giovedì 6 febbraio 2014
UN INCONTRO, UN RICORDO
Una canzone può riportarti indietro nel tempo ed a volte, basta un incontro.
Ci sono mattine strane, imprevedibili, mattine in cui basta girare un angolo di strada, entrare in un negozio, fermarsi ad un semaforo e subito accade qualcosa. Qualcosa che spesso, torna dal passato prepotentemente, mi era già successo almeno un paio di volte ma questa è stata davvero una sorpresa e subito i ricordi sono riaffiorati prepotenti insieme ad un vecchio dolore ormai scomparso.
Tabaccheria vicino al posto di lavoro, nuova ricarica del cellulare e una persona di spalle davanti a me, solo noi due e il proprietario. La persona finisce di pagare si volta e sento che il suo sguardo si sofferma su di me e poi prosegue uscendo dal locale. Non avendo alzato neanche la testa mentre cercavo il denaro nel portafogli, non ho visto chi fosse, ho fatto la mia brava ricarica e preso il resto, esco dalla tabaccheria e... Mi trovo quella persona davanti.
"Paolo... Ma sei tu?" mi sento dire... "Accidenti si, dopo tutti questi anni ti avrei riconosciuto subito senza problemi..."
"Trendadue per l'esattezza." rispondo io probabilmente arrossendo un po' per la sorpresa, non mi sarei mai aspettato di vederla lì in quel momento, a quell'ora del mattino.
"Devi scappare o hai qualche minuto di tempo?" dice sorridendomi mentre i suoi occhi azzurri esprimevano contentezza.
"Si ma solo una mezz'oretta poi devo tornare al lavoro." rispondo mettendomi le mani in tasca del cappotto.
Ci siamo incamminati verso il bar vicino, sapendo inconsciamente di berci un caffè e fare due chiacchiere ricordando i bei vecchi tempi. "Bei tempi?" mi domandai in un istante pensando alla cosa. E mentre davanti a due tazze di caffè bollenti, mi stava raccontando la sua attuale vita, io con il pensiero tornai prepotentemente nel 1982.
Stessa scena, un dicembre freddissimo e davanti a due caffè ci eravamo detti addio dopo qualche mese di convivenza, dopo qualche mese di un matrimonio combinato per gioco nel suo Paese poco lontano dal nostro, in un settembre caldo e luminoso.
Mentremi parlava della sua vita vicino a Piacenza, con la sua nuova famiglia, i suoi animali, i nipoti, i viaggi ed i suoi progetti, io rividi le piccole gioie e i dolori che quella storia aveva procurato nei nostri giovani anni. E soprattutto il suo ed il mio tradimento, il suo con l'ex in un momento di un nostro litigio, un ex tanto famoso allora da riempire i manifesti di pubblicità e anche giornali di fotoromanzi, ed io invece mi accontentai di un'avventura di una sera dopo aver scoperto il suo tradimento, un'avventura in un locale dove poi ci conoscevano tutti. dove le sarebbero andati a dire ogni cosa. Tant'è che ci pensai io al mattino successivo a chiarire tutto, ma ormai era già finita...
Che tristezza pensarci adesso mentre ci guardavamo in faccia in quel momento "Chissà cosa starà pensando di me davvero, se si ricorda di quell' appartamento al 7° piano in Piazzale Lodi, così luminoso e soleggiato. Delle nostre gite, delle serate ad ascoltare musica e i viaggi ell'estero dai suoi." mi chiesi sorridendole.
"Tu che fai ora di bello?" Mi domando dopo aver finito il suo discorso... Ho raccontato un po' di cose banali, dei miei viaggi, del mio lavoro, mi sono soffermato sul libro pubblicato, stando sul vago nelle mie cose private. Poi guardando l'orologio, ci siamo alzati, come allora, come quel dicembre gelido e ci siamo salutati con una stretta di mano. Mi sono voltato a guardare la sua figura allontanarsi nel viale, il cappotto chiaro, i capelli biondi, la sua figura snella ma dentro non ho provato nulla se non il ricordo sgradevole di due tradimenti stupidi che hanno messo fine ad una storia.
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che storia malinconica... A volte, sì... siamo davvero stupidi e avventati.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione Mirella. Peccato.
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