NON E' UNA STORIA COME LE ALTRE
sabato 26 dicembre 2020
NON E' UNA STORIA COME LE ALTRE
sabato 5 dicembre 2020
NEL TUO CUORE NON ERA AMORE
NEL TUO CUORE NON ERA AMORE
La neve cade leggera sulla strada del centro della grande metropoli, mentre poche persone camminavano veloci sui marciapiedi bagnati.
La musica nella piccola ed elegante pasticceria, inondava i tre locali in stile liberty dando un'atmosfera quasi sognante.
Poche persone erano in quel locale elegante con i camerieri in livrea bianca dai bottoni dorati, le voci gentili delle commesse che portavano dolci e caffè o cappuccini ai clienti stridevano un poco con il rumore della macchina da caffè usata dai baristi vestiti di blu scuro e dai capelli perfettamente tagliati corti.
La signora e proprietaria del locale è alla cassa e per un piccolo istante guarda la bella donna seduta al tavolino, sola con davanti una fetta di torta ed un latte caldo, la pelliccia appoggiata su una sedia a fianco. I suoi capelli lunghi e biondi incorniciano un volto da ragazzina nonostante avesse trent'anni.
Sentendo lo sguardo su di se, la donna si volta per un attimo verso la signora, che sorridendosi a vicenda, lei accenna con un leggero movimento di approvazione con la testa, come se tutto fosse perfetto.
Apparentemente.
Lei, la bellissima donna bionda è lì, davanti a lei vetrine eleganti di quella strada alla moda, sorseggiando il caldo latte ed ogni tanto si gusta un pezzo di quella torta glassata, ma i suoi occhi sono sempre rivolti verso il paesaggio fuori: ombrelli colorati, uomini e donne in giacca a vento di varie tinte, qualche taxi che passano lentamente e voci indistinte nel locale, il natale è ormai vicino. I suoi pensieri vagano in un non lontano passato quando con lui erano seduti allo stesso tavolo in una giornata come questa, fredda e bianca.
"Sei vicino a me, ma ti sento lontano". Lui stava zitto, ma gli occhi chiari di lei posati sui suoi, così scuri ed intensi pungevano il suo cuore, non sapeva che dirle. "Sono sola con te da tanto tempo, lo sento... Non ho più capito se nel tuo cuore c'è ancora amore per me".
Lui la guardava con dolore ma l'espressione del viso pareva lontana da lei anche se riusciva ad ascoltarla, dentro capiva di non amarla più, semmai l'avesse amata davvero in questi due anni, facendole perdere a lei, mesi e giorni fatti di illusioni e sogni eppure... Aveva sempre pensato di amarla davvero ma negli ultimi tempi il suo cuore non batteva più, anzi non aveva mai avuto per lei quel tuffo che si prova quando si ama la persona che si ha accanto.
"Io... Vittoria, non so più cosa dire, non so più cosa provo... Mi sei vicina ed io non so spiegare al mio cuore cosa mi lega... Mi legava a te. Scusami ma..."
Due lacrime invisibili a lui le scendevano sulle guance, aveva sentito mormorare qualcosa ancora, poi il silenzio. Aveva aspettato qualche secondo e poi si era girata dove era seduto il suo amore ma la sedia era vuota, volse lo sguardo verso l’uscita e aveva visto la signora della cassa sorriderle come dicesse “E’ tutto a posto signora, ha pagato suo marito.”
Di lui nessuna traccia, era tornata fissare il tavolino e le loro consumazioni e vicino alla tazza un biglietto, un foglietto scritto da Pietro. Lo aveva aperto e letto, poi aveva pianto silenziosamente evitando di farsi notare.
In strada poco più tardi, tra folate di vento gelido e gli soliti ombrelli colorati di persone che camminavano veloci per la strada aveva pensato a Pietro, ai suoi occhi, ai suoi abbracci nella loro casa che da oggi rimarrà vuota di lui.
Si era fermata davanti ad una vetrina di un negozio di cristalleria, guardava la sua immagine riflessa ed il pensiero era andato al foglietto trovato accanto a lei in quella bella pasticceria.
“Perdonami per non averti e saputo amare come avresti meritato. Andrò via per non farti soffrire più. Pietro - ed un fiore disegnato vicino alla firma -”
Velocemente si era avviata verso la casa di sua madre aspettando che lui avesse portato via le sue cose dal loro appartamento, intanto la neve cadeva ancora e lei durante il tragitto si era chiesta: “Perché non sei riuscito ad amarmi? Mi giravo verso di te quando eri accanto ed il mio cuore insisteva a dirmi che non mi amavi. Avevo si i dubbi se mi amavi oppure no… Ma la risposta c’era già nei tuoi occhi e perché io ho accettato tutto questo? Ma vorrei credere ad una cosa nonostante la verità che mi avevi rivelato poco fa: non saprò se mi avrai amata un attimo oppure no in questi due anni.”
