giovedì 27 febbraio 2014

SENSIBILITA'


   Se si potesse cambiare il cuore? Se si potesse cambiare la propria mente? Se si potesse essere meno sensibili? Se si potesse...
   Quante volte ce lo siamo detti in un momento di delusione, in un attimo di smarrimento per un tradimento, in una situazione drammatica? Tante e troppe.
   Basta un ricordo, un sguardo su chi soffre, un gesto d'amore estremo che subito qualcosa dentro di noi, partendo dal cuore fino ad arrivare alla mente, si strazia e fa soffrire.
   Probabilmente nel nostro io c'è una vena di autolesionismo scambiato per sensibilità, ma questa sensibilità, spesso, attanaglia il cuore e lo stringe fino a farti male. Eppure non si può cambiare o non si vuol cambiare, perché si capisce che solo così ci si sente vivi, umani e veri.
   Sono tante le immagini che ormai vediamo tutti i giorni sui giornali, sui social network, in tv e quasi tutte a richiamare pietà, dolore e commozione ed aiuto, a volte per necessità di far conoscere, spessissimo per convenienza e noi a struggersi pensando a cosa poter fare e alla fine non facciamo nulla.
   Saper dividere il cuore dalla ragione è giusto? E' sbagliato essere egoisti e pensare di più alla propria vita e bisogno, senza farsi coinvolgere da queste forti emozioni che invece di fortificarti, ti lasciano dentro un dolore grande che sembra non finire mai?
   Ci sono momenti in cui ci sentiamo vulnerabili ad emozioni improvvise, chissà perché ciò che fa smuovere quel qualcosa dentro che potrebbe farti piangere o tremare nell'animo, capita sempre in quelle situazioni. Mai quando ti senti forte e disponibile a superare se non con un'alzata di spalle almeno con forza ed ottimismo.
   Non è brutto commuoversi, non è male condividere un dolore, non è sbagliato piangere per aver ritrovato o aiutato qualcuno che in quel momento era lontano o in difficoltà, ma non dovrebbe succedere spesso.
   Ho voluto esprimere questi pensieri, magari banali, leggendo molte cose che le persone scrivono sui social net work, dove spiccano commozioni, pietà, sofferenza, rabbia, dolore, bisogno di amore e che anch'io purtroppo provo, ed è in quel momento che sogno di non "sentire" quell'emozione e struggimento che ti colpiscono nell'anima.
   Si vorrebbe vedere, ascoltare, vivere solo cose belle, piacevoli e serene e purtroppo non è possibile anche se cerchi di cogliere le piccole gioie nei vari momenti della nostra vita. E' un periodo strano per tutti, forse colpa dei media, forse colpa di ciò che l'uomo fa accadere nel mondo, forse è colpa nostra che cadiamo nelle trappole masochistiche della mente, ma io come tanti in questo periodo, sono preso da emozioni forti.
   Da preoccupazioni per la persona che sta con te e che ami tantissimo e non puoi aiutarla nel modo giusto, per un famigliare che non sta bene e non puoi fare più nulla, per il lavoro che ti crea problemi, per l'emozione di un passato che torna e scopri di non saperlo gestire dentro di te nel modo giusto per quello che è stato, perché la nostalgia è terribile ed ingannatrice, pensi come potrebbe essere stato diverso se non ci si fosse persi per strada. 
   Per un'amica che si ritrova sola nonostante in mezzo a tanti o per l'amico a cui non puoi dire che la sua metà lo tradisce mentre lui la riempie d'amore. Per i bambini che soffrono, per le persone anziane che vedi negli ospizi e puoi far ben poco per aiutarli, per tante altre cose...
   Mi chiedo è giusto poter cambiare il proprio cuore, la propria mente e la propria anima e trasformarle in qualcosa di più freddo? E' un modo egoistico per non dover condividere il dolore degli altri? O forse è giusto che sia così, e solo così si potrà imparare dalla vita quella che è la vita vera?
   



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