IL PROFUMO DEL MARE
Seduto di fianco ad una barca di un pescatore, guardavo la luna riflettermi nel mare scuro.
La striscia d'argento sull'acqua arrivava a lambire la spiaggia e le mie gambe mentre con il corpo ero appoggiato sul fianco di quella barca che sapeva di legno bagnato e salsedine.
Erano gli ultimi giorni di una splendida vacanza, passata tra sole, mare, passeggiate e purtroppo con il solito flirt appassionato che sarebbe finito con la caduta delle foglie, del primo autunno.
Che sarebbe finito dopo telefonate sempre più rare, rilegandolo nella memoria futura come un dolce ricordo, eppure...
Eppure avrei voluto che non fosse finito con il ritorno a Milano, avrei voluto fermarmi lì in quella bella città piena di profumi, di colori, di gente.
Avevo chiuso gli occhi e respirato a lungo, il profumo del mare aveva raggiunto i miei sensi e con la mente, rivedevo la nostra storia fin dall'inizio. Dall'incontro al bar della spiaggia e della persona che mi aveva scambiato per un tedesco o inglese.
Davvero avevo sentito un colpo al cuore, l'allegria e la felicità di quegli occhi chiari e i capelli biondi come i miei, mentre ora che guardavo quel mare e la luna, la tristezza si stava impadronendo del mio cuore.
Avevo cercato quel riparo lontano da tutti, dalla compagnia per non sentirmi ancora più solo, con quella persona vicino, avevo inventato una scusa plausibile ma mi chiedevo perché avevo fatto una cosa del genere.
L'avevo capito dopo poco, quando un'ombra alle mi spalle si era stagliata su di me verso il mare, grazie alla luna piena, non mi ero neanche voltato sapevo già chi fosse.
"Paul, my darling, you will not run away from their fears ... Not this way."
"E cosa avrei dovuto fare?" avevo risposto in italiano.
"Stay with me... Tu stare con io..." la sua voce dolce si era fatta più vicina e l'ombra era sparita, ormai sentivo la sua testa appoggiarsi alle mie spalle.
"Honey, all summer stories end in a few days you'll be back at home and I in Holland ... What solution could we have? In fifteen days can not bring about love of a lifetime."
"You're right..." Certo che aveva ragione, accidenti a me ed al mio cuore impazzito.
La sua bocca era sempre più vicina, la sua mano sul mio petto ed in un attimo ci eravamo trovati distesi all'ombra della barca nascosti ai raggi della luna.
La passione si era scatenata, i nostri corpi nudi sotto un cielo luminoso, su una spiaggia deserta, coperti dalle poche stelle visibili e dal profumo intendo del mare, le onde cullavano e nascondevano i nostri sospiri.
Ci eravamo svegliati abbracciati dopo poche ore, mentre un alba rosa si stagliava all'orizzonte, la spiaggia era deserta ancora e troppo lontana da chi poteva vederci.
Qualche minuto dopo le nostre impronte sulla sabbia dorata, avevano lasciato il segno della nostra presenza, tornavamo per mano verso il nostro albergo, ma non vi eravamo voltati indietro.
Non porta fortuna girarsi a guardare dove ci eravamo amati tanto... Vuol dire "non ritornarci mai più".
Ma il destino aveva voluto che per lunghi anni non potevamo più tornare in quel posto. Avevo rivisto quel pluogo dopo sedici anni, sempre nello stesso albergo, dove i figli del proprietario ne erano diventati proprietari a loro volta in quanto il padre era andato in pensione, ogni tanto al telefono ci sentivamo con la mia promessa di ritornare presto.
Un mattino L. la figlia più giovane mi aveva raccontato che l'anno prima era arrivata in vacanza una persona ed aveva chiesto di me.
Un tuffo al cuore quando avevo sentito il suo nome, aveva chiesto informazioni sulla mia vita.
Ma ormai il tempo era passato in fretta ed era rimasto solo il profumo del mare.
Giampaolo Daccò Dos Lerèn