domenica 22 settembre 2013

Ricordi d'autunno


RICORDI D'AUTUNNO

Milano, tanti anni fa al parco zoo di Porta Venezia.
"Paolo... Ciccio non correre che cadi..." la voce concitata della mia giovanissima nonna, echeggiava nel grande parco milanese, mentre coperto da una pesante giacca rossa rincorrevo delle anatre che gironzolavano libere sul ciglio vicino al ponticello che passava sopra dei minuscoli stagni. Guardavo i miei polacchetti di camoscio schiacciare un'erba ormai sbiadita sotto i piedi mentre le povere anatre scappavano via con le ali spiegate starnazzando dentro allo stagno.
Era una mattinata tiepida con un sole pallido e giallognolo, ma già piena di colori autunnali: gli alberi avevano ancora qualche foglia verdastra mentre alla base chiazze colorate ne facevano da tappeto. Una colazione con nonna e prozia in un bar del centro dove da un juke box uscivano le note di una vecchia canzone degli anni cinquanta, poi una passeggiata fino allo zoo e per me così piccolo, vedere animali enormi ed incredibilmente paurosi era stata un'esperienza indimenticabile. Poi mi comprarono un gelato di zucchero al sapore di vaniglia che mangiai avidamente ed infine un'altra camminata nel parco, tra il verde, il giallo ed il rosso delle foglie cadute aspettando le tredici per il pranzo a casa dei miei prozii.
Mentre nonna e zia si sedettero su una panchina facendo conversazione con due signore coi loro bambini accanto, mi sedetti sull'altalena vicino al museo delle scienze naturali e rimasi lì, come incantato a guardare tute quelle persone coi loro bambini, che si muovevano tra i vialetti di ghiaia di quel parco, vestiti con soprabiti colorati e giacche pesanti. C'erano passeggini e carrozzelle, qualche vecchietto col bastone e ogni tanto degli studenti con cartelle e libri in mano, camminavano frettolosamente verso l'uscita. Ricordo che sulla mia sinistra stava una figura un po' strana, osservai quell'uomo anziano dal buffo cappello in testa ed il suo simpatico pony che aspettava si avvicinassero dei bambini o delle famigliole per farle sedere sul carrettino e portarle in giro per il parco, mentre questi ridevano e schiamazzavano allegramente.
Appoggiai la testa alla catena che reggeva l'altalena e sorridendo vidi dei bambini poco più in là che si rincorrevano e due di loro incrociandosi caddero per terra senza farsi male tra le risate di tutti.
All'improvviso una vocina mi destò da quella visione.
"Ciao ti va di giocare con noi?" mi trovai di fronte un bambino biondo col cappottino blu e dietro di lui altri tre di cui uno con gli occhiali. Diedi una fugace occhiata alla nonna che mi stava osservando poco distante e mi fece cenno di si con la testa, due dei piccoli erano i figli di una signora con cui stava conversando. Sorrisi accennando con il capo e subito il ragazzino mi prese la mano e mi condusse al centro di un piccolo prato calpestabile.
"Mi chiamo Luca, loro sono Giacomo, Marco e Filippo..." disse il bambino biondo.
"Mi chiamo Giampaolo... Ma tutti preferiscono chiamarmi Paolo..." risposi un po' timidamente.
"Preferiamo Giampaolo... E' più importante e poi con quei capelli rossicci è una fortuna non chiamarsi Pierino." concluse ridendo Giacomo, il bimbo con gli occhiali. Risi anche io ma non capii proprio a cosa si riferisse. "Sai giocare a birilli?" chiese nuovamente guardando sul prato dei cilindri colorati con vicino delle palle bianche. Risposi no con la testa e loro pazientemente mi spiegarono quel gioco che non avevo mai fatto.
Fu una mattinata bellissima, per me che provenivo da una piccola cittadina dove c'era poco divertimento, stare in quel parco, insieme a quei nuovi amici così allegri e senza problemi nell'invitare uno sconosciuto era stata una cosa meravigliosa.
Più tardi quando stavamo tornando a casa della prozia, sentii che lei disse a nonna:
"Secondo me cara, dovreste trasferirvi in città, ho visto Paolino come si è divertito oggi e forse dovrebbe frequentare le scuole a Milano, c'è più possibilità di conoscenza e crescerebbe con meno pregiudizi o fisime... visto la cittadina dove abitate, senza offesa Mia, cara nipote. Il bambino è intelligente e molto sveglio, e ha una gran voglia di sperimentare... Al paese sarà difficile per lui..." nonna la guardò intensamente
"Lo so zia, a volte lo penso anche io ma sarà molto dura conoscendo mio figlio poco incline ai cambiamenti, fosse per mia nuora non ci sarebbero problemi... Però..." continuò accarezzandomi la testa "Chissà magari col prossimo autunno, può darsi che si possa cambiare vita." e sorrise. Da quel giorno ad ogni autunno speravo che cambiasse qualcosa nelle nostre vite e da quel momento per me, questa stagione, era come fosse un nuovo anno pieno di speranze.
Sono passati tantissimi anni, mi trasferii a Milano nell'autunno del 1981, cambiai lavoro a fine settembre del 1982 tra Milano, Brna e L'Aia, poi tornai definitavamente  a casa dei miei nel 1984 sempre in autunno quando mia madre decise di divorziare. Sempre in ottobre dell'anno successivo la mia vita cambiò radicalmente ed in modo drammatico. Incominciai un altro lavoro nel 1988 sempre in autunno e questa stagione tre anni dopo portò via per sempre Francesca; era l'autunno del 1994 quando ritornai definitivamente a Milano mettendo fine ad una convivenza sofferta e un nuovo lavoro si prospettava per il mio futuro e stranamente a novembre, autunno.
Potrei continuare ancora, sembra strano lo so, ma questa stagione l'ho aspettata nel corso degli anni, con timore, speranza e tanto altro... Non so se quel lontano autunno, quello del ricordo, inconsciamente ha influito molto sulle mie scelte personali o sugli eventi che sono capitati nella mia vita, ma l'ho sempre trovata e tutt'ora ne sono convinto, la stagione più bella, misteriosa e colorata dell'anno. Quel miscuglio di colori, di quei tappeti rossi e gialli lasciati dalle foglie cadute, della brina o della nebbiolina che fa capolino nelle mattinate fresche e quei tramonti tinti di porpora, emozionano lo spirito ed il cuore. Immagini sognanti che donano speranza e malinconia.

