mercoledì 3 gennaio 2018

SORELLE



SORELLE


FRANCESCA          VITTORIA







FRANCESCA (1904) E VITTORIA (1902)

La mia prozia e la mia nonna materna.

Come si possono paragonare due donne molto vicine fino alla fine della loro vita, quando le proprie sembianze, i propri caratteri erano diametralmente opposti?
Si definiscono banalmente:
il bianco/il nero?
il sole/la luna?
la luce/il buio?
l'alfa/l'omega?
Il cane/il gatto?

Erano così, una completamente diversa dall'altra, il canto ed il contro-canto: 

Francesca occhi scuri e Vittoria occhi azzurri 
Francesca capelli corti e ricci e Vittoria lunghi e lisci
Francesca piccola, magra e Vittoria di media altezza, formosa
Francesca dalla voce lieve e Vittoria dalla voce imperiosa. 

Eppure la cosa che hanno sempre avuto in comune era stato l'amore per la famiglia, per il lavoro e i doveri.
Donne oneste ed irreprensibili, donne fortunate e sfortunate allo stesso tempo.

Nonna Vittoria ad una settimana dal matrimonio perse il fidanzato per una malattia improvvisa, poi non si era data per vinta e si era sposata qualche anno dopo, con mio nonno Paolo.
Avevano avuto quattro figli, ma un destino terribile era in agguato, nel giro di cinque anni perse il marito, la figlia di sedici anni e il figlio di pochi mesi.
Ancora la morte nel cuore non si era fatta prendere dalla paura di non farcela. Era tornata a vivere dalla madre con le due figlie rimaste: mia madre di tre anni e mia zia di dieci. Ed aveva incominciato il lavoro duro della commerciante girando da sola, per tutte le strade di Milano vendendo stoffe, diventando amica della sorella maggiore del cantante che viveva in via Gluck dietro la stazione centrale.
Con sua madre c'era Francesca, la sorella rimasta accanto alla vecchia mamma per dovere ed amore, non appena l'ultimo dei fratelli si era sposato un anno prima.

Zia Francesca, prima bimba, poi ragazza, poi donna timorata di Dio, la sua vita era fatta preghiere, di chiesa e casa,  di obblighi famigliari in confronto dei genitori e dei fratelli, penultima di una nidiata di figli si era presa cura di tutto nonostante lavorasse in un cotonificio facendo turni massacranti.
Era stata una ragazza che aveva rifiutato due giovani (mio nonno Paolo ed un altro che aveva fatto fortuna nel New Jersey qualche anno dopo), aveva forse paura dell'amore, forse non le importava, forse un padre severo l'aveva spaventata un giorno mentre parlava con il ragazzo che fece fortuna.
Dopo la morte della vecchia madre, Francesca si era occupata di quasi tutti i nipoti finché erano cresciuti:
Mamma, zia Mina, le loro cugine figlie di un fratello bellissimo anche lui, purtroppo andatosene via giovane.
Poi aveva accudito i figli e le figlie delle nipoti, occupando la propria vita pensando agli altri.

Francesca e Vittoria, calma una e passionale l'altra, religiosa una e libera da dogmi l'altra. Francesca devota alla madre fino all'ultimo e Vittoria devota per tutta la vita al marito scomparso ed ironia del destino,  nonna era morta trent'anni esatti, lo stesso mese di nonno Paolo.
In vecchiaia, erano venute a vivere nell'appartamento sotto quello dei miei genitori e si erano fatte compagnia fino all'ultimo giorno di nonna Vittoria, circondate da tutti i nipoti.

Due donne forti e diverse che hanno avuto il coraggio di affrontare decenni di durezze, amarezze, di affetto dei famigliari che sempre andavano a far loro visita.
Donne che hanno insegnato molto a tutti noi e che meritano un pensiero, una dedica, una storia da ricordare perché ogni persona che ha sacrificato parte della propria vita per gli altri, devono rimanere nella memoria anche di chi non le aveva conosciute.

Non ho voluto entrare in altri particolari più intimi e famigliari, perché trovo giusto che devono restare nel cuore e nella mente di chi li ha vissuti, ma noi tutti nipoti e pronipoti rimasti, loro, saranno sempre le nostre stelle che quando eravamo piccoli e non solo, ci guidavano su una strada irta di trappole ed errori, aiutando a non caderne, ma guidati sempre con onestà, affetto e devozione.

Francesca e Vittoria, sorelle indimenticabili.

Questo piccolo rracconto lo dedico per chi ancora tra noi le ricordano sempre, i loro amati nipoti:
Piera, Cesarina, Nadia, Giusy, Francesca, Gaetana, Antonietta, Battista, Emilio, Giampaolo.

Giampaolo D.


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