giovedì 5 luglio 2018

SETTE NOTTI CON TE




SETTE NOTTI CON TE

Prima notte:
   Ci eravamo incontrati nel bar dell'aeroporto e subito era arrivato il colpo di fulmine, i miei occhi nei tuoi e tutto era scomparso. I corpi erano accesi dal desiderio e le nostre bocche avevano suggellato, su quel taxi in corsa verso Milano, un piccolo patto d'amore. 
Solo il nome e l'età e basta ognuno di noi non sapeva niente dell'altro e nemmeno lo voleva sapere. Avevamo sette giorni di tempo a disposizione e poi ognuno per la sua strada, Londra la sua, Barcellona la mia.
Era iniziata così quella storia che ancora ricordo con nostalgia e rimpianto.
La prima notte era stata dolce, romantica quasi un sogno, una notte di luna piena che faceva brillare di blu i nostri corpo nudi avvinghiati in una passione travolgente.
Con gli occhi chiusi e lui a fianco sentivo il profumo di gardenia provenire dalle finestre aperte.

Seconda notte:
Pasisone, giochi erotici che accendevamo sempre di più i sensi e la voglia di appartenersi... Nessuna parola di amore ma quello che dicevamo, i sospiri e gemiti completavano quel desiderio di se stessi senza limiti.
Più tardi nel buoio osservavo lui, aveva gli occhi aperti, mi domandavo a cosa pensasse ma fingendo di dormire, appena aveva rivolto il suo sguardo su di me, leggermente mi aveva sfiorato una guancia sorridendo, spostandomi una ciocca bionda di capelli.

Terza notte:
Non era il letto il luogo della nostra passione, no quella notte no, un tappeto soffice di quel residence di lusso nel pieno centro di Milano, era stata la gioia ed il sesso sfrenato quasi animalesco.
Le finestre aperte ed un vento tiepido facevano svolazzare  le candide tende mentre le sue mani forti stringevano il mio corpo con violenta e dolce sensualità.
Mi sentivo svenire dal piacere e lui anche, tremava su di me mentre i suoi baci erano sempre più forti mordendomi le labbra.
Era arrivata l'alba e questa volta ci eravamo svegliati insieme mentre  la luce rosa dell'alba penetrava nella camera, il suo sorriso era stato il buongiorno di quell'istante.

Quarta notte:
Eravamo tornati tardi dalla cena, la fretta di stare soli ci aveva fatto quasi correre nel nostro rifugio e subito entrati, ci eravamo spogliati nudi lasciando i vestiti per terra ed eravamo entrati nella doccia.
Tra i vapori, la schiuma, i profumi inebrianti, l'amore ed il sesso era in quel momento qualcosa di sublime, l'acqua calda gocciolava nelle nostre bocche avvinghiate, tra i corpi sempre più eccitati.
Ed ancora bagnati ci eravamo trovati sugli asciugamani di spugna  mordiba per terra.
Il gioco erotico sembrava non finire mai poi la stanchezza prese il sopravvento.
Ci eravamo addormentati esausti, così ci aveva trova al mattino un sole splendido che penetrava dalle finestre.

Quinta notte:
Luci rosse e blu nella camera, il letto disfatto e noi travolti da giochi strani, giochi che non avrei mai pensato di fare. 
Farsi prendere come schiavi e diventare padroni dei nostri corpi, mentre scoprivamo sensazioni nuove, ancora una volta non avevo mai vissuto un'esperienza del genere, così forte ed intensa.
Lacci neri ai polsi, ai piedi, poi la corda che legava a lui alla spalliera del letto e tutto quello che si poteva e si desiderava fare era stato fatto in quelle ore sublimi, luccichii di stelle entravano dalle persiane aperte nel buio.
Nel cuore della notte eravamo abbracciati felici, a dentro di me qualcosa, un nodo nella gola incominciava a farsi sentire, insieme ai miei sensi di colpa.

Sesta notte:
La sesta notte era stata come la prima, tutti i giochi erano stati fatti e restava la passione, la sensualità della prima volta. I sensi accesi e le carezze dolci di lui ed i miei baci appassionati, celavano il pensiero che sarebbe stata la penultima notte insieme, mentre noi conoscevamo tutti i nostri desideri sessuali ma non quelli privati, quelli che portavamo dentro.
Mi prese come non mai, ero tra le sue forti braccia, ero in un vortice di baci appassionati e di tenerezza.
Più tardi non riuscivo a dormire e come la seconda notte guardavo lui, aveva gli occhi aperti questa volta non finsi di dormire e avevo lasciato che lui mi baciasse e accarezzasse il mio viso ed insieme abbracciati, ci eravamo addormentati stretti.

Settima notte:
Non era stata come le altre, eravamo sul terrazzo, distesi abbracciati sul divano tra fiori in grandi vasi ed il profumo della notte. Migliaia di stelle brillavano su di noi e la luna ormai quasi una falce era lontana all'orizzonte.
Tra piccoli baci e carezze, ci raccontavamo i piccoli sogni da bambini ma mai delle nostre attuali vite. Sembrava un accordo, darsi a vicenda senza dire nulla, segreti di vite che mai saranno svelati... Eppure per un attimo stavo per dire qualcosa, lui mi aveva baciato per non sentire... Forse era stato meglio così.
Tra il cullare dell'abbraccio avevo iniziato a cantare una piccola melodia che si era interrotta quando Morfeo aveva preso il sopravvento su di noi.
Ci eravamo svegliati all'alba al suono di una sirena in strada. Questa era stata la nostra ultima notte insieme.

Aeroporto di Malpensa, ore quindici.
Che strano i nostri aerei che ci portavano nelle nostre rispettive città, avevano lo stesso orario, dopo il check in, avevamo bevuto un caffè insieme, l'ultimo. So che avevamo voglia di darci un appuntamento per un futuro lontano, ma dentro in entrambi qualcosa ci aveva fermatio
Forse il caso ci farà reincotrare un domani e chissà dove oppure saremo per sempre perduti nei meandri della nostra vita privata e in  chissà in quali altri destini.
Mentre dopo l'abbraccio ci eravamo lasciati per proseguire verso il nostro gate, istintivamente ci eravamo voltati e ancora i nostri occhi si erano fissati per un atttimo.
Le nostra labbra fecero un leggero bacio nascosto da tutti i presenti, poi ognuno aveva preso la sua strada.

Barcellona aereoporto.
I volti dei miei figli erano dietro le vetrate dei cancelli di uscita, una fitta di vergogna mista a senso di colpa erano nel mio cuore, mentre con le loro manine mi salutavano festosi accanto a mia madre e nella mente il volto di lui.
Cacciando quel pensiero e sorridendo loro, quasi corsi buttandomi tra le loro braccia.

Londra - Oxterley
Il taxi aveva portato lui davanti alla bella casa in stile vittoriano, il giardiniere gli stava quasi correndo incontro per aprire il cancello di casa. Nella mente di lui l'altro volto, che viene scacciato quando dal portone d'ingresso usciva la sua famigliola. Il sogno erotico ormai e lontano e la sua solita vita era di nuovo il suo futuro fino a quando e chissà dove, ci saranno nuovamente sette notti diverse.

Giampaolo Daccò

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