martedì 15 agosto 2023

IL FARO


 



IL FARO

Stagliato nel blu del mare e nell'azzurro del cielo o nel rosso del tramonto, lui, rimane lì. fisso, alto, imponente con la sua casetta a fianco come un compagno fedele.

E' li da tanto e la sera insieme alla notte il suo occhio di luce, accompagna i natanti vero il porto e la rotta giusta per non farli finire contro le rocce o scogli marini come un buon padre che insegna la giusta strada ai propri figli.

Guardandolo o pensando a quel faro dall'aria romantica ed avventurosa si pensa alla propria vita passata, presente e forse futura, dove un parte di noi o forse quasi tutta è come la sua. Forse non si è solidi come lui ma il compito è lo stesso.

Sto rimirando quel paesaggio in solitudine seduto sopra una panchina della strada che conduce dal paese di vacanza al faro, mi sembra quasi un sogno, una cosa non vera, un dipinto o qualcosa di magico e la mia mente ritorna nel passato che sembra lontano ma basta voltarsi indietro con la testa o con la mente ed tutto ciò che hai vissuto è lì davanti a te.

O nasci faro o nasci nave, lo sei già fin da piccolo e la vita del faro è più difficile che quella delle navi o barche perché restando fermo, dando un aiuto senza chiedere nulla in cambio indichi la strada agli altri che volano come aquiloni nel cielo cercando la propria collocazione e tu sei la mano ferma che tiene il filo sperando che un giorno tornino da te oppure li lasci andare perché non ne hanno più bisogno.

E se ne vanno senza dire un grazie spesso per egoismo, perché si dimenticano o se ne tornano a casa dall'altra parte o peggio ancora non sanno che tu sei stato l'artefice della loro fortuna o sfortuna.

E tu o faro a chi ti rivolgi quando hai bisogno di aiuto? Nessuno lo sa perché alla fine la casetta a fianco è tutto quello di cui hai bisogno, è lei o lui che ti tiene fermo e contiene tutto ciò di cui hai bisogno anche se nelle tue scale a chiocciola che partono dal cuore e finiscono nella tua mente dove risiede la luce che aiuta, ne avresti bisogno.

Ma sei forte e lo sai, lo sanno anche i pochi che ogni tanto si ricordano di te, di farti una visita di cortesia o curiosità e poi svaniscono verso le loro case di un paese lontano o vicino; a volte li vedi scomparire nella nebbia, ombreggiati da un sole caldo del tramonto o con una folata di vento arrivata improvvisa.

E tu sei lì imponente nella tua piccola statura che pur differente è simile al faro con la sua casetta a fianco, il tuo rifugio.

Ho avuto molte barche da guidare, piccole o grandi e la maggior parte sono naufragate nel l'oscurità del mare dove un gorgo chiamato vita le ha fatte precipitare per sempre negli abissi, altre sono navigate verso lidi tranquilli, agitati, radiosi od oscuri. Alcune sparite chissà dove e chiedendomi dove, spero sempre che sia un posto meraviglioso per loro e la loro felicità.

Ecco io sono qui ancora a guidare barche estranee con la mia casa vicina sostenendoci a vicenda, non ho mai dimenticato, la sera, di accendere quella luce di aiuto e spegnerla di giorno accogliendo chi chiede aiuto ma allo stesso tempo guardo negli occhi questi che un giorno se ne andranno contenti o delusi, allontanandosi per sempre dimenticandoti o ricordandoti come, appunto, il loro faro che li ha aiutati ma che non ne avranno mai più bisogno, forse.

Eppure ogni giorno vedo sempre paesaggi diversi e barche diverse nella stessa continuità e sento che io o il mio faro siamo e saremo sempre lì ad indicare la strada, ad accogliere chi chiede aiuto anche se questi "chi", sono sempre più pochi, il compito si affievolirà per il passare del tempo, perché un giorno lontano il faro sarà spento ma sempre presente stagliato nel cielo di ogni colore e verso il mare che sempre infrangerà le sue onde spumose ai piedi della scogliera dove vivi.

Mi alzo da quella panchina e vi avvio verso il paese dai tetti rossi e la campagna verde attorno, salutando quel bellissimo faro con il suo compagno a fianco, sono sicuro che oltre a riconoscere in lui me stesso, domani forse sarò ancora qui a sognare.

Giampaolo Daccò.

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