venerdì 22 giugno 2018

MALTA, TURCHESE ED ORO




MALTA, TURCHESE ED ORO
Malta primavera 2010
Un sole caldo nonostante fosse fine aprile, l'aria tiepida e profumo di salsedine inebriavano le case e le strade sul mare dai toni accesi del blu.
Passeggiando tra i vicoli, evitate le arterie piene di traffico e persone, osservavo i colori delle meravigliose abitazioni in stile vagamente orientale ed inglese, che spaziavano dall'ocra al giallo, dal verde chiaro al bianco ed alcune avevano sfumature indefinibili che alla luce splendida del sole sembravano dorate.
Il mare in quel momento sembrava una lastra di pietra turchese che quasi abbacinava quel paesaggio davanti a me.
Avevo lasciato alcuni amici ad una conferenza importante e privata, per godermi un poco di solitudine dopo mesi di lavoro, davanti a me una settimana di vacanza.
Il giorno prima avevo visitato La Valletta la capitale posta sul promontorio quasi a precipizio sul mare, ne ero affascinato ed era diversa da Sliema dove alloggiavamo nel bellissimo albergo quasi davanti al canale che divideva le due città.
Il giorno dopo avevo deciso di visitare la parte sud dell'isola, prendendo un autobus (mi pare il numero 81) che mi aveva portato a Marsaskala una località sorta intorno al piccolo porto naturale della baia omonima, una profonda insenatura nel sud-est dell'isola. 
Ne ero rimasto subito affascinato ma nonostante non ci fossero spiagge come le altre zone, ero rimasto incantato da quel panorama che mi portava nei ricordi di altre vacanze fatte in Tunisia, in Egitto.
Il lungo mare rifletteva la pietra chiara sotto una luce vivida , con lunghe file di palme con accanto il mare turchese mentre barche di varie grandezze solcavano quel canale, tanto da sembrare un dipinto di Monet dai colori forti.
Marsaskala moderna ed allo stesso tempo dal sapore antico mi aveva colpito molto, mi ero seduto su una panchina all'ombra di un palmeto sfogliando la cartina di quest'isola meravigliosa incastonata nel centro del Mediterraneo, alle mie spalle da alcune case caratteristiche provenivano aromi gustosi, qualche signora o qualche trattoria stavano cucinando cibi dai sapori forti e voltandomi verso quelle fragranze, avevo visto tende colorate svolazzare fuori dalle finestre aperte grazie al vento di scirocco che proveniva dal sud.
In quell'istante un rumore sopra la mia testa mi aveva fatto guardare in alto verso il cielo, un aereo sorvolava la città a bassa quota mentre prendeva la direzione verso l'Africa, abbassato subito dopo gli occhi, mi ero trovato davanti un ragazzo sorridente, dagli occhi e capelli scuri e ricci, appoggiato con le braccia sul manubrio della sua bicicletta che mi osservava incuriosito.
"Hello!".
"Hi!" risposi al suo saluto, rimanendo sorpreso.
"Non mi riconosce?" aveva detto sempre col sorriso sulle labbra, evidentemente la domanda gli era venuta spontanea guardando il mio viso sorpreso.
"Sono Jimmy, uno dei camerieri del vostro albergo, ieri sera le avevo servito il caffè con i suoi colleghi..."
"Oh è vero." avevo risposto sorridendo e ricordando subito il suo viso, certo che con le divise da lavoro le persone quando indossano abiti civili sembrano diverse, a volte irriconoscibili.
"Le devo chiedere scusa ma nonostante io sia fisionomista, non l'avevo riconosciuta."
"Riconosciuto..." aveva precisato alludendo a dargli del tu.
Abitava nella zona e si era proposto come guida, aveva capito che davvero non sapevo dove andare dopo aver scelto una metà dal nome per me affascinante, mi bastava il mare e l'odore di salsedine per stare bene.
Jimmy sempre con la sua bicicletta appresso mi aveva portato per le strade di Marsaskala dove profumi e colori si mischiavano armoniosamente, avevamo visitato brevemente la spiaggia di St. Thomas Bay, la chiesa col suo campanile chiaro affacciata sul mare.
Marsaskala è davvero una piccola perla che si estende tra due colline che scendono da due località chiamate Zeytun e Zabbar.
Jimmy per cena, mi aveva portato in un piccolo ristorante gestito da suoi parenti dove avevamo cenato benissimo, i piatti di pesce erano squisiti, per me era stata una fortuna incontrare quel ragazzo dall'aria sveglia, avevo passato una giornata intera con lui scoprendo davvero cose incantevoli.
Più tardi mentre mi riaccompagnava alla stazione dell'autobus mi aveva confessato che, in hotel mi aveva sentito parlare di viaggi e geografia, le mie passioni e siccome la sua passione era di progredire nel lavoro di cameriere, Malta per lui era limitata e voleva spaziare in altre parti del mondo, facendo esperienza e sperando di diventare ricco aprendo qualche ristorante in posti alla moda, sogni di molti ragazzi e non solo.
Avevo capito il perché durante la nostra cena, di tutte quelle domande sui viaggi che avevo fatto in passato e com'erano gli hotels e tanto altro.
Arrivati all'autobus, mi aveva salutato stringendomi forte la mano.
"See you tomorrow Mister John Paul." aveva detto scherzosamente "Domani servirò io le colazioni, spero di vederla."
"Di vederti." avevo risposto sorridendo, salendo i gradini dell'autobus colorato, alludendo al tu come aveva fatto lui nel pomeriggio.
Aveva schiacciato l'occhio in segno di approvazione e salutandomi con la mano, aveva preso la strada verso casa mentre l'autobus con un leggero movimento vi era avviato per il centro verso La Valletta.
Durante il breve viaggio verso l'albergo, guardavo le luci delle case, le luci delle barche sul mare ed il blu della sera, sembrava un posto magico, un posto dove tutti i sogni potevano avverarsi, mentre sopra di me le stelle brillavano dome diamanti incastonati nel buio.
Mi ero rilassato sul sedile e con gli occhi chiusi, rivedevo questa meravigliosa Malta, l'isola turchese ed oro sotto lo splendido sole mediterraneo.
Non sarei più andato via.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn

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