martedì 12 maggio 2015

CONFESSIONI DI UNO STRANIERO


STRANIERO

Si dice che da piccoli non si è in grado di riconoscere i sentimenti, le sensazioni e molte altre cose. Si dice che solo la guida della famiglia, della scuola, della società poi, ti porteranno nella fase di sviluppo della tua personalità, del tuo io. Solo allora, in base alla tua maturità e crescita saprai scindere e capire tutto... Eppure..


Ricordo e sentivo che dentro di me qualcosa era diverso... A due anni e mezzo avevo ricordi e sensazioni. Ho imparato ad osservare la casa di campagna dove ho vissuto con nonna e zie... Capire nonostante tutto i loro discorsi complicati, com'era la vita, com'erano fatte le donne e soprattutto quelle donne che amavo. Ricordo che a quattro anni sapevo leggere e scrivere e sapevo come e quando nascevano i bambini. Del periodo strano degli esseri femminili. Compresi l'inutilità di alcuni uomini facenti parte della mia grande famiglia e la loro infantilità e irresponsabilità. A cinque non riusci più a giocare alle cose sciocche dei bambini che poi non erano sciocche, erano giuste per quell'età. Non ascoltavo lo Zecchino D'Oro con quelle canzonette che consideravo stupide... Ma con zia, i Rolling Stone, Beatles, Patty Pravo e Elvis Presley si andava a "manetta".
Come un fulmine a ciel sereno mi colpi il cuore e la mente quando iniziai le scuole elementari... Compresi definitivamente il mio essere diverso da tutti, il non appartenere ad un gruppo, ad una cosa globale. Mi sconvolse la certezza che i miei amichetti e le mie amichette non sapessero nulla o poco di quello che sapevo io. 
Presunzione infantile? Egocentrismo? No era semplicemente presa di coscienza, solo la maestra capì e me lo disse un giorno nell'intervallo "Paolino, non sei diverso dagli altri... Fai finta di essere piccolo come loro..." Le parole risuonavano nella mente e ne parlai con mamma la sera stessa. Lei sapeva già tutto e mi accarezzò la testa. 
Da quel giorno fui bersagliato da cose che oggi chiamano mobbing ma che in realtà sono soltanto paure e odio a volte incosciente verso chi ha quel "qualcosa in più" e che non si ha il coraggio di far uscire o proprio ne è mancante... Gli anni passavano..


Con la fine dell'adolescenza e l'entrata nel mondo degli adulti, accaddero molte cose, la maggior parte brutte che mi fecero capire il perché di quella crescita avvenuta nell'infanzia ed ebbi finalmente la certezza di essere diverso anche dai miei genitori, da mia sorella, dai parenti più stretti e che il mio compito era di soccorrerli ma che io, non c'entravo nulla con loro. Esisteva l'amore, l'affetto per mamma, sorella, parenti ed amici, ma mi sentivo lontano da loro... 
Ci sono stati anni lunghissimi fatti di dolore, fatti di sacrifici, fatti di una strada lunga e grigia, fatti di persone cattive e meschine, fatti di perdite fisiche e di sostentamento, fatti di solitudine e di lotta... 
Era questo il vero motivo della mia nascita, della mia vita, sacrificio, amore e aiuto... Tutto quello di cui avevo bisogno io ma che dovevo dare agli altri, a chi ne aveva bisogno, anche a chi non ne aveva e che mi aveva "abbandonato" e lasciato solo nel giungla del passato. 
Ma gli anni della fanciullezza hanno rinforzato lo scheletro di ferro nel mio corpo che apparentemente è ricoperto di panna e frutta e sembra docile, ma non sarà mai più così. Una vita da estraneo in mezzo a persone che amavo e che più le osservavo e più capivo che ero lì per caso o meglio per aiutarle... Ed io? Ora stanno passando gli anni e la vecchiaia si avvicina a lunghi passi ed ancora la strada è grigia con pochi lampioni ad illuminarla... E cosa ci sarà in futuro?



Sento che io, persona estranea tra un po' non lo sarò più... Chi ho amato ed odiato tornerà da dove erano arrivati, che il mio compito di cura, di sacrificio si affievolirà ed avrà compiuto il suo percorso. Sento che con la persona che mi sta accanto da quasi vent'anni e che a sua volta estranea per me non lo è mai stata, come se l'avessi aspettata in gioventù per molto tempo, arrivata poi nel momento giusto, la strada non sarà più grigia ma i colori improvvisamente appariranno anche se il tempo delle belle cose, dei divertimenti e della bellezza sarà finito da anni, però sarà il momento in cui sentirò la leggerezza, la serenità e la voglia di ricominciare. Sentimenti che non avevo o erano nascosti nell'attesa in quando allora, dovevo affrontare una vita difficile e ormai lontana.
Sento che il mare cullerà le ferite rimarginandole e finalmente tutto brillerà anche se saranno arrivati gli anni dell'inverno.
(Giampaolo)


1 commento:

  1. Questo è un'altro capitolo denso di rivelazioni ,ho apprezzato molto l'atmosfera che sei riuscito a creare . Ricordo una notte durante il militare che dormivo insieme ai commilitoni,Rimasi sveglio mentre tutti altri dormirono, provenivano da ogni parte dell’Italia tutti diversi ognuno un dialetto, classe, rango, diversi tra loro ma tutti russavano nella stessa lingua . Capita a tutti di sentirsi diversi in un modo o nell’altro, ma andiamo tutti nello stesso posto, solo che per arrivarci prendiamo strade diverse . Ognuno di noi è unico, ma non diverso nella vita, ho imparato non giudicare sbagliato ciò che non conosco, vivi la tua vita giorno per giorno, sempre rimanendo te stesso e mettendo al primo posto le persone che ami e le tue passioni... Ti auguro comunque tanta serenità

    Anche se commento poco ti leggo molto ciao Paolo

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