A volte basta una fotografia di tanto tempo fa e subito i ricordi arrivano piacevolmente, immediatamente subentra la curiosità verso chi faceva parte di quel periodo e che ormai si trova lontano da noi. Quello che racconterò è accaduto molti anni or sono durante una vacanza alla fine dell'estate, cambierò i nomi in modo che non si possano riconoscere, perchè la storia è delicata. La storia di un amore segreto e di un ragazzo che ora fa la sua vita, studia, gira, si diverte e che ha il mio nome.
Riccione, settembre 1997.
Un anno difficile, cambio di casa, cambio di lavoro, cambio di abitudini e due tradimenti che mi hanno fatto soffrire, un'amicizia ed un amore. Stanco di litigate e falsità, stanco di cose sgradevoli da parte di questi due ex amici, decisi di prendere le mie ferie dopo che tutti fossero tornati dalle proprie e settembre mi sembrava un mese ideale per partire.
Hotel Feldberg, cinque stelle con tutti gli optional compresa sauna, palestra, piscina riscaldata, serate al night ed escursioni. Insomma una vacanza tranquilla, rilassante da solo e lontano da tutti, quasi tutti gli ospiti erano tedeschi e inglesi ed un paio di famiglie pugliesi riempivano l'albergo alla fine di questa estate ancora calda.
Tre settimane in cui non volevo pensare a nulla ma invece dopo due giorni arriva la sua telefonata e subito un altro litigio, sgradevole ed inopportuno, ho sbattuto il telefono giù e sono corso nella sala da pranzo per la prima colazione, i signori tedeschi vicini di tavolo rimasero sorpresi dalla mia faccia rabbuiata e sorrisero dicendomi, che una giornata di sole come questa non meritava la mia arrabbiatura.
Per tre giorni pranzai con loro finchè non arrivarono i loro figli ed io tornai al mio tavolo, ero contento di aver imparato qualcosa di tedesco, quando arriva una cameriera in sala portandomi un telegramma, sempre dalla solita persona rovinandomi l'appetito, così decisi di andare in spiaggia.
Avevo il posto riservato vicino ad una famigliola che era arrivata due giorni dopo di me, una coppia simpatica e carina del nord Italia e dopo due o tre parole, una colazione il giorno dopo fatta insieme, una cena allo stesso tavolo, abbiamo incominciato una bella amicizia.
Ingrid e Elder, con la piccola Franziska di 18 mesi mi "adottarono", mi trovavo bene con loro, lui elder era sempre gentile e cortese, la piccola ogni tanto mi mandava bacini con la mano e lei Ingrid sorrideva sempre, poi un mattino, arrivò solo lei con la piccola e si sedette come al solito al mio tavolo.
Io avevo appena terminato la colazione e finito di leggere il mio quotidiano, quando mi disse "Ti va di prendere in braccio Franziska? Intanto io vado al buffet per prendermi la colazione." annuii e presi in braccio la piccola, quanta tenerezza, mi sembrava di essere il papà e lei rideva contenta.
Ingrid arrivò al tavolo con la sua colazione in un piccolo vassoio e mi fissò seria.
"Mi spiace che tu non abbia figli Paolo. Vedendoti con lei sembri un vero papà."
"Già.." dissi "Mi è sempre mancato un figlio, si vede che non era destino." Lei sembrò commuoversi e mi disse una cosa strana.
"Ti piacerebbe che Franziska fosse tua figlia?"
"Si certo, una bimba così chi non la vorrebbe?"...
"Già..." rispose lei in modo strano ma distolse lo sguardo "Senti ti devo dire una cosa..."
All'improvviso apparve Elder sorridente, aveva finito in anticipo un lavoro al telefono e aveva raggiunto la sua famigliola contento. Ci salutò calorosamente e prese in braccio la figlia, Ingrid guardò prima me e poi Lucas e non parlò più.
Nei giorni seguenti mi sembrò che lei volesse dirmi qualcosa ancora ma non ne aveva il coraggio, intanto i giorni passavano sereni ed ero sempre in compagnia con loro, mentre solo la sera uscivo con due ragazzi inglesi per andare o a ballare o per un gelato.
Avevo ancora una settimana di vacanza quando Ingrid e Lucas dovettero tornare a casa loro, ci scambiammo i numeri del telefono e promettendoci di sentirci e vederci presto, ci abbracciammo ma lei aveva gli occhi lucidi.
Qualche tempo dopo, una sera fredda d'inverno mi arrivò una telefonata, era Ingrid, parlammo per più di un'ora, sentivo la piccola vicino chiacchierare e gridare e dei passi, quelli di Elder che mi mandò i saluti. C'era qualcosa che stonava nella voce di lei o almeno mi sembrava.
Poi tempo dopo ci furono gli auguri di Natale, di Pasqua, di Ferragosto e poi a Ottobre, ancora un'altra telefonata dove Elder mi comunicò che avevano avuto un bimbo e lei era in ospedale. Fui felicissimo per loro, ora Franziska aveva un fratellino, giuro che provai invidia ma anche felicità.
Dopo tre settimane, arrivò una lettera, una lettera da quel posto di mare dove ci eravamo conosciuti, una lettera che sembrava chiusa in una bottiglia di vetro e finita sulla spiaggia deserta e autunnale, la aprii e capii tutto. Ingrid mi confessò che si era innamorata di me, che sapeva di non poter essere ricambiata e aveva deciso di non dire niente. Con suo marito le cose avevano ripreso bene nel suo cuore e lui non si era accorto di nulla. Si sentiva in colpa, ma poi il bimbo che cresceva nella sua pancia l'aveva distolta un poco dal pensiero su di me, ma mi confessò che le sarebbe piaciuto che fosse mio.
Ero sconvolto ma triste per lei, saperla in quelle condizioni e sperai che col tempo le fosse passato, proseguii quella lettera fino alla fine quando lei scrisse queste parole "Non giudicarmi male Paolo, i sentimenti non si possono comandare e tu sei stato un'onda fresca del mare nella mia solitudine, nella lontananza di Elder dalla mia vita quando parte per il suo lavoro. Vorrei che questo bambino ti assomigliasse, che sia sensibile come te e anche se non potrò mai averti, immaginerò che lui fosse come tuo. E per non dimenticarti l'ho chiamato come te."
Mi commossi e sentii due lacrime scendere sul mio volto, chiusi la lettera e la misi nel cassetto dei ricordi.
Non ci sentimmo più, mi scrisse Elder un giorno dopo mesi, dicendomi che Ingrid l'aveva seguito coi bambini e si erano trasferiti in Svizzera, non ne fui sorpreso, lei avrebbe cercato in tutti i modi di sistemare la sua vita e quello era stato il primo passo.
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