Giampaolo Daccò

lunedì 9 settembre 2013

Speranze

Perché nell'animo umano c'è sempre la speranza di felicità, di desideri realizzati e di gioie, quando poi la realtà e ben diversa dai sogni? Forse perché speriamo più del dovuto? Forse perché sono solo illusioni per sentirsi sereni e proiettati nel futuro? Chissà...
Quando all'improvviso arriva una notizia, una speranza o ti capita un incontro che ti faccia pensare ora il dolore, la tristezza o le esperienze negative se ne andranno dalla tua vita, pregusti già  un briciolo di felicità e di gioia. Vedi tutto rosa, tutto sereno e pensi che finalmente qualcosa di bello è arrivato anche per te.
Ti illudi, ti senti euforico e speri che sia la volta buona per cambiare pagina, rotta, strada, vita... Eppure dentro c'è già qualcosa che ti dice: aspetta, valuta bene, non illuderti, sogna ma stai coi piedi per terra, spesso non è così come sembra, alla fine è davvero così.
Con gli altri fingi, ti mostri simpatico, pieno di energia e loro vedono ciò che non sei, ciò che non è, quello che si cela dentro non appare, si sa recitare bene poi quando sei solo ti domandi perché non è davvero così?
Ripensi al passato che gli altri non conoscono, non sanno, non immaginano. Il dolore, la rabbia che porti dentro, il senso di ingiustizia o d'impotenza, nessuno lo sa, oh certo spesso si ascoltano le belle e banali parole di chi dice, bisogna essere positivi, bisogna guardare la vita in un altro modo, bisogna reagire, bisogna trovare l'energia, bisogna...
E tu ti ritrovi a guardarli e a pensare che probabilmente non sono mai stati toccati dal vero dolore, dalle vere difficoltà perché chi ha provato sa che non è quello di cui si ha bisogno, o almeno non solo. Chi ha la tua stessa esperienza sa che guardandoti negli occhi prova ciò che ha provato lui in passato o anche nel presente.
Poi pensi alla tua di vita, passata a lottare, a sacrificarsi, a rinunciare perché in quel momento non si poteva, ti eri regalato piccole cose perché credevi di meritartele e non pensare a chi invece sembra che tutto piova dall'alto, tanto sai che la tua onestà e lealtà ti avrebbe ripagato sempre. Bugie.
Poi come spesso accade ci sono cose negative, brutte o tristi che piombano nella tua esistenza e capisci che forse non meriti la felicità che cerchi, che probabilmente il tuo destino, la tua vita non la include, piangersi addosso non ne vale la pena, reagire ma si perché no? Tanto non si può fare diversamente e vai avanti così, sapendo già che sarà sempre in questo modo. Mentre dentro di te spaccheresti tutto dalla rabbia, poi cerchi di calmarti e ti ritrovi come chi, nei momenti di sconforto cerca la solitudine e ti vedi in riva al mare, seduto mentre il vento fresco ti abbraccia e immergi i tuoi pensieri dentro quell'acqua salmastra per non sentirli più. Stai li a respirare profondamente a liberare la mente e forse a sperare ancora che non sarà davvero sempre così..

