venerdì 15 dicembre 2017

NON HO PIU' FREDDO



"NON HO PIU' FREDDO"

"Che strano non ho più freddo, poco fa mi sembrava di congelare tra questi cartoni ed invece, i brividi che mi percuotevano dentro, sembrano scomparsi. Che sonno però forse stanotte riuscirò a dormire.
Non è molto bello riparasi da tutta questa neve sotto un portico di periferia, ma almeno qui non c'è nessuno che mi rompe le scatole, ne quelli come me, ne quelli che a tutti i costi mi vogliono portare nei dormitori dove mi fanno sentire peggio di quanto lo sono già.
Oggi in un certo senso ho avuto fortuna, due signori mi hanno offerto una merenda davvero buona, strano che non si siano infastiditi dalla mia puzza, sono giorni che non riesco a lavarmi ahahah.
La gente in quel posto, dove mi avevano portato quei signori, mi evitava ma con loro ero sicuro che non mi avrebbero cacciato da quel bellissimo locale. Va a capire le persone.
Che strano non sento più i piedi, ma forse è perché mi sto rilassando piano piano e qui fa sempre più buio e la neve più copiosa, però questa coperta e cartoni mi aiutano tanto.
Se ripenso a quattro anni fa quando mi avevano mandato via da "Casa Famiglia Serena" a Pavia dopo aver raggiunto i diciotto anni, nessuno mi aveva dato una mano a trovare lavoro o casa.
Certo il mio aspetto non è un gran che ma non sono cattivo come molti pensano, mi mancano due denti davanti e spesso sono sporco ma certo di non rompere le palle alle persone che passano.
E' facile raccogliere qualche moneta per un panino, mi siedo in qualche posto vicino a dei negozi in centro di Milano e se non mi cacciano via qualcosa raccolgo.
Una volta un gruppo di volontari mi hanno portato in un posto dove mi hanno dato dei vestiti, mi hanno lavato e dato da mangiare ma quando sono entrato nel dormitorio, mi sono messo a piangere.
Io non volevo essere come quelli che vedevo, non mi sentivo un barbone, ero uscito da qualche settimana da quella casa famiglia, dove non mi trattavano male ma non eravamo come quelli.
No, non ce la facevo stare lì, così quando i frati del posto mi hanno detto che mi avrebbero aspettato l'indomani nel pomeriggio non ero più tornato, mi faceva star male il pensiero di diventare come loro.
Eppure in un certo senso lo sono.
Che strano non sento più le gambe e le mani ma sto bene chissà come mai...
In questi quattro anni sono stato in varie parti, in altre città ma sono sempre ritornato a Milano, una volta ho lavorato nei campi per tre mesi, raccoglievo pomodori vicino ad un grande fiume ma ci pagavano una miseria e uno dei lavoratori mi aveva picchiato per il posto dove dormire.
Così me ne sono tornato qui, poi ho perso due denti dopo che due barboni mi avevano picchiato e rubato quello che avevo raccolto quel giorno... Fossi stato più alto vedevano...
Che sonno, davvero tanto... Forse perché non ho mangiato niente, non mi era mai capitato di sbadigliare così, non riesco a tenere aperti gli occhi eppure mi sento bene...
Forse dormendo riuscirò a riposarmi, anzi domani tornerò dai frati forse mi aiuteranno e chissà se ritroverò quei signori dell'altra volta.
Oh che bello mi sto addormentando al caldo finalmente."

"Si pronto centrale, sono il Brigadiere Roberto Lanciano, vi chiamo da via Giuseppe Giacone, dove c'è il passaggio sopraelevato della ferrovia. Ne abbiamo trovato un altro poco fa senza vita completamente congelato e coperto di neve... Si si era sotto una tettoia di un'officina abbandonata... Si probabilmente convinto di essere sotto qualche portico. Come?... Età? Ma forse venticinque anni più, mandate un ambulanza grazie. Buona giornata..."
"Buona giornata? E' il terzo oggi che troviamo sepolto dalla neve ed è il più giovane, brigadiere."

Gli occhi dell'appuntato guardano con tristezza quelli del suo collega ma da quello sguardo non trapela nessuna emozione, il brigadiere ha imparato da tempo a non svelare i propri sentimenti. Un lavoro duro.

"Che bello non ho più freddo ora. Che strano e quanta luce attorno a me... forse è già giorno e devo andare dai frati..."

Giampaolo Daccò


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