire che ti ho condonato tutto il male che hai fatto comprendendo la tua incapacità di essere quello che avresti dovuto essere, un padre.

"Mio figlio è un idiota!"
"Mi vergogno di te, gli altri a scuola sono più bravi."
"Che ho fatto di male per meritarmi un cretino come figlio?"
"Tua sorella si è che mia figlia, più bella ed intelligente."
"Vai da tua nonna di sotto mi dai fastidio!"
"Sei uguale a tua madre."

Sono uguale a mia madre, invece di odiarti quel giorno ho capito di esser fiero di essere come lei... Fiero ed orgoglioso di avere un cuore che palpita, di avere un anima con dentro tante cose e tu?
Sei andato via un giorno, finalmente, lontano con un altra anche se ormai era troppo tardi per noi, per trovare una serenità e dimenticare.
Ti sto guardando e non provo niente, una mano mi stringe la mia e sento dire qualcosa, sorrido mestamente, come di prassi nei funerali, come una recita ridicola mentre avrei voglia di mandarli a quel paese.
Condoglianze, mi vien da ridere ma non posso, alla mia età non posso proprio.

"Vorrei che tu non fossi mai stato mio figlio!"

Giro le spalle al tuo feretro, non sento nulla e non vedo i volti di chi è presente alla farsa di una benedizione ad un ateo che mai ha voluto pregare.
Dopotutto devo fare la parte del figlio buono che ha perdonato il padre e che con la mia presenza ha alleviato l'angoscia dei parenti che speravano.
Speravano cosa mi chiedo.
Quello che mi fa triste è pensare che avremmo potuto essere un padre e figlio che si amavano tanto, che mi avresti portato in spalla, seguito nella vita, giocare con me, insegnarmi tante cose, come fanno molti genitori con i propri figli, vivere tutto quello che non c'è mai stato.
Ormai non importa più, seduto su una panca fredda ed anonima sento la mano di chi mi sta accanto da una vita stringere la mia, un calore che mi fa star bene in questo momento.

"Addio sconosciuto che non ha saputo assaporare 
e cogliere l'amore che lo circondava, 
che non ha capito di poter essere felice 
con le persone che aveva accanto 
che ha detestato sentendosi in prigione. 
Addio a quest'uomo che ha lasciato il nulla,
 un qualcosa per cui piangere, 
per sentirne una mancanza,
 per un dolore che non esiste.
Addio a tutto quello che non c'è mai stato.
Addio."

Giampaolo Daccò Dos Lerén