martedì 29 maggio 2018

UN BELLISSIMO SOGNO



UN BELLISSIMO SOGNO


Valle d'Aosta, estate 1994.

Un mattino azzurro come quelli che si vedono solo nei dipinti di 

pittori famosi, un’aria frizzante e una luce chiara, luminosa piena 

di profumi inondava la valle.

Appena aperta la finestra della nostra camera d’albergo, subito mi 

era sembrato di essere in paradiso, in un luogo di sogno, in un 

dipinto di Monet visti i colori dei fiori nel prato sottostante.

Avevo respirato quell’aria a pieni polmoni, avevo una gran voglia 

di correre in mezzo ai quei prati pieni di colori e profumi di una 

natura incontaminata e dai ruscelli rigogliosi e limpidi.

La colazione quel mattino era stata abbondante… di marmellata e 

cioccolata messe a quintali su fette biscottate e quel profumo di 

caffè-latte, latte davvero buono, come quello che bevevo da 

bambino in campagna dalle nonne, mentre dalla finestra 

osservavo delle mucche al pascolo sui campi di una baita vicina 

all’albergo, mentre alcune campanelle al collo suonavano in 

mezzo a quel silenzio.

Che atmosfera strana e piacevole.

Eravamo usciti pronti per una lunga passeggiata tra quelle 

montagne e prati, una giacca a vento con un maglione 

riscaldavano le membra di quel l’aria frizzante di alta quota.

L’albergo aveva una piccola tenuta dove ospitavano cavalli per i 

turisti che volevano passeggiare tra quelle valli e grandi fusti di 

piante resinose, Maurizio ed io avevamo scelto su consiglio 

dell’addestratore, due cavalli rossi, dei mustang che io adoro da 

sempre, con loro ci eravamo incamminati verso la meta prefissata.


Il panorama che si stagliava davanti ai nostri occhi, ci aveva fatto 

mozzare il fiato da tanta bellezza, avevamo proseguito per un 

paio 

di chilometri verso una strada che spariva dietro a delle altissime 

montagne di cui un paio molto aguzze con della neve sparsa 

sopra le loro cime.


Appena voltati a destra sulla strada sterrata tra gli alti abeti dal 

profumo di resina ci eravamo trovati davanti a qualcosa di 

indescrivibile: una vallata incastonata fra alte montagne era 

coperta da miriadi di fiori colorati che spaziavano dal violetto al 

rosso, dal giallo al bianco. Sembrava un tappeto delicato diviso da 

un largo ruscello di acqua cristallina.

Subito avevo preso la mia macchina fotografica e decine di scatti 

avevano immortalato qualsiasi cosa davanti a me, compresi due 

caprioli che erano scappati via subito appena ci eravamo 

avvicinati.



Maurizio ed io eravamo scesi dai nostri cavalli ed avevamo 

proseguito il nostro cammino per la sterrata respirando quell'aria 

fresca piena di profumo.

Si sentivano ancora campanelli di mucche al pascolo poco più in la 

e due cascinali col fieno arrotolato in grandi balle, completavano 

quel quadro montano spesso ritratto nelle cartoline per turisti


Le montagne altissime coperte di bianco sulle loro cime, 

circondavano quel paradiso e mentre i nostri cavalli bevevano 

l'acqua fresca di quel ruscello, un rumore era sopraggiunto sulla 

nostra sinistra fra le rocce.


Due stambecchi, curiosi ed impauriti dalla nostra presenza 

scapparono veloci nel bosco di abeti sopra le nostre teste mentre 

il sole lucente e tiepido illuminava la valle.

Non sapevamo quanto tempo era passato, perché seduti su una 

coperta davanti a quel ritratto, non ci eravamo resi conto di nulla 

se non di essere in un luogo incantato.

Il sole era ancora alto quando avevamo ripreso il nostro cammino 

cavalcando lentamente verso il piccolo paese, era ora di pranzo 

sicuramente, sentendo il borbottio dello stomaco ma ogni tanto 

volgevo lo sguardo verso quel panorama, non sarei mai più 

andato via da quel luogo meraviglioso.

Ma ci aspettavano altri posti ed altri paesaggi nei giorni seguenti 

di questa bellissima vacanza, dove le energie si stavano 

ritemprando, dove finalmente il silenzio e i profumi della natura 

stavano facendo dimenticare la metropoli, il lavoro e tutto il resto.

Avevo giurato a me stesso di ritornare un giorno, Maurizio si era 

girato verso di me come se avesse letto nei miei pensieri e con il 

pollice alzato aveva iniziato a galoppare verso l’albergo.

Dietro il cielo azzurro ed i raggi di sole illuminavano due ragazzi 

sopra a due destrieri rossi, mentre un vento proveniente da est 

stava portando nuvole grigie verso la valle.


Giampaolo Daccò

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