mercoledì 21 dicembre 2022

UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA'


UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA'

Avevo scelto quel posto meraviglioso per una vacanza indimenticabile, dopo tre anni difficili passati a lottare, pieni di contrasti cercando di sistemare la mia vita dopo un cambiamento radicale di tutte le mie certezze. Il mio lavoro, la mia ex casa e una nuova città, nuove amicizie e tanto altro.

Ne avevo bisogno come quando la gola è arsa dalla sete, volevo solo mare, spiaggia, cielo azzurro e caldo e poter rilassarmi, dormire e anche divertirmi in ogni senso, conoscere nuove persone, vivere insomma e perché no? Lasciandomi andare ad avventure dopo tanta solitudine.

Quel giorno particolarmente bello, dove i colori sembravano più nitidi e mi sentivo come in paradiso, seduto su una sdraio comoda con gli occhi chiusi, sentivo le onde biancastre spumeggiare ed infrangersi sulla rena vicino a me, su quella spiaggia dorata. L'ombra delle palme, il vento era caldo, sospirai forte per assaporare il profumo salmastro dell'oceano, non mi ero mai sentito così bene.

Era come se fossi in un eden fantastico ed incredibile, un pomeriggio tardo, il sole meno caldo e forte per quell'ora ed il cielo si stava già tinteggiando di un arancione leggero, preludio del prossimo tramonto, era stata una vacanza in un certo senso sudata e meritata dopo quel periodo intento, pesante e difficoltoso.

Ero lì da pochi giorni e ne avrei passati altri venti, tra spiaggia, oceano, escursioni.. Incominciavo a sentire l'energia entrare in me. L'Hotel era elegante, incastonato in quel posto tropicale magnifico e pensando all'autunno europeo appena arrivato, mi sentivo un privilegiato, anche perché aldilà del personale del posto non conoscevo ancora nessuno.

"E da tanto che sta pensando al paradiso?" una voce gradevole ed ironicamente simpatica mi aveva scosso da quel tepore rilassante in cui stavo vivendo, aprendo gli occhi mi ero trovato di fronte ed in piedi davanti alla mia sdraio, una magnifica creatura, forse stavo dormendo e sognando? Una creatura del profondo oceano era apparsa silenziosa davanti a me?

Mi ero alzato dalla mia posizione e guardai quella figura come fosse un angelo caduto dal cielo: capelli neri, ricci e bagnati che scendevano fin sotto le spalle, occhi scurissimi dalle ciglia lunghe, bocca tumida leggermente imbronciata che incorniciava un sorriso bianco perfetto e subito il cuore incominciava a battermi forte.

Aveva sorriso davanti al mio stupore, balbettai qualcosa come "Si... certo... Qui è tutto un paradiso...".

"Hai gli occhi color del cielo e i capelli color del grano." incominciavo a pensare di essere quasi preso in giro era troppo strana la cosa. "Non ti sto prendendo in giro!" mi aveva detto smettendo di sorridere.

"Che fa mi legge nel pensiero?" avevo pensato.

"E non leggo nel pensiero.." in quel momento eravamo scoppiati a ridere, avevo tolto la fascetta che legava i miei lunghi capelli biondi che scesero fino sotto le spalle, avevo solo venticinque anni, sembravo un ragazzino, ero anche in forma fisicamente grazie allo sport e mi sentivo davvero soddisfatto da come mi guardava intensamente.

"Sembriamo Yin e Jang, sai di che parlo vero?", avevo annuito.

Non so come era accaduto, dopo una mezz'ora di chiacchiere dove si era parlato di tutto, ci siamo ritrovati a passeggiare lungo la spiaggia che incominciava a tingersi di rosso per il tramonto, il discorso prese la piega su argomenti esoterici, poi delle nostre vite ed infine delle bellezze del posto.

Avevamo scoperto che alloggiavamo nello stesso albergo, inoltre  avevamo in comune molti gusti come la pittura, il mare, lo sport, il ballo ed eravamo italiani entrambi, nonostante l'altra persona sembrava caraibica. Osservavo la diversità fisica dei nostri colori, tant'è che mi misi a ridere tra me, pensando a dei biscotti famosi per essere uno chiaro ed uno scuro incollati da un goccio di crema di vaniglia.

Più tardi avevamo cenato in un piccolo locale con indosso solo il costume da bagno coperto da un pareo, i nostri occhi si fissavano spesso, ma io mi sentivo arrossire, non so perché ma non mi era mai capitata una cosa del genere.

