lunedì 13 maggio 2013

Un aereo lontano



Linate - Milano, maggio 1996.

   La pioggerellina leggera batteva contro le grandi vetrate dell'aeroporto, mente centinaia di persone con borse e valigie  si muovevano nel grande salone, file. Appoggiato al davanzale di quelle grandi finestre, guardavo gli aerei decollare ed atterrare mentre all'orizzonte una striscia arancione del tramonto squarciava le nuvole scure sopra il cielo. 
   Qualche minuto prima, nella sala delle partenze, osservavo uomini e donne in fila per passare il check-in, poi quando vidi quella testa girarsi verso di me, mi voltai di spalle. Non volli più guardare quegli occhi scuri, quel volto bello e conosciuto. Non volli più vedere quella figura elegante che poco prima di passare la dogana, mi salutò con un addio senza un abbraccio. 
   Sapevo, sentivo che mi stava guardando mentre appoggiava la sua borsa davanti al metal detector, sapevo cosa stava pensando in quel momento ma invece di girarmi e rivedere il suo sguardo, fuggii. 
   Sali velocemente le scale che portavano al piano superiore, dove si poteva spaziare sulla grande pista dove decine di aerei partivano ed atterravano quasi ininterrottamente. 
   Mi trovai lì davanti alle vetrate sperando di capire qual'era il suo aereo che portava via una sciocca speranza che covavo nel cuore ormai da qualche mese. Una storia durata sei mesi, bella, appassionante ma che sapevo già doveva finire, forse senza nessuna speranza. 
   Aldilà dell'oceano nei Queens di New York c'era la sua vita, il suo mondo, i suoi amici, il suo lavoro e per me nessuno spazio. Immaginavo quell'enorme quartiere grande come la mia città e forse più, pieno di volti, di colori, di profumi, grattacieli, treni e metropolitane. Una folla immensa che si muoveva senza sosta come nell'immaginario di molti film ambientati nella città più appariscente del mondo.
   Vedevo la sua figura sparire tra quella folla, le ombre dei grandi palazzi proiettate sulle strade brulicanti davano un senso di immensità, di grandiosità, mentre quella visione si affievoliva davanti ai rigagnoli d'acqua che scendevano su quei grandi vetri, un rombo mi riportò alla realtà.
   Vidi un'aereo decollare veloce dalla pista, l'ora era quella giusta e seguii con lo sguardo quella sagoma che per un attimo fu illuminata da un raggio di sole all'orizzonte per poi sparire tra le nuvole. Rimasi lì fermo per qualche minuto ancora, non so cosa aspettassi... Che fosse scesa da quell'aereo cambiando idea sul nostro futuro, che fosse dietro di me e mi chiamasse all'improvviso facendomi girare come nei film d'amore.
   Dietro di me solo il vociare di persone in preda alla frenesia di partire, con uno sforzo mi allontanai verso l'uscita, la piazzola dei taxi era piena di gente con le valigie, allungai il passo verso l'autobus che stava per partire e salii senza voltarmi indietro. Sopra di noi un rombo forte di un aereo che volava verso il cielo lontano e velocemente il mezzo entrò nel grande viale verso la grande città, mentre le prime luci delle sue case mi accoglievano fredde senza amore.

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