venerdì 1 febbraio 2013

Una vacanza misteriosa


UNA VACANZA MISTERIOSA

Estate 1997, Cornwall.
Quando lo vidi apparire davanti ai miei occhi in quella terra verde e umida, con una leggera bruma azzurrina che lambiva il terreno attorno, ebbi un momento di emozione fortissima: la sensazione di essere tornato da un passato lontano. Con la mente rividi i fuochi di Beltane, nativi che ballavano e si muovevano attraverso i cerchi e i canti, un'atmosfera animista, forte e piena di energia incredibile... Chissà quanti secoli fa.
Marco mi toccò il braccio. "Beh?... Ti sei addormentato?"
Gli sorrisi negando con la testa e proseguimmo con la comitiva verso la collina, la "Sacra Collina Celtica".
Il Tor ora era lì davanti a me, l'atmosfera del mattino era quasi magica, carica di mistero e fascino. Dopo le spiegazioni della nostra guida, ci incamminammo su per il sentiero che ci portava fino in cima ai resti della torre in vetta. Eppure mentre il sole si irradiava nella pianura sottostante mettendo in evidenza un meraviglioso paesaggio, mi sentii attraversare da una corrente energetica, sempre crescendo, più mi avvicinavo a quei resti.
Una forza, che nella mia mentre la percepivo come una corrente azzurro/argentea, proveniente dal profondo della terra sottostante e quando tutta la comitiva raggiunse la torre, io mi allontanai di poco e mi nascosi dalla parte opposta dov'erano i miei compagni di viaggio.
Mi concentrai e come in un sogno sentii la corrente azzurra quasi attraversarmi il corpo e con la mente rividi dei piedi che correvano sull'erba, sentivo il fiato delle persone per la fatica e poco distante dietro di me una cantilena che sfociava in varie tonalità maschili.
Una musica bassa ma quasi assordante, vibrante come onde invisibili.
Oltre ai piedi vidi gambe muscolose che correvano, la mano sinistra teneva stretta un pugnale di bronzo ed un segno sulla destra molto particolare, uguale a quello che ho realmente sulla mia mano.
Poi, sempre colla mente vidi un cerchio formato da uomini vestiti di bianco e attorno a loro inginocchiate, figure femminili vestite di azzurro mentre con le mani facevano strani movimenti nell'acqua vicino ai piedi dei primi.
All'improvviso sentii una voce chiamare "Azhyel... Azhyel.. Yynswy... Yynswy..." mi girai e sorrisi mentre ero in quella specie di trance.
All'improvviso un raggio di sole mi arrivò dritto negli occhi quasi accecandomi.
"Paolo... Ma sei qui allora..."
Rividi tra le macchie davanti ai miei occhi, causate dal raggio di sole, il mio amico Marco che sorrideva invitandomi a scendere con gli altri ripetendomi per più di una volta dov'ero finito e perché.
Più tardi sul sentiero che ci portava verso la pianura sottostante, mi rigirai verso il Tor: che sensazione strana, lo vidi come immerso in una luce argentea e ripensai a quel nome Azhyel Yynswy, un nome strano ma che suonava quasi familiare.
Finalmente raggiungemmo il pullman che ci avrebbe portato poi in hotel.
Durante il tragitto, dietro di noi, due donne parlavano fitto in un inglese penso dialettale e una di loro disse qualche parola strana tra cui tre parole che mi rimasero nella mente come scolpite: "Ynais Ertoys Winis".
Incuriosito mi girai ed incrociai gli occhi di queste signore che stavano già fissandomi prima ancora che mi voltassi verso di loro, quella più anziana dagli occhi azzurro chiaro mi sorrise e mi disse guardandomi diritto negli occhi:
"Welcome back, sorry I wanted to say welcome to the land of Yinis Witrin or rather Avalon." sorrisi con il dubbio stampato nei miei occhi davanti a quei visi tipicamente inglesi.
La bionda a fianco, guardò l'altra poi di nuovo me:
"Sooner or later we all return to places we know or ... or ... somewhere in the past where he lived. Do not you think?".
Rimasi perplesso ma feci segno di si con la testa non capendo bene cosa alludesse.
Marco mi diede una gomitata leggera "Ma attacchi bottone proprio con tutti eh?" rise. Mentre scendevamo dal bus, salutai con la mano le due simpatiche signore che erano ospiti in una specie di cottage vicino al nostro hotel, la bionda si avvicinò a me e mi diede una cosa avvolta in una carta gialla, sbirciai nella borsa ne aveva almeno una decina dentro. "Consider it a lucky charm", la ringraziai e misi in tasca il piccolo pacchettino.
In camera poco più tardi, dopo una doccia rilassante, mi misi un abito elegante per la cena e prima di scendere aprii l'involucro e mi trovai in mano un ciondolo leggermente ovale, pietra azzurra era un turchese molto bello circondato da fili di rame.
I bordi erano ricamati come dei petali piccoli a forma di "Y" e al centro della pietra una "A".
Immediatamente pensai a quel nome che mi frullava nella mente sopra il Tor: Azhyel Yynswy...
Rimasi incerto e stranito, lo misi in tasca e scesi in sala da pranzo raggiungendo marco seduto al tavolo.
Era stata una strana coincidenza oppure un viaggio in un passato lontano? E le due signore così strane? Chissà...

Giampaolo Daccò
 

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