Ora Vittoria ha finito la sua colazione, la neve fuori ha smesso di scendere, si alza, si avvicina all’uscita fermandosi per pagare il conto ed alla cassa la stessa signora di allora le sorride dolcemente mostrandole il conto. Prima di uscire, un uomo la stava guardando, i loro occhi si incontrano per un attimo e lui le sorride, Vittoria lo osserva per cercando di mostrare anche lei un sorriso ma subito esce da quel locale senza voltarsi.
Nessuno potrà mai sostituire quei momenti con Pietro, quell’intimità dolce che avevano trovato in quel locale, apre l’ombrello e imbocca la strada per casa.
“Ancora insiste il mio cuore che il suo non era amore, non saprò se mi hai amato oppure no”.
Giampaolo Daccò
sabato 21 novembre 2020
LA PIETRA FILOSOFALE
LA PIETRA FILOSOFALE
La
Pietra filosofale è il Sacro Graal degli alchimisti, non solo per
via del suo presunto valore, ma anche perché certe qualità della
stessa sono affini a quelle della sacra reliquia. In molti, nel corso
della storia, sono partiti alla ricerca di questa misteriosa
"pietra", ma nessuno a quanto pare è mai riuscito
nell'impresa. La ricerca della Verità è stato ed è ancora oggi lo
scopo di molti centri iniziatici. Fulcanelli, personaggio enigmatico
che potremmo identificare con Jean-Hulien Champagne (1877-1932),
scrive:
Tra i più celebri centri d'iniziazione di questo
tipo citeremo gli ordini degli Illuminati, dei Cavalieri dell'Aquila
nera, delle Due Aquile, dell'Apocalisse; i Fratelli Iniziati
dell'Asia, della Palestina, dello Zodiaco; le Società dei Fratelli
neri, degli Eletti Coëns, dei Mopsi, delle Sette-Spade, degli
Invisibili, dei Principi della Morte; e poi i Cavalieri del Cigno,
istituiti da Elia, i Cavalieri del Cane e del Gallo, i Cavalieri
della Tavola rotonda, della Genetta, del Cardo, del Bagno, della
Bestia morta, dell'Amaranto, ecc.
Non sappiamo se qualcuno
di questi centri ebbe mai successo. Alcuni grandi iniziati, come
Nicolas Flamel e il Conte di Saint-Germain, probabilmente giunsero
molto vicini alla verità, ma anche il loro nome, alla fine della
loro esistenza, venne scolpito su delle lapidi. Infatti, si dice che
la Pietra filosofale doni la vita eterna a chi la possiede, proprio
come il Graal. Tale potere era strettamente connesso a quello di
poter trasformare il semplice metallo in oro. Per fare ciò occorreva
però avere una Conoscenza assoluta delle leggi naturali.
A tale livello si poteva giungere scoprendo la Pietra filosofale, perché solo questa era (ed è) in grado di donare l'onniscienza, almeno secondo gli alchimisti e i filosofi del passato. Si tratta in pratica di un circolo vizioso, un ostacolo che nessuno, a quanto pare, è mai riuscito a superare. Un enigma apparentemente senza soluzione. Solo la Conoscenza assoluta avrebbe infatti permesso la trasmutazione del vile metallo in oro, che si credeva fosse un materiale perenne.
Così, in maniera analoga, la Pietra filosofale avrebbe donato la vita eterna all'essere mortale che ne sarebbe entrato in possesso, avrebbe trasformato la materia in spirito. Ma questa Conoscenza assoluta continuava (e continua ancora oggi) a essere preclusa all'umanità. Ciò che possiamo fare è solamente cercare di avvicinarci a essa, passo dopo passo, grado dopo grado, nei limiti delle nostre possibilità. Non tanto per il venale intento di trasformare il piombo o il mercurio in oro, piuttosto perché "fatti non fummo per vivere come bruti, ma per seguire Virtù e Conoscenza", come scrisse Dante Alighieri nel XXVI canto dell'Inferno.
L'uomo
nasce per conoscere, spinto da una naturale curiosità che è tutta
umana. Da questo punto di vista, la Pietra filosofale, così come il
Sacro Graal, smette di essere un oggetto reale, fisico e materiale,
per divenire un simbolo.
Ognuno di noi nella sua vita compie un
cammino iniziatico, chi più, chi meno; inconsciamente o con
coscienza. L'oggetto della nostra ricerca ci è pressoché oscuro,
eppure lo bramiamo ardentemente. Ciò ci rende vivi perché, come
diceva Giacomo Leopardi, ciò che è veramente piacevole è il
desiderio e non la realizzazione dello stesso.
Una delle leggi
fondamentali dell'alchimista è credere che tutto ciò che sta in
basso sia specchio di quel che si trova in alto. Troviamo scritto
questo nella Tavola di smeraldo, attribuita al leggendario Ermete
Trismegisto. In parole povere, vengono messi in rapporto tra loro il
microcosmo, cioè l'uomo, con il macrocosmo, ossia Dio. Ma,
attenzione: la divinità degli alchimisti esula dalla religione.
Si
tratta del Grande Architetto, che dirige il tutto come un direttore
d'orchestra; del creatore delle leggi naturali della vita. In
sostanza, chi conosce se stesso, conosce le regole che muovono
l'Universo. "Nosce te ipsum" (Conosci te stesso)
affermavano infatti grandi iniziati del passato come Lao-Tzu (VI
secolo a.C.) e Socrate (469-399 a.C.).
Molte persone credono di
conoscere il mondo magari senza mai essersi guardati allo specchio.
Nei nostri occhi c'è l'universo. Solo quando riusciremo a cogliere
la magia che c'è in noi, potremo iniziare il nostro cammino
iniziatico, con il fine di avvicinarci
alla
VERITA’ SUPREMA.
Il processo iniziatico, da che mondo è mondo, segue sempre le stesse regole di base:
Il neofita non conosce se stesso, non si apprezza, è un diverso, è incompleto, ma è suo desiderio elevarsi. Il rituale lo porta a morire simbolicamente, a scendere al centro della Terra, nei sotterranei del suo "io", a scoprire se stesso interiormente. In seguito torna alla luce, resuscita simbolicamente dotato di una nuova consapevolezza. In passato, tali cerimonie si svolgevano realmente, in luoghi sotterranei e suggestivi. Spesso ritroviamo tracce di questo rito ancora al giorno d'oggi.
Basti pensare alla Divina Commedia dantesca, che per l'autore (e per il lettore) è un viaggio alla scoperta del proprio "io" passando dall'Oltretomba, come già era successo a Enea, a Mitra, a Gesù Cristo, a Hiram Abif, il primo maestro della Massoneria.
La discesa negli inferi è simbolo di introspezione. Nell'oscurità della propria coscienza veniamo uccisi dalla consapevolezza per rinascere a nuova vita. Quando apprendiamo una grande verità, diciamo addio a chi eravamo per divenire un'altra persona. Questo fa parte del nostro cammino iniziatico. Ancora oggi, nei rituali massonici, il neofita viene ucciso simbolicamente in cerimonie spesso molto macabre, per poi resuscitare all'interno della loggia, pronto a iniziare la sua scalata graduale fino al 33° livello della "piramide".
Un'immagine abbastanza chiara di questo tipo di rituali ci viene fornita dalla pellicola statunitense The Skulls, di Rob Cohen, nella quale il protagonista è chiamato a far parte della misteriosa società segreta dei Teschi, che ha "sfornato" e continua a "sfornare" molti politici e presidenti statunitensi.
La
caverna è il luogo dell'apprendimento. Dante durante il suo viaggio
iniziatico nell'Oltretomba apprende numerose verità. Spesso, le
società segrete utilizzano locali sotterranei per le loro cerimonie.
Già Aristotele (384-322 a.C.) impartiva ai suoi studenti una
conoscenza esoterica (segreta), al contrario di quella che avrebbe
rivolto al pubblico (che era essoterica, cioè libera). Éliphas
Lévi, in Storia della magia, scrive:
Le grandi prove di
Menfi e di Eleusi avevano lo scopo di formare re e sacerdoti,
affidando la scienza a uomini coraggiosi e forti. Allora si scendeva
in oscuri sotterranei dove di volta in volta bisognava attraversare
ceppi accesi, corsi d'acqua rapidi e profondi, ponti mobili gettati
sugli abissi, tutto senza lasciare spegnere o lasciarsi sfuggire una
lampada di mano. Chi tremava o aveva paura non avrebbe mai rivisto la
luce; chi passava coraggiosamente attraverso tutti gli ostacoli
veniva ricevuto tra gli iniziati e iniziato ai piccoli misteri. Ma
rimaneva da provare la sua fedeltà e il suo silenzio e solo dopo
qualche anno diventava epopto, titolo che corrispