LA SIGNORA CON IL CAGNOLINO
Tanti anni fa, dalla fine degli anni sessanta a quella dei settanta, da marzo a fine settembre, quando allora abitavo con i miei in una cittadina del basso milanese, con altri bambini della mia via, giocavamo nei cortili e sulla riva del fiume.
Erano primavere ed estati spensierate, sove la sera con il chiaro i nostri genitori ci facevano stare fuori a giocare.
A quel tempo le auto non erano tantissime e la zona del centro storico era tranquilla, il castello con le sue mura ed i cortili con case abitate, l'asilo nido, i campi dello studio di Genetica e la via che porta al fiume, facevano da paesaggio intimo come un quadro di altri tempi.
I "nostri" cortili con le case a ringhiera, erano i luoghi sicuri potevi giocare fino a quanto volevi. Dopo cena con mamme, nonne, zie di altri amichetti ci si sedeva sul portone del cortile di fronte casa, per chiacchierare, raccontare le storie di una volta e d'estate quando arrivavano le zanzare si accende un braciere di fuoco per allontanarle.
Allora si cantava, si rideva, si giocava a nascondino e tutto questo era capitato per decenni e per generazioni dalgli anni venti fino alla fine della guerra e poi ancora arrivando agli anni ottanta.
I bambini di allora erano diventati adulti e i loro figli con gli anni pure e poi i figli dei figli, come un giro di ruota continuo che ormai si è perso con gli anni della tecnologia.
Tutto sembrava una routine fino a che, in quella sera calda me mezza primavera era apparsa sull'angolo del corso che portava nella grande piazza del castello LEI:
Lei una signora molto giovanile, elegante, raffinata, sui quatantacinque anni, capelli ed occhi scuri e con se un cagnolino scuro, sia di Lei che del cane non ricordo il nome perché da quella sera, come tutte le sere seguenti per noi era la signora del cagnolino.
Mamma aveva scoperto pochi giorni dopo che, quella donna era con il marito, i proprietari della farmacia in piazza del castello e provenivano da Piacenza.
Si erano traferiti nella nostra cittadina grazie alla loro nuova attività e non avendo figli, avevano adottato questo simpaticissimo cagnolino.
La sera dopo, con un generale "buonasera signora e che bel cagnolino ha", da quel momento Lei tutte le sere dopo cena, da marzo a fine settembre si fermava a parlare con noi.
Poi tutti noi ragazzini più grandi, Gina, Luciana, Maria Grazia, Claudio, Gigi ed io, a volte anche le nostre mamme con i nostri fratellini Marco, Francesca e Luca, la seguivano sulla strada del fiume dove con il cagnolino si recava per la passeggiata serale.
Era colta, dolce, ci raccontava molte storie e notizie mai ascoltate e conosciute. Una voce calda e due occhi vivaci e sempre sorridente, ci aveva preso in simpatia e probabilmente mancandole un figlio, noi eravamo i suoi ragazzi, ogni tanto si percepiva nella voce nostalgica quel dono mancatole.
Per qualche anno immancabilmente la signora del cagnolino, tutte le sere era con noi, poi implacabile come sempre la ruota del tempo aveva girato velocemente: noi ragazzini più grandi eravamo cresciuti e le nostre esigenze diventate diverse, ci avevano allontano da quella abitudine, così la signora aveva incominciato a passeggiare con gli altri bimbi cresciuti, Francesca, Luca, Marco e con loro di erano unite le mamme.
Poi era passato ancora del tempo e la signora del cagnolino era rimasta vedova e venduta la sua farmacia, era ritornata nella sua città natale, così era finito quel tempo dove tutte le sere di primavera e d'estate per molti anni, erano state speciali.
Ho voluto ricordare quella signora prepotentemente venuta in mente, quando questa mattina ho visto dall'altra parte della strana una donna molto somigliante esteticamente a lei, ed aveva al guinzaglio un cagnolino scuro come il suo.
E' stato un attimo di nostalgia.
Non amo dimenticare le persone che in un modo o in un altro hanno fatto parte di un periodo più o meno lungo della mia vita, persone che hanno lasciato qualcosa di bello e positivo dentro.
Lei, la signora del cagnolino ci aveva donato: simpatia, comprensione, intelligenza, conoscenza e soprattutto dolcezza.
Non so che fine abbia fatto dopo che si era ritrasferita nella sua città ma il suo volto ed i capelli neri, lisci a caschetto e quegli occhi scuri e vivaci sono ancor oggi nei miei più piacevoli ricordi.
Giampaolo Daccò