venerdì 6 settembre 2013

Astronomia 39: CAPRICORNUS



Capricorno
Mappa della costellazione
Mappa della costellazione
Nome latinoCapricornus
GenitivoCapricorni
AbbreviazioneCap
Coordinate
Ascensione retta21 h
Declinazione-20°
Area totale414 gradi quadrati
Dati osservativi
Visibilità da Terra
Latitudine min-90°
Latitudine max+60°
Transito al meridianoSettembre
Stella principale
NomeDeneb Algedi (δ Cap)
Magnitudine app.3.0
Altre stelle
Magn. app. < 31
Magn. app. < 647
Sciami meteorici
Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:
Il Capricorno (in latino Capricornus) è una costellazione dello zodiaco; si trova nell'emisfero australe, fra il Sagittario ad ovest e l'Aquario a nord e ad est. Viene attraversata dal Sole fra fine gennaio e metà febbraio.

Caratteristiche

Capricorno
Raffigurazione del Capricorno nell'atlante diJohannes Hevelius.






















Il periodo più propizio per la sua questa costellazione è la più piccola fra quelle dello zodiaco, nonché una delle più deboli dopo i Pesci e il Cancro; tuttavia, le sue stelle più brillanti si dispongono a formare un triangolo facile da riconoscere, ad est del Sagittario, i cui vertici sono Algedi (α Capricorni) a nordovest, Deneb Algedi (δ Capricorni) a nordest e ω Capricorni a sud. Il Capricorno possiede inoltre un buon numero di stelle di quarta grandezza concatenate e relativamente vicine fra loro, che ne facilitano l'individuazione anche in cieli non troppo bui.osservazione nel cielo serale va dalla metà dell'estate fino alla metà dell'autunno, dall'emisfero boreale, mentre da quello australe, dove per altro la costellazione si trova, è ben osservabile durante buona parte dell'anno, ad eccezione dell'estate australe. L'altezza sull'orizzonte è modesta dall'emisfero nord, sebbene sia comunque ben osservabile da gran parte dell'Europa.

Stelle principali

  • δ Capricorni (Deneb Algedi) è la stella primaria; si tratta di un astro bianco dimagnitudine 2,85, relativamente vicino a noi (dista 39 anni luce). Costituisce l'estremità nordorientale della costellazione.
  • β Capricorni (Dabih) è una stella bianca di magnitudine 3,05, distante 344 anni luce; è una stella multipla e si trova nella parte occidentale.
  • α Capricorni (Algedi) è una celebre stella doppia: le due componenti primarie,α1 Cap e α2 Cap, entrambe gialle e rispettivamente di magnitudini 4,30 e 3,58, sono separabili anche con un piccolo binocolo.
  • γ Capricorni (Nashira) è una stella bianca di magnitudine 3,69, distante 139 anni luce.

Stelle doppie

La costellazione ospita poche stelle doppie brillanti, ma quelle che ci sono risultano essere particolarmente facili da risolvere.
  • Algedi (la stella α) è una delle stelle multiple più conosciute ed osservate del cielo; le due componenti primarie appaiono risolte anche con piccoli strumenti, grazie alla loro separazione di oltre 6', mentre al telescopio si scopre che entrambe le componenti sono a loro volta doppie. In realtà le due componenti primarie non sono una coppia fisicamente legata, in quanto α² dista 109 anni luce e α¹ ben 686.
  • Dabih (la stella β) è un sistema multiplo, di cui due delle componenti sono risolvibili anche con un binocolo: la primaria è di magnitudine 3,08, mentre la secondaria è di sesta grandezza, situata ad una distanza angolare di circa 3,5'.
  • Molto facile da risolvere è anche la σ Capricorni, che presenta due componenti, una di quinta e una di ottava, separate da quasi 1', risolvibili anche con un binocolo.
  • Principali stelle doppie
    Nome
    Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0
    Magnitudine
    Separazione
    (in secondi d'arco)
    Colore
    AR
    Dec
    AB
    α Capricorni20h 18m :-12° 32′ :3,564,24377,7ar + g
    σ Capricorni20h 19m 24s-19° 07′ 07″5,288,856,5ar
    β Capricorni20h 21m 01s-14° 46′ 53″3,086,10205v + b
    ο Capricorni20h 29m 54s-18° 34′ 59″5,946,7421,9b + b

    Stelle variabili

    La costellazione annovera un discreto numero di stelle variabili, alcune delle quali ben visibili anche ad occhio nudo.
    La più brillante è la δ Capricorni, la più luminosa della costellazione; si tratta di una variabile a eclisse che in poco più di 24 ore oscilla fra le magnitudine 2,8 e la 3,0, un'escursione al limite della percezione ad occhio nudo.
    Fra le numerose Mireidi spicca RR Capricorni, che quando è al massimo è visibile anche con un binocolo, essendo di settima grandezza; quando è al minimo scende alla quindicesima e diventa invisibile anche con grossi strumenti. Variazioni simili, ma appena più contenute, si verificano anche in T Capricorni e in V Capricorni.
    Una variabile semi regolare di facile osservazione è la RS Capricorni, che in circa un anno oscilla fra la settima e la nona grandezza; in entrambi i casi resta sempre visibile con un binocolo, pertanto le sue variazioni sono ben apprezzabili.
    Principali stelle variabili
    Nome
    Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0
    Magnitudine
    Periodo
    (giorni)
    Tipo
    AR
    Dec
    Max.Min.
    T Capricorni21h 22m 01s-15° 09′ 33″8,414,3269,28Mireide
    V Capricorni21h 07m 37s-23° 55′ 14″8,214,4275,72Mireide
    RR Capricorni21h 02m 20s-27° 05′ 15″7,815,5277,54Mireide
    RS Capricorni21h 07m 15s-16° 25′ 21″7,39,3340:Semiregolare
    AG Capricorni21h 46m 16s-09° 16′ 33″5,906,1425:Semiregolare
    δ Capricorni21h 47m 02s-16° 07′ 36″2,813,051,0228Eclisse
    ε Capricorni21h 37m 05s-19° 27′ 58″4,484,72-Irregolare

    Oggetti del cielo profondo

    La costellazione offre pochi oggetti del profondo cielo di facile osservazione: in parte ciò è dovuto all'assenza della Via Lattea, in parte perché le galassie in quest'area di cielo sono tutte più o meno remote e poco luminose, fuori dalla portata di strumenti amatoriali.
    Un ammasso globulare non è sfuggito tuttavia all'attenzione di Charles Messier, il quale lo catalogò con la sigla M30; si individua nella parte sud-orientale della costellazione, senza difficoltà, e con un piccolo telescopio si mostra come una macchia chiara molto pallida. Un telescopio da 200mm di apertura consente di apprezzarne la risoluzione in stelle. 
    M30, un ammasso globulare scoperto nel SettecentoLe galassie visibili in questa parte di cielo sono in massima parte remote.

    Principali oggetti non stellari
    Nome
    Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0
    TipoMagnitudine
    Dimensioni apparenti
    (in primi d'arco)
    Nome proprio
    AR
    Dec
    NGC 690720h 25m 06s-24° 09′ :Galassia11,23,3 x 2,7
    M3021h 40m 22s-23° 11′ :Ammasso globulare7,412

    Sistemi planetari

    Nella costellazione è nota una stella, HD 202206, che possiede un sistema planetario composto da un pianeta, catalogato però con la lettera c, poiché HD 202206 b è in realtà unanana bruna; questo pianeta ha una massa oltre due volte superiore a quella del pianeta Giove e un diametro però paragonabile ad esso.
    Sistemi planetari
    Nome del sistema
    Coordinate equatoriali all'epoca J2000.0
    Magnitudine
    Tipo di stella
    Numero di pianeti
    confermati
    AR
    Dec
    HD 20220621h 14m 58s-28° 47′ 21″8,08Nana gialla1 (c)
    HD 20431321h 28m 12s-21° 43′ 35″7,99Nana gialla1 (c)

    Storia

    Questa costellazione è una delle più antiche che siano state definite, forse la più antica, nonostante la sua debole luminosità. Disegni di un capricorno o simili sono stati trovati su tavolette babilonesi di tremila anni fa. Uno dei possibili motivi è che a quel tempo, il solstizio d'inverno dell'emisfero boreale accadeva mentre il Sole si trovava nel Capricorno.[senza fonte] La preoccupazione per la rinascita del Sole potrebbe aver reso molto importanti le osservazioni astronomiche ed astrologiche di questa regione del cielo.
    Per la stessa ragione la posizione più meridionale del sole, che viene raggiunta durante il solstizio d'inverno dell'emisfero boreale, è chiamata il Tropico del Capricorno, un termine che definisce anche una linea sulla Terra dove il Sole si trova allo zenith a mezzogiorno del solstizio.
    A causa della precessione degli equinozi, il solstizio d'inverno non accade più mentre il sole si trova nel Capricorno.
    Il pianeta Nettuno fu scoperto in questa costellazione dall'astronomo tedesco Johann Galle, vicino a Deneb Algedi (δ Capricorni) il 23 settembre 1846, su indicazione del matematico Urbain Le Verrier.

    Mitologia

    Il capricorno è una creatura dall'aspetto alquanto improbabile, con la testa e le zampe anteriori di capra e la coda di pesce. La costellazione ebbe chiaramente origine ai tempi deiBabilonesi e dei Sumeri, che avevano una passione per le creature anfibie; gli antichi Sumeri la chiamarono Suhur-Mash-Ha, il pesce capra. Per i Greci, che la chiamarono Egocero (capra cornuta), la costellazione si identificava con Pan, dio della campagna che aveva corna e zampe di capra.
    Pan, una creatura giocosa di natali incerti, passava gran parte del suo tempo a caccia di donne o sonnecchiando. Riusciva a spaventare la gente grazie al suo grido particolarmente forte, da cui ebbe origine la parola «panico». Uno dei suoi figli fu Croto, che s'identifica con la costellazione del Sagittario. Il tentativo di Pan di sedurre la ninfa Siringe fallì quando quella si trasformò in un mucchio di canne. Mentre lui teneva strette a sé le canne il vento soffiò fra di esse, producendo un suono incantevole. Pan scelse alcune di quelle canne di misura diversa e le unì una all'altra con la cera formando il famoso flauto di Pan, detta anche siringa.
    Per due volte Pan portò soccorso agli dèi. Durante la lotta degli dèi contro i Titani egli soffiò in una conchiglia contribuendo alla fuga dei nemici. Secondo Eratostene questa è la sua connessione con la conchiglia responsabile della parziale raffigurazione di pesce che ha in cielo, sebbene Igino dica, ma la cosa suona leggermente assurda, che essa è dovuta al fatto che lanciò crostacei alla volta dei nemici. In un'occasione posteriore Pan urlò agli dèi che si stava avvicinando il mostro Tefeo, mandato contro di loro dalla Madre Terra (Gea). Su suggerimento di Pan gli dèi si trasformarono in animali per ingannare il mostro. Lo stesso Pan si rifugiò in un fiume, trasformando in pesce la parte inferiore del suo corpo.
    Zeus lottò con Tefeo, ma il mostro riuscì a strappare i nervi dalle mani e dalle gambe del dio, lasciandolo azzoppato. Ermes e Pan glieli restituirono, permettendogli di riprendere l'inseguimento di Tefeo. Zeus lo fermò con la sua folgore e alla fine lo seppellì sotto il Monte Etna, in Sicilia, che, a causa del respiro del mostro, continua a vomitare fuoco. Per ringraziarlo dei suoi servigi, Zeus sistemò l'immagine di Pan nel cielo come costellazione del Capricorno.
    La stella Alfa del Capricorno viene chiamata sia Algedi che Giedi, dall'arabo al-jady che significa «il capretto», il nome arabo della costellazione. Delta del Capricorno si chiamaDeneb Algedi, dall'arabo «coda di capretto». Il tropico del Capricorno è la latitudine terrestre in cui il Sole è perpendicolare a mezzogiorno al solstizio d'inverno, intorno al 22 dicembre. Ai tempi dei Greci il Sole era in Capricorno a quella data, ma l'effetto della precessione fa sì che oggi al solstizio d'inverno esso sia in Sagittario.