Questa
sera sono stato all'evento della presentazione di Livio Gambarini che
fa parte della mia casa Editrice, un grandissimo successo letterario e
sono felicissimo per lui, e faccio ancor ai miei compimenti e stima.
Finito l'interventoe preso il suo libro, ho voluto usare i mezzi di
superficie per tornare a casa, 40 minuti di tram ancora con il sole e
poi il tramonto alle spalle. Era molto che non
lo facevo e mi sono ritrovato su quel tram silenzioso ad osservare le
persone sedute ed in piedi accanto a me. Quante realtà, quanti volti
diversi, modi di vestire ed ognuno con la sua storia alle spalle, alcuni
ragazzi gay pettinati alla moda che probabilmente andavano a qualche
festa, due ragazze alte e bellissime sedute davanti, abbronzate, quasi
svestite e di fianco sulla sinistra due signori stranieri con le sporte
della spesa di una nota catena. Più in là tre ragazzini ridevano
leggendo messaggi sui loro cellulari. Una donna sola dallo sguardo
triste e dai capelli rossi stava due sedili più in là, pensosa ma
triste. In piedi un signore ben vestito con valigetta e soprabito sulle
braccia e due altre donne in pantaloni e camicia parlavano fittamente
tra loro e come due veline un po' avanti negli anni: una bionda ed una
mora. Improvvisamente mi sono sentito solo, guardavo il libro in mano, i
miei pantaloni nuovi e la camicia bianca, le scarpe belle corredate con
cintura e portafoglio e mi sono chiesto per la prima volta "Che ci
faccio in questa città?"... La mia città, mi sono quasi spaventato è
come se non mi appartenesse più eppure poco dopo in strada, quelle poche
centinaia di metri che mi divideva dalla fermata del tram a casa mia,
altre persone passeggiavano vicino a me, il calore della sera mi ha
risvegliato i sensi e solo in quel momento ho capito quanto mi piace
Milano... Eppure per un attimo....
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