domenica 19 settembre 2021

QUANTE VOLTE

 



    QUANTE VOLTE...

(di Giampaolo Daccò)

(foto "settemuse")


Quante volte...

Sento il fuscio delle foglie cadute sotto i miei piedi mentre mi incammino nel grande parco vicino a casa. L'autunno è appena iniziato e già un grande tappeto giallastro e rame invade tutte le strade ghiaiose di questo polmone verde in centro della mia città.

Quante volte ho passeggiato qui? Centinaia... Migliaia di passi fin da quando ero piccolo, eppure sono passati decenni, molte cose cambiate: lo zoo che mi metteva tristezza è scomparso da tanti anni finalmente. Ricordo che quando gli altri bambini ridevano e cercavano di gettare pezzi di cibo alle due tenere giraffe, alle scimmie o a qualche animale fermo ad osservarli in uno strano modo, a me veniva il magone e un senso di malessere.

Guardavo gli animali negli occhi e sembravano chiedere aiuto, poi un igorno lo zoo vene chiuso e non nascondevo la mia gioia che le autorità comunali avessero preso la decisione più giusta per quelle povere bestie. Poi nel corso degli anni erano arrivati e poi spariti il degrado e chi si uccideva di droga, più tardi venne il momento in cui tutti andavano a prendere la tintarella nei mesi estivi, rovinando le aiuole e gli spazi verdi, calpestandole senza ritegno con tutto ciò che si portavano dietro.

Restavano sempre i due bar storici che immobili nel tempo avevano mutato la loro immagine da chioschi a locali davvero belli e pieni di persone e finalmente le aree dei cani dove ora scorazzano i nostri più teneri amici, felici giocando tra di loro. Grande segno di civiltà.

Ecco sono su uno dei ponti che sovrastano di poco gli stagni e dentro questi, pesci grossi e piccoli, anatre, tartarughe e qualche topo sfuggente fanno da cornice a queste acque un po' torbide ed un po' strane mentre odore di muschio misto a fiori appassiti colpiscono il mio olfatto.

Quante volte ho percorso queste stradine incorniciate di alberi altissimi e cespugli selvaggi di sempre verdi: mi rivedo bimbo con mamma, nonna, zia, prozia e cuginette varie a camminare parlottando di tante cose nei sabati e domeniche liberi da impegni. Sono sempre stato circondato da figure femminili di ogni età e sepssore, questo mi ha aiutato ad essere vicino alle donne e mi sono ritrovato ad aiutare nel tempo amiche e colleghe con grande affetto.

Però quel bambino dalla giacca a vento rossa o dal cappotto blu con ricamati due gendarmi vicino al bavero lo vedo sempre correre come un matto e pieno di felicità tra i vialetti, non più rinchiuso in casa per la nebbia, per il freddo, per i compiti di scuola o per accudire momentaneamente mia sorella in culla o nel girello.

Poi quegli anni di scuola, del liceo artistico e le bigiate quando non volevi farti interrogare e con i soliti amici passeggiavi in quel parco dall'autunno fino a fine primavera tempo degli esami. Tutti in loden verde e sciarpa bianca con i jean blu oppure in eschimo verde e capelli lunghi, in base di che fazione politica in cui militavi. Poi alla fine eravamo tutti uniti davanti al chiostro di panini e bibite.

Vennero anche le contestazioni nelle piazze e urla nelle scuole uno contro l'altro ma questo parco era poi il mondo che ci riconcigliava e così accaddero anche i primi amori, i baci e qualcosa in più nascosti tra le siepi. Era stato tutto molto bello a penarci ora mentre a quel tempo, a quell'età tutto sembrava complicato e difficile.

Poi era arrivato il tempo di convivere, di lavoro e di una vita da grandi anche se poi dentro restavo sempre il ragazzo ed il bambino di allora. C'erano stati nuovi amici e nuovi colleghi e sempre quello spazio verde protagonista delle giornate di riposo e dei momenti di pausa avendo la fortuna di lavorare sempre in centro città.

Gli anni erano passati veloci e quando mi era arrivata l'occasione di avere un nuovo lavoro ed una nuova casa, quel parco e le sue stradine me li sono ritrovati davanti agli occhi fino ad ora. Destino? Chissà, era il mio sogno e parte della mia vita, tant'è che non ci siamo mai lasciati.

Quante volte sono passato di qui? Tante, anche adesso sono in uno dei viali ad assaporare il profuno dell'autunno, a rilassarmi camminando lentamente osservando quello che mi è attorno: file di persone davanti al museo delle scienze naturali e all'osservaotrio astronomico, persone di ogni età a correre attorno nelle sterrate per tenersi in forma. I cani liberi nei loro spazi circondati da staccionate di legno mentre i loro "papà e mamme" stanno a parlare urlando il loro nome ogni tanto dopo qualche abbaiata.

Ecco sono arrivato davanti al bar dove tra poco mi gusterò un succo di frutta e magari un panino e qui li fanno buoni, guardo le foglie sul selciati, saluto un paio di poliziotti vicino a me eche conosco da tempo e mi siedo mentre una leggera brezza fresca ti fa sentire sereno in questo sabato tiepido di primo autunno.

Chissà... Quante volte ancora passeggerò qui con le foglie sotto i piedi oppure accanto ai fiori e all'erba sbocciati in primavera, magari con i capelli bianchi ed in mano un libro da leggere su una panchina dipinta di verde.

Chissà quante volte...

Giampaolo Daccò


giovedì 2 settembre 2021

UNA RUOTA CHE GIRA


UNA RUOTA CHE GIRA

Non sarà mai più come prima.
La bellezza sta sfumando come le foglie d'autunno,
sul tuo viso i segni delle tue esperienze.
I folti capelli biondi lasciano il posto
ad un taglio adatto, come sono diversi ora.
Il fisico sta cambiando lentamente
e ti rivedi nello specchio come non eri mai stato.
Invidia, quando si guardano i giovani,
ancora belli, vivaci con davanti a se molto
e tu sei nel tuo autunno che avanza.
Pensavi di non provare questi sentimenti,
non credevi che arrivasti a detestare
l'uomo che non riconosci più,
anche se quello che eri dentro rimani
ma con un senso che qualcosa sfugga dalle mani.
Come se il tempo voli sempre più veloce
tra le tue mani, tra i tuoi gesti e pensieri.
Si è diventti adulti, troppo e troppo in fretta,
eppure lo sapevi che la ruota gira per tutti.
Appunto per tutti ma difficile accettare la propria.
Non si è forse, ancora pronti oppure
sarà la paura di un ignoto futuro
che si assotiglia sempre di più?

Giampaolo Daccò