martedì 11 aprile 2017

GIRASOLI DI UN'ESTATE LONTANA



GIRASOLI DI UN'ESTATE LONTANA

Estate 1970

Quell'assolato pomeriggio di un'estate calda e luminosa, mentre i colori forti del paesaggio colpivano gli occhi e si sentiva il sudore colare nella schiena appoggiata al carrettino dello zio, si tornava verso la cascina dopo ave aiutato quell'uomo buono a raccogliere il fieno a pochi chilometri da casa, nella tenuta di suoi clienti.
Il frinire delle cicale invadeva l'aria e le fronde verdi degli alberi posti ai lati della piccola strada sterrata appena intrapresa svoltando a sinistra dalla proprietà di quei clienti, ci regalavano un po' di ombra e sollievo a quella calura di un luglio incredibile.
Ogni tanto la brezza di un leggero vento caldo, sfiorava i nostri corpi facendo vibrare i vestiti leggeri come onde del mare sulla sabbia ed un ruscello d'acqua trasparente e fresca scorreva poco lontano da noi.
La tentazione di fermare il carro e scendere giù di corsa e tuffarsi in quell'invitante corso d'acqua era davvero forte, ma avevamo fretta di ritornare a casa, dove le spesse mura della cascina donavano fresco ed ombra.
Seduti accanto allo zio, sul carro pieno di fieno trainato dal buffo e tenero asinello, stavamo avviandoci verso la fattoria, solo il rombo di un aereo lontano che solcava il cielo ed il frinire di quelle cicale, interrompevano quello che sarebbe stato un silenzio incredibile e forse avremmo ascoltato "il rumore del vento tra gli alberi" confondendosi con il profumo della natura che ci stava circondando.
Appena svoltata un'altra curva a gomito nascosta da alti alberi e questa volta sulla destra, la casa ci era apparsa all'improvviso avvolta da un manto giallo: centinaia di girasoli le facevano da cornice, a destra e a sinistra della sterrata, sembrava di entrare in un dipinto di Monet, di essere finiti in una favola dove tutto poteva accadere, ricordo che li osservavo quasi con la bocca aperta per l'emozione che mi stavano dando.
Girasoli dall'alto gambo verdastro, girasoli dai toni giallastri vivacissimi che sembravano seguire con lo sguardo il cocente sole nel cielo, eravamo rimasti tutti incantati ad osservarli mentre lo zio sorrideva al nostro stupore, nella sua grande età ne aveva visti di paesaggi come questi ed ormai non si stupiva più,. facevano parte della sua vita da sempre.
Era per noi piccoli, uno spettacolo incredibile ai nostri occhi, alcune rondini volteggiavano sopra le nostre teste mentre ci eravamo avvicinati al cancello nel retro del cascinale e sempre attorno a noi questi magnifici fiori.
Appena lo zio aveva fermato il carro vicino alla stalla, noi piccoli eravamo saltati giù dal carro e mentre lui sistemava l'asinello nella stalla per dargli da bere, siamo corsi in casa salendo i gradini di corsa.
L'ombra delle spesse mura di mattoni a vista, davano un refrigerio incredibile al caldo patito sulla strada del ritorno, dalle inferriate delle finestre  nella rustica cucina, le tende candide e ricamate volavano verso l'alto grazie alla corrente d'aria della porta aperta.
la nonna ci stava aspettando ed intanto che stava preparando la merenda pomeridiana fatta con spremute e panini con marmellata e burro, ci aveva portato dei grandi bicchieri di acqua fresca per dissetarci.
Io mi ero allontanato da tutti e con il mio bicchiere in mano, mi ero avvicinato alla finestra più grande, avevo preso una sedia di legno e sono salito in piedi appoggiandomi con una mano alla ringhiera e con occhi sgranati, ricordo, che guardavo quella campagna seminata di girasoli ed ero rimasto lì incantato per lunghi minuti, volando in un mondo dipinto di colori forti e bellissimi, la mia fantasia inesauribile mi aveva portato in paesaggi incredibili e colorati visti solo in fotografia e sentivo di amare sempre di più la natura, una natura che poi avrei amato per sempre.

Giampaolo D.

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