venerdì 3 novembre 2017

SOTTO LA PIOGGIA... FINE DI UN AMORE



SOTTO LA PIOGGIA... FINE DI UN AMORE

Milano, Dicembre 1978

La pioggia battente, scendeva come cascate attorno a noi fermi in auto, in un parcheggio di fianco a dei giardini, passanti velocemente allungavano il passo verso una fermata della metropolitana poco più avanti.
Osservavo le luci abbaglianti delle auto che sfrecciavano accanto a noi, le ruote spruzzavano acqua sporca dalla strada sui marciapiedi a fianco.
Ascoltavo una canzone alla radio "Prendila così" di Lucio Battisti, sembrava che le parole della canzone stessero raccontando quello che stavamo vivendo in quel momento. 
Davanti a noi un'altra vettura e dentro una coppia.
Eravamo fermi dietro a questa ed aspettavamo Luigi che si trovava su quell'auto insieme ad una figura dai capelli lunghi e biondi, la macchina della donna con cui usciva già da un paio di anni. 
Quella sera, dopo travagliati giorni di discussioni, avevano deciso di lasciarsi mentre, ironia della sorte, nella nostra macchina attendavamo che lui ci raggiungesse, dalla radio irruppe questa canzone: stessa storia, stesse parole: il loro amore.
Gli altri due amici seduti dietro, stavano parlando di sport mentre io guardavo quelle teste nell'auto davanti che si muovevano e gesticolavano, probabilmente. discutevano sulla decisione di porre fine fine della loro storia. 
Un colpo di clacson di un autobus che passava a fianco, mi aveva quasi fatto spaventare ed in quell'attimo Luigi era sceso dall'altra macchina quasi sbattendo la portiera e velocemente era entrato nella sua mettendosi al posto di guida.
Fradicio ed arrabbiato, le gocce d'acqua scendevano sul volto ma forse erano lacrime. 
Noi tre ci eravamo subito zittiti, aspettavamo una sua parola, ne i due dietro ne io volevamo iniziare qualcosa che forse poteva dargli fastidio.
L'altra macchina in pochi secondi era scomparsa con una sgommata rabbiosa, dietro ad una via laterale, guardavo il viso di Luigi era viso pallido e tirato, il silenzio caduto tra di noi era quasi imbarazzante.
"E' finita davvero questa volta." aveva detto guardando la pioggia battente che cadeva sul vetro... 
Lo avevo osservato con la coda degli occhi, i suoi erano lucidi di pianto, la sua voce era roca, spezzata dal dolore e non convinta di ciò che stava dicendo a noi.
"Penso proprio che non poteva andare avanti così ancora per molto...Troppe differenze...". 
"Già..." gli risposi poco convinto anche io.
Ventitré anni lui e trentotto lei con due figli adolescenti... 
Ovvio che non poteva durare. 
Aveva messo in moto la sua auto, mi aspettavo un gesto rabbioso ed invece con attenzione era uscito dal parcheggio e piano aveva guidato l'auto fino alle vie periferiche della città.
Mentre eravamo quasi vicino all'autostrada, immersi nelle luci arancioni e fioche dall'umidità che saliva dall'asfalto, la pioggia aveva quasi smesso di cadere dal cielo solo Luigi ed io eravamo rimasti in silenzio.
Marco e Massimo dietro di noi, avevano iniziato a parlare fittamente e sottovoce nuovamente di sport non appena avevamo lasciato alle spalle Piazzale Corvetto. 
Luigi pur attento alla strada sembrava assorto e pallido, col viso teso ed immerso nel suo dolore, nei suoi pensieri. 
Guardavo i rigagnoli umidi scendere dal finestrino di lato, intanto una nebbiolina stava salendo sempre di più attorno a noi nel buio dell'autostrada mentre la mia mente ripensava alla sua storia che, in un certo senso, l'avevo vissuta fin dall'inizio, quando con Luigi eravamo entrati in quella galleria d'arte del centro di Milano ed avevamo conosciuto lei e una sua amica pittrice, mentre commentavano un'opera di un artista famoso.
Era iniziata poi una storia, una storia così uguale a tante altre destinate a finire non per mancanza d'amore ma, quasi sempre, per non rischiare di rompere quell'equilibrio ipocrita che gli altri pretendono da noi oppure per vigliaccheria e paura di dare una svolta alla propria vita cercando un'altra felicità.
Ma anche per un senso del dovere inutile e dannoso e peggio ancora, perché i troppi anni di diversità avrebbero causato malelingue e dita puntate contro e questo non era una cosa bella vista dagli altri.
Ma che importa il giudizio degli altri? Prendersi una responsabilità così grande ci vuole coraggio a costo di perdere i propri figli, il rispetto dei genitori e parenti, a costo di trovarsi soli ed affrontare ogni conseguenza, ma per amore si dovrebbe fare...
Ma quanti ne hanno il coraggio?
Non importa quanto si potrà soffrire ma non si deve "farlo", soprattutto per gli altri... Che tristezza infinita.
La nostra auto uscendo dal casello dell'autostrada si era immersa nella campagna nebbiosa tra le luci bianche delle auto che ci venivano incontro e dei lampioni quasi trasformati come alti e grigiastri fantasmi dalla bruma e dal buio. 
Luigi con i suoi pensieri  pieni di dolore ed amore, era deciso a cambiare pagina.

Giampaolo Daccò.

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