"Hai degli occhi blu molto intensi ma credo che cambino colore in base alla luce vero?" avevo annuito mentre osservavo i suoi neri  e profondi come la pece, indecifrabili. Avevamo ascoltato musica in un locale, un genere francese anni cinquanta, musica che amavo ed amo tanto poi prima di mezzanotte, quando in quella cittadina tutti si stavano divertendo con musica e balli, eravamo rientrati nel nostro hotel.

Era molto tardi, la notte era inoltrata e la luce della luna filtrava tra le finestre della sua camera, guardavo quella creatura completamente nuda abbracciata a me, le ombre disegnavano sul corpo curve ed onde scure e sensuali. Era stata una notte piena di passione, pensavo che sarebbe durata solo una volta, i suoi capelli neri lungo le spalle sembravano blu nella penombra e contrastavano con i miei e ancora mi venne in mente il simbolo dello Ying e Jang. 

Muovendosi, aveva aperto gli occhi su di me e subito un leggero bacio aveva colpito la mia bocca, avevo anche notato in quell'istante una cosa che non avevo visto prima, il tatuaggio Ying e Jang sulla sua spalla sinistra, sorrise mentre con un dito mi sfiorava le labbra.

"Non ci siamo incontrati per caso." aveva detto all'improvviso notando i miei occhi fissi sul tatuaggio "Era destino, me lo sentivo quando ti avevo visto entrare nella hall la prima volta con la valigia blu e lo zaino in spalla. Sembravi un angelo con i capelli lunghi e lo sguardo un po' perso, come un ragazzino del Liceo."

"Grazie..." avevo risposto così

"E per cosa? Passeremo le vacanze insieme se ti... Ma si che ti va, che lo sai, fino al giorno della partenza per le nostre città saremo  insieme, non possiamo farne a meno."

Così era stato, che giorni e notti meravigliose, un sogno diventato realtà, quello che desideravo da quando avevo prenotato il viaggio nei giorni precedenti alla partenza, sull'aereo che mi portava lì, un premio che pensavo di meritare. Avevo scoperto che eravamo anche sul volo di ritorno insieme, che meraviglia fino all'ultimo e se lo sapeva già dal principio?

Milano Malpensa, venti giorni dopo, venti giorni che non scorderò mai per la felicità, per la bellezza e le cose insieme fatte, sentivo ancora dentro il profumo del mare, dei nostri corpi, dell'atmosfera vissuta in quell'angolo di paradiso. Passata la dogana ci eravamo fermati in un bar per mangiare qualcosa, non sapevo se chiedere il  suo numero di telefono.

"Senti..." mi aveva detto all'improvviso "Non scambiamoci niente, te l'ho letto negli occhi. Ne telefono, ne indirizzo, nulla. So che abiti a Milano ed io a Roma.. Se il destino vorrà ci rincontreremo, meglio così." avevo risposto con un cenno della testa, sembrava un gioco magico e crudele, in quel momento mi sentivo preso in giro ma già in vacanza non avevano parlato se ognuno di noi avesse una persona al fianco, non avevamo sentito il bisogno di dircelo. Un bacio ed un abbraccio durato un'eternità aveva suggellato il nostro addio, mentre sentivo le lacrime salire agli occhi, ero stato troppo bene e felice.

Mi ritrovai a casa dopo due ore pensando a quell'avventura stupenda ed ai suoi occhi così penetranti, ma chi era infine? Avevamo parlato di tutto, ma di nessun progetto e futuro incontro, era stata un'avventura magica, avevo realizzato poi, che mi aveva riempito il cuore da un vuoto che durava da anni. forse mi era stato mandato un angelo per avere un po' di felicità?

Erano passati circa una quindicina di anni o poco più, per  lavoro mi ero ritrovato ad un convegno internazionale molto importante nella città eterna. Un luogo fantastico come ce ne sono tanti a Roma, centinaia di persone di tutto il mondo ed una noia mortale nel partecipare a tre conferenze che non finivano mai, dove pochi parlavano l'inglese e con le cuffie del traduttore si dovevano sorbire in lingue diverse ed incomprensibili, lunghi e spesso inutili discorsi.

Poi finalmente finite le conferenze, il penultimo giorno era dedicato alle visite della città, avevo scelto di andare con una comitiva di lombardi e svizzeri per un'escursione in Vaticano per visitare gli stupendi musei e mentre stavamo passeggiando tra quelle meraviglie tra quadri e statue, all'improvviso avevo avuto un abbaglio, non credevo ai miei occhi: poco distante davanti a me c'era la meravigliosa creatura di quella vacanza lontana.

Avevo riconosciuto subito gli occhi, la bocca mentre i capelli erano più corti, non era cambiata molto, solo la sua figura leggermente appesantita ma ancora affascinante, da perfetto idiota mi ero nascosto dietro ad una colonna dove erano appoggiate due persone per non farmi vedere, semmai mi avesse riconosciuto.

Non so perché lo avevo fatto ma mi sentivo in imbarazzo, non ero più solo sentimentalmente e forse rivedendoci sarei rimasto imbambolato e non avrei saputo dire qualcosa oppure comportarmi normalmente. Quando poi la sua figura era svanita tra la folla che usciva verso i giardini, mi mi ero spostato da dalla colonna e raggiunsi il mio gruppo vedendo lo sguardo stupito e interrogatorio apparso sul volto della persona con cui mi ero sposato da poco, come  dire "Ma dov'eri finito?"

Dieci minuti dopo mentre eravamo vicino all' uscita dei giardini, un signore con la divisa da guida si era avvicinato chiamandomi gentilmente.

"Signor Daccò? Giampaolo Daccò?"

"Si sono io." avevo detto stupito.

"Le devo consegnare questa busta da parte di una persona che mi ha fermato poco fa. Mi aveva detto che non era riuscito a parlarle per le molte persone che impedivano di avvicinarsi. Mi scusi ecco a lei." presi la busta e lo ringraziai ed intanto mi ero guardato intorno per vedere se c'era, era impossibile e troppa era la folla. Avevo le mani tremanti, sapevo che quel messaggio era suo ed appena rimasto solo l'avevo aperta, le parole scritte in quel foglio leggendole mi bruciavano come il fuoco sulla pelle e nel cuore:

"Angelo biondo, ti ho finalmente rivisto dopo tutti questi anni, ti osservavo da lontano mentre non ti eri accorto di me, anche solo per pochi secondi nel mio tempo disponibile mi fermavo a guardarti. Avevo capito che non eri da solo in quel momento, così ho evitato di avvicinarmi. Volevo dirti che non ti ho mai dimenticato sei e lo sarai per sempre il mio angelo biondo, il ragazzo indimenticabile che in quei giorni lontani mi aveva salvato da un dolore forte, dalla perdita dei miei per un incidente aereo. Ero in vacanza per dimenticare ed eri arrivato tu, non te lo avevo mai detto, mi hai salvato con il tuo cuore. Sono sicuro che ci rivedremo ancora anche se non so quando. E' destino Jang, sono sicuro che il mare sarà il luogo esatto, ma non so quanto tempo passerà. Per sempre, Ying."

Avevo sorriso mettendomi in tasca la busta mentre un'emozione forte saliva dallo stomaco e mi ero accorto che stavo piangendo, mi ripresi subito anche per ché mi stavano chiamando per salire sul pulmino che ci portava a pranzo in Hotel.

Mi sono sempre chiesto ed ancora oggi se quel sogno fosse stato vero nonostante tutto, eppure una busta messa nella scatola dei miei ricordi più belli lo conferma, quell'avventura e quel sogno era stati reali.

Giampaolo Daccò

martedì 13 dicembre 2022

VELI TRASPERENTI, OPACHI COME MURI INVISIBILI


OMBRE

    OSCURITA'

        FANTASIE

            SOGNI

                MONDI

                     MISTERI

                          VISIONI

                               ESTASI


VELI

Un freddo pungente che ti penetra nelle ossa nonostante il cappotto caldo e la sciarpa attorno al collo. Le mani gelate nei guanti di lana e i piedi intorpiditi con a fianco la piccola valigia in attesa del treno che ti riporta a casa.

Un tardo pomeriggio quando la sera si avvicina, dove una leggera bruma grigia fa si che i contorni siano leggermente foschi e le luci dei lampioni sembrano girasoli luminosi indistinti in quel paesaggio scuro.

Così la nebbia che avvolge i contorni vicini della stazione come un velo trasparente ed opaco da un senso, con la sua luce fioca e strana, quasi incolore ai personaggi che attraversano le corsie, che sono in attesa di altri treni, che aspettano qualcuno che arrivi con il prossimo treno o si mettono in fila per acquistare il biglietto alle casse.

Una luce sinistra dona ai vagoni fermi o in viaggio veloci, quasi fossero fantasmi grigi pronti a raggiungere chissà quale posto lugubre o soleggiato... Chissà dove. Annunci gracchiati confusi tra lo sferraglio nelle rotaie di qualche vettura in movimento.

 Due bambini vicino a me piangono mentre, i genitori li coprono alla bell'e meglio con giacche a vento colorate e guanti di lana tra la bruma che si stava alzando sempre di più attorno a noi, facendoci sentire quasi soli e persi in paesaggio senza colori.

Mi stringo tra le spalle sperando che il freddo non mi faccia star male più di quanto non lo stia e subito la mente vaga in quel ricordo di poche ore prima.
La nebbia ancor più fitta di quel primo pomeriggio stesso non permetteva di osservare dalla finestra di quella camera asettica, il paesaggio fuori, ne il bosco ne il fiume tortuoso scorrevano sotto i miei occhi ma solo ombre indistinte.

Un pallido sole faceva capolino a metà del cielo ma presto scompariva tra le nuvole nel cielo di un colore indefinito, mi ero girato verso quel letto, la mano di lei stringeva la mano della persona che stava con me, ma la prima era ormai una mano fredda inerte.
Mi ero avvicinato quasi con timore, le due mani si lasciarono lentamente e quella di lei cadde sul petto rimanendo ferma come quella di una bambola di pezza.

suoi occhi guardavano lontano, occhi che un tempo erano verdi, luminosi, pieni di vita, ed ora diventati ormai oscuri, pieni di ombre, ombre che segnano l'oblio e le visioni di chissà quali mondi sconosciuti pieni di cose senza nome, occhi coperti da veli.
La mano dell'altra persona mi accarezzava la spalla mentre io prendevo nelle mie quella ferma e rigida di lei.

Lo sguardo della donna guardava lontano... Chissà, verso orizzonti sconosciuti ma dalla mia bocca uscì quella parola magica che solo una donna può capire, "sentire dentro". Fu un attimo ed una luce nei suoi occhi illuminò improvvisamente le pupille vacue, forse un mezzo sorriso si era aperto sul viso pallido e magro.

Io e l'altra persona ci eravamo guardati negli occhi, mi avvicinai ancora più vicino e ripetei la parola magica sfiorandole la fronte con un bacio ma quegli occhi che un attimo prima parevano illuminarsi erano di nuovo spenti, dissi ancora per tre volte la parola magica ma nulla.
Eppure una lacrima aveva fatto capolino nell'angolo dell'occhio di lei ma non cadde sul volto. Forse non era stato nulla, forse un gesto incondizionato ma... Lo scintillio di quella lacrima c'era, l'avevamo visto.

Allontanandomi di poco sempre tenendo la sua mano inerme, avevo visto nuovamente e come sempre, il suo volto inespressivo, il suo sguardo vuoto ed il mio cuore sembrava avvolto dalla nebbia che brulicava fuori da quella stanza, lo vedevo come nascosto da un velo grigio opaco.

Rieccomi di nuovo al presente in quella stazione ora piena di persone.

Il mio treno sta per arrivare, vedo le luci avvicinarsi sempre di più, diventando più nitide tra il velo della nebbia attorno. Lo stridio dei freni ed il rumore che lo accompagna copre l'annuncio del suo arrivo.

Prendo in mano la mia borsa appoggiata a terra e salgo velocemente nel vagone, finalmente il caldo dello scompartimento, mi da un brivido piacevole sulla schiena e così mi siedo in un posto vicino al finestrino in modo da poter guardare fuori il paesaggio che si prospetterà nel viaggio.

In pochi minuti il treno riprende la sua corsa verso la metropoli, le luci fioche della città che stiamo lasciando alle spalle, sfrecciavano di fianco a me e chiudendo gli occhi, rivedo quello sguardo nascosto dai veli di un mondo misterioso dove lei vive da molti anni ormai, lei da quando "aveva deciso", in un certo senso, di non vedere e vivere più ciò che di brutto le stava attorno.

Un giorno non lontano so che quei veli dell'oblio e dell'oscurità cadranno e finalmente anche lei vedrà la vera luce e la vera vita.

Giampaolo Daccò