LIBERO DI AMARE
Un tramonto di fuoco si staglia nel cielo, il sole color dell'oro fuso è basso al'orizzonte.
Sul terrazzo sopra il mare, si odorano i profumi di mille fiori del parco vicino, aromi intensi che colpiscono l'olfatto e ti portano lontano nel tempo dove nel giardino di nonna, le rose rosse e i gelsomini inondavano l'aria con i loro inebrianti profumi.
Sotto di noi e di fianco al terrazzo, persone vestite di colori vivaci passeggiano per le vie strette della cittadina affacciata sul golfo, le luci dei locali e dei negozi ancora aperti illuminano magicamente quel posto nella sera che sta per sopraggiungere.
Due gabbiani volano sopra le nostre teste, vanno incontro a quel tramonto gridando la loro gioia di esseri liberi.
Invidia, invidia per la loro libertà.
"Ehi tesoro che stai pensando?... Sorridi altrimenti sembri un figura uscita da un libro di Alla Poe." dice ridendo la mia metà mentre fotografandomi, all'improvviso il flash quasi mi ha spaventato.
"Ehi tesoro che stai pensando?... Sorridi altrimenti sembri un figura uscita da un libro di Alla Poe." dice ridendo la mia metà mentre fotografandomi, all'improvviso il flash quasi mi ha spaventato.
"Dai musone... Tra poco si cena e ci aspettano al ristorante..."
"Va bene andiamo." rispondo senza togliere lo sguardo da quei gabbiani ormai lontano.
Sento la sua mano appoggiarsi sul mio braccio mentre mette nella borsa la macchina fotografica ed allungando il suo, con l'indice della mano, mi indica una grande barca illuminata all'orizzonte su quella distesa placida.
"Altre persone libere..." dico con un punta di invidia e penso alla voglia di fuggire da tutto magari con una barca e stare lontano dai rumori, dalla gente e assaporare il silenzio in mezzo al mare.
"Come i gabbiani che osservavi prima?" annuisco in silenzio "Dai sognatore facciamo due passi sulla spiaggia."
Mentre cammiamo sulla rena umida, su di noi lo stridio di quei gabbiani si fa forte, alziamo lo sguardo ed insieme li osserviamo volteggiare sopra a degli scogli poco lontani, planando poi sopra di essi mentre onde biancastre si infrangono attorno a quelle rocce.
Di nuovo il mio pensiero va verso la loro libertà, così lontana dagli obblighi morali, lavorativi, sociali che l'essere umano si è rilegato come prigioni scambiandoli per doveri da eseguire senza discutere.
Di nuovo quell'invidia assurda per le loro mancanze di regole, di riti, di orari, di denaro, di... tante altre cose.
Poter volare nel cielo o scappare dalle catene, fermarsi a guardare albe, tramonti, boschi, montagne, mari, cieli immensi del mondo.
Mangiare quando si ha fame, dormire quando si ha sonno, senza preoccuparsi del domani.
Mi sento osservato.
"Lo so, sarebbe bello poter vivere come loro..." la sua voce accanto mi ha fatto capire di aver intuito i miei pensieri ed insieme vediamo che quei bianchi gabbiani all'improvviso prendono il volo verso il cielo, liberi nel vento.
Abbracciati con tenerezza ci avviamo verso il centro della cittadina di mare dove trascorremo qualche giorno di riposo, lasciandoci alle spalle il tramonto, i gabbiani e i sogni.
Presto saremo nella confusione e nel divertimento con alcuni amici.
Nella stretta via illuminata dove stiamo passaggiando, mi fermo un attimo ed i nostri occhi si incrociano, tra noi l'amore c'è sempre, lo guardo non mente e neanche il cuore soprattutto dopo tanti anni.
In questo momento mi sento libero, libero di amare e di donare tutto ciò che posso a chi mi sta vicino. Prendo la sua mano e come due ragazzini corriamo verso la felicità, liberi come due gabbiani.
Giampaolo Daccò