UN MATTINO SBAGLIATO
"Questa mattina calda e soleggiata, dopo aver fatto colazione, non so cosa mi è accaduto nella mente ma ho voluto passeggiare nelle vie dei miei 18/20 anni alla ricerca di non so cosa. Un messaggio di un'amica che mi annunciava di essere felicemente diventata nonna per l'ennesima volta mi ha colpito diretto nel cuore e mi sono sentito solo, perduto in un presente dove la mia vita a parte la persona che amo mi è sembrata vuota, no meglio definirla solitaria dentro e fuori, cos'ho creato e dove sono finito. Mi chiedevo mentre camminavo per le strade dove mi avevano visto ragazzino dai capelli lunghi, dalle all-star, jeans, giubbotto Rockabilly, il periodo della musica impegnata, dei vestiti colorati di Fiorucci (di cui ero anche amico) Moschino e tanto altro...
Tutto mi passava davanti nella mente com'era allora mentre guardavo la realtà delle cose e della gente soprattutto i giovani così diversi. La ruota della vita aveva girato tanto e velocemente forse.
Non so cosa mi è entrato dentro quando sono passato davanti alla Scala e al bar dove ci si ritrovava dopo le lezioni di danza, e poi davanti al negozio ormai che non c'è più, dove si compravamo calzamaglie e scaldamuscoli, mi era venuto un groppo in gola. Ho rivisto tutta la mia vita dalla fine delle lezioni, degli studi e il ritorno a casa dei miei e di tutto ciò che ho cercato di creare nel corso dei quarant'anni che stavano passando: Teatro, Danza, TV, Insegnante in palestra, commesso, barista, le stagioni estive, i sacrifici curando nonna, mamma, sorella, la perdita di una famiglia ed il ritorno a Milano ed ancora barista, TV, impiegato, scrittore, pittore, creatore di stemmi araldici, ma mai il salto di qualità o qualcuno che ti abbia dato una spinta nel fondo schiena (raccomandazione) o un comodo letto di qualcuno noto (e ce ne sono state tre di occasioni evitate per onesta - onesta? che idiozia) per arrivare... Arrivare dove?
Dove sono arrivato ora? Seduto su una panchina a risolvere un problema di un amico facendogli l'oroscopo per capire la situazione in cui si è cacciato. Avrei voluto buttare via tutto, urlare o piangere, poco dopo un amico mi aveva fermato per due chiacchiere, almeno per quei 10 minuti ho pensato ad altro.
Poi avvicinandomi verso casa dove sto passando le mie "ferie del cavolo" dove il covid e la morte di una persona mi ha solo creato grane infinite di cui cerco di uscirne, mentre sono spariti amici che credevo amici e di cui avevo bisogno di sentire la vicinanza ma di cui le risposte sono state: ognuno deve risolvere i propri problemi come li hai tu li abbiamo noi poi ci si vedrà comunque la colpa è tua che non ti fai sentire, dove poi sono apparse persone che sono diventate amiche senza volerlo. Ma io ora a che punto sono?
Ho lavorato molto, ho aiutato molto e sono stato anche aiutato, ma questo è un bilancio il mio o una constatazione o un grido di aiuto oppure solo una giornata andata storta, forse, magari un momento di nostalgia di un passato che non c'è più.... O l'insieme di tutto questo?
Quale sarà il mio futuro non più lungo come poteva esserlo un tempo? Aprendo la porta di casa, riposto abiti e mettendomi in pantaloncini e maglietta per comodità, mi sono messo al computer e incomincio a scrivere sul mio blog per chi? Per me più che altro, buttare inchiostro in storie che pochi leggeranno e penso al mio libro perso chissà dove e i tre che sto scrivendo fermi lì tutti a poco più della metà che aspettano di andare avanti e io non ne ho voglia per motivi attendibili.
Ora ho messo la musica in sottofondo per accompagnare la giornata ma mi accorgo che non sono canzoni leggere ma che fanno riflettere, sono seduto, presente, con il mio io attuale ma la mente è tornata ai 18/20 dove tutto forse, era più romantico e facile e "sognante".
Mi devo scusare per aver annoiato? Non so più neanche questo.
J.P.