lunedì 24 maggio 2021

MA... E QUANDO INVECCHI TU?


 MA... E QUANDO INVECCHI TU?

(di Giampaolo Daccò)
(photo di E.M.S.)
p.s. = una storia un poco scema da raccontare.

Milano, maggio 2021.
Incontri un amico dopo più di dieci anni.
Il solito abbraccio, oh ma quanto tempo, come te la passi, ecc. ecc...
Si decide di prendere un caffè per fare dieci minuti di chiacchiere prima che di fretta, ognuno torni ai propri impegni.
Bella sorpresa.
Presi i caffè, ci mettiamo seduti su una panchina in Piazza Diaz con la galleria Vittorio Emanuele II° di fronte a noi.
Lo sferragliare di un tram copre il rumore di chiacchiere di passanti, poi un sole caldo illumina davanti a noi la splendida Piazza Del Duomo.
Ed è qui che il discorso intrapreso da S. alle mie orecchie, risuona un tantino idiota-fantascientifico:

- Ti trovo bene.
- Grazie anche tu a quanto vedo. (la solita bugia per non far pesare il cambiamento del fichissimo ragazzo guardato dalle ragazze di allora, invidiato da molti altri amici, in un uomo di dodici lustri, stempiato con pancione e pure nonno).
- Beh però tu meglio, un po' dimagrito ma sembri... O meglio voglio dire... Ma non invecchi mai?
- Come no invecchio anche io.
- Si ma però mi pare un po' troppo il fatto e che...
- Cioè?
- No non è una critica ma, ti vesti sempre così?
- Perché? Ho un paio di pantaloni sportivi una maglietta e scarpe sportive, che di solito non metto mai ma...
- Beh mio figlio si veste così l'ultimo dei tre, te lo ricordi?
- No sono trent'anni che sono tornato a vivere a Milano, non credo di conoscerlo.
- Si  si chiama G, ci eravamo visti per caso al bar del Castello eri con un amico tuo di Milano, mio figlio ti faceva ciao con la manina nel passeggino, era più o meno il 1993.
- Ah si? Interessante (dico con voce incolore), ricordo ora.
- Beh alla nostra età forse sarebbe un po' troppo.
- Tu dici di come mi vesto?
- Dico dico, va bene che te li porti bene. Ma...
- Ma? (Che cavolo sta dicendo va bene che te li porti bene, mi critica? Poi mi ritornano in mente le sue frecciatine fatte a scuola, era fatto così anche a quel tempo e in quel momento mi ritiro un poco cercando di non mostrare il piccolo fastidio, in quanto non essendo abituato a criticare, preferisco stare zitto).
- Beh non voglio dire qualcosa di male ma, sembra che tu faccia di tutto per sembrare più giovane, vedo anche le foto su Facebook, ritoccatine eh, ahahahh.
- (Con sorrisone) Ahahah, mais non, c'est tout nature. Non è che faccio di tutto, sono così io, mi piace vestirmi giovane oggi però è un caso, di solito sono sportivo elegante, e non trucco le foto se non in qualche occasione come fanno tutti del resto. (Ma mi sto giustificando???)
- Si si... Vedo ma a volte è meglio non esagerare.
- Perché ho esagerato?
- No intendevo dire che alla nostra età ci sono cose adatte per non sembrare magari strani e... (per non dire ridicoli leggo nei suoi occhi).
- Bisogna non esagerare ovvio, mi rendo conto della nostra età, ma sinceramente io mi sento giovane magari più dentro che fuori, sai gli acciacchi.
- Ecco intendevo dire anche questo tu li hai?
- Cosa? Gli acciacchi?
- Si si.
- Certo ma non ci faccio caso.
- Davvero? Io rompo le palle a mia moglie. Lei dice che suo padre alla nostra età saltava i fossi per il lungo.
- Oh lo faccio anche io tutt'ora (ovvio che la mia è una battuta).
- Se se, ha parlato il ragazzino (non so perché ma mi sto innervosendo). Con i capelli alla moda, Milano forse pretende questo da noi ahahah.
- Ahahah (non so cosa ci sia da ridere e dove sta la battuta).
- Beh io un po' li ho persi...
- Vedo, volevo dire che anche io avevo più capelli prima, ma è normale con dodici lustri e poco più sulle spalle è ovvio che qualcosa cada.
- ? (un punto di domanda nei suoi occhi verdi, un tempo molto belli ora un molto cambiati). Non ho capito.
- Cosa?
- I dodici lustri e più che è?
- Non ti ricordi? Matematica della prof. Mafessoni a scuola? La Rozza alle elementari...
- Ehm senti, non ricordo molto bene ma penso sia qualcosa legata agli anni, spero non secoli ahahah.
- Ahah-ahah (la risata mi è venuta bene anche se finta, oh mamma ma che ci faccio seduto qui con lui a parlare di... niente).
- Sai perché sono qui a Milano?
- No (e come potrei ti vedo dopo dieci e passa anni).
- Volevo comprarmi un abito, bello non troppo da ragazzino come fai tu (e ridaje), si sposa L. mio nipote lo ricordi? (annuisco), e vuole che faccia da testimone. Abita a Crema ora, ma non voglio spendere una cifra esagerata.
- Guarda di fronte a te a fianco sulla sinistra della Galleria c'è un bel negozio di abiti per uomo che vanno bene per la nostra età. Ci trovi frac, tight (mi fermo un attimo e lo guardo e lui mi osserva con occhi socchiusi), volevo dire vestiti da cerimonia molto belli a prezzi ottimi, altrimenti puoi andare in piazza San Babila dove c'è "B..." e li vedrai che ad un prezzo adeguato ti vesti molto elegante. (Ma che sto facendo anche il personal shopper? Doveva essere un incontro dove si parla di ricordi e di come stai, mah.)
- Ah si grazie, gentile da parte tua. Penso però che tu non possa accompagnarmi.
- Veramente non posso davvero, ho delle cose da fare ma segui il mio consiglio (mi scappa l'occhiata alla pancia e penso ai vestiti di "B...", speriamo bene).
- Allora Giampaolo ora devo scappare mia moglie con sua sorella mi aspettano alla Rinascente, mi ha fatto piacere rivederti.
- Anche per me, dopo tanti anni ( mi chiedo perché non è andato con loro alla Rinascente, ci stanno un sacco di abiti lì).
- Si si, ma attenzione non esagerare troppo.
- A cosa?
- A fare il ragazzino ahahha.
- (Non riesco a trattenermi, guardo la sua pancia, lo fisso sulla testa e sento la mia voce dire) Io posso ancora permettermelo caro S., ciao allora e grazie per il caffè.
- Ciao, ci vedremo ancora spero.
- Sicuramente, magari quando verrò al paesello... (Magari tra un paio di lustri o più.)
Mi alzo dalla panchina, mi rigiro verso di lui lo saluto con la mano e lui contraccambia. Rivedo nella mente  il fisico sportivo che aveva ben parecchi lustri fa (ops non dovevo dire lustri ma anni, si sa mai) ed ora nella realtà com'è adesso. Alto ma leggermente ricurvo, sguardo un po' spento, stempiato, con pancia... E ricordo le battutine di tempo fa su di me perché ero piccolo e magro.
Intanto che mi accingo a raggiungere un paio di amici mi chiedo ma che razza di incontri si fanno il sabato mattina?
Mi fermo davanti ad un vetrina di una nota marca di orologi, i miei due amici appaiono dietro e mentre mi volto verso di loro, uno mi dice:
- Ti abbiamo visto da lontano con uno che sicuramente era un amico di vecchia data. Vicino a lui sembravi suo figlio ma Giampy... Tu non invecchi mai? (A ridaje).
- Quando invecchierò ti farò una telefonata, magari tra qualche lustro... 
- Non troppi mi raccomando abbiamo una certa età ahahah.
- Va la cretinetti andiamo dai. (Almeno loro sanno quant'è un lustro).





venerdì 14 maggio 2021

IL RE DELL'INVERNO


 IL RE DELL'INVERNO

Alcuni mi chiamano
Il Re dell'Inverno
L'uomo delle sere oscure
Il solitario della neve
Quello del vento freddo

E' vero sono nato
Durante una bufera di neve
E' vero sono stato 
Prima un bimbo solo

Poi un giovane solitario
Ora un uomo appartato
Eppure mi sento davvero
Il Re dell'Inverno

Le cose più brutte
Le cose più sofferte
Sono sempre accadute
Durante i miei inverni

Ho affrontato il gelo
Le paure, il buio, il dolore
Ho affrontato da solo
Anche chi ero, chi sono 

Il vespero, il crepuscolo
Sono parte della mia vita
Da cui ho imparato
A vincere le sconfitte

Ecco perché per molti
sono il Re dell'Inverno
Dove tutto sembra ghiacciato
Dove tutti hanno timore

Dove l'oscurità, la pioggia, la neve
non portano serenità
non portano piacere
Dove si aspetta la luce dell'estate

Eccomi sono quel Re
senza corona, senza scettro
senza terra, senza oro
quel Re forte dal cuore cucito

Cucito dopo strappi di dolore
tagli netti pieni di sofferenza
dove l'amore c'è sempre stato
anche nelle notti buie

Ecco perché mi sento 
Il Re dell'Inverno
Vincitore di dure battaglie
Ma pieno di tenerezza.

Sono qui col cuore in mano
Un cuore aperto gli altri
Che non lascia solo nessuno perché
Sono solo Il Re dell'Inverno.

Giampaolo Daccò