NEVE BIANCA, NEVE D'ARGENTO
La solitudine non è brutta, non è bella è solitudine. A volte interiore quando sei con tante persone attorno, a volte è davvero il destino della propria vita, spesso siamo noi stessi ad isolarci vuoi per carattere, vuoi per scelta.
Ho più di ottant'anni e tutta la mia vita è scivolata velocemente tra i meandri del tempo, quasi senza accorgermi di tutto questo, nonostante ora mi rendo conto che non è stata proprio così.
Il viaggio è stato lungo, l'ago della bilancia di questa mia vita si è spostato materialmente verso il basso nei dolori e nelle sofferenze, mentre spiritualmente per fortuna, questi dolori, hanno spinto questo ago verso il basso fin quasi a toccare la base, portandomi ad una conoscenza interiore enorme e speciale che solo le esperienze forti sanno fare.
Sono davanti alla finestra per guardare la neve scendere copiosa sulla panchina davanti al parco di fronte a casa mia, le mie valigie sono pronte per partire in luoghi più caldi dove passerò almeno altri sei mesi della mia vita, dove il freddo ed il buio non ci saranno... Eppure...
Eppure mi dispiace lasciare questo paesaggio ma la salute lo richiede, per me ora questa neve è d'argento come i miei capelli ed il mio cuore: brillante, bello, giovane anche se sono negli ultimi mesi o forse anni della mia esistenza.
Con la mente mi rivedo bimbo, giovinetto, ragazzo poi adulto dove la neve da piccolo era divertente, bianca, portatrice di sogni, poi crescendo con i dolori e sofferenze diventava ogni anno, d'inverno, sempre più grigia, brutta e gelida... Fastidiosa.
Da bambino correvo nel cortile della mia casa di campagna, in quello della scuola e dell'oratorio con gli amichetti, lanciandoci palle di neve o costruire buffi pupazzi di neve dove non si trovavano mai una carota per il naso e qualche buffo cappello o sciarpa per addobbarlo...
Poi da ragazzo e da adulto, la neve era diventata fredda e fastidiosa, dove per andare al liceo e poi più tardi nel tempo al lavoro, fare il tragitto si era quasi congelati e arrabbiati, tra persone che sbuffavano e inveivano contro il mal tempo.
Ricordo le automobili che ti buttavano addosso quel misto di neve scura, fango ed acqua sui vestiti, passando veloce sulla strada, incuranti di chi era sui marciapiedi e veniva sporcato tra le maledizioni imprecate.
Poi quando tutte le fatiche della prima "gioventù" erano passate, ritrovando un equilibrio con l'età che avanzava velocemente la neve bianca poi sporca, divenne argentea come le luci di gioielli antichi lavorati a mano, divenne argentea come lo ero diventato io.
Qualcuno ora mi distoglie dai pensieri e dalla visione della panchina davanti a casa che si stava coprendo di quella meravigliosa pioggia densa e candida, è ora di partire di fare il viaggio dove il sole scalderà le mie ossa malate...
Mi dispiace, mi dispiace dentro nel cuore e nella mente perché qui, nel tepore di casa, la visione fuori dalla finestra è una magia da cui non vorrei staccarmi e quel paesaggio fatato ormai fa parte di me, di come sono diventato, felicemente d'argento come una cosa preziosa.
Neve bianca, neve d'argento per sempre nella mia anima.
Giampaolo Daccoò Stella
03 dicembre 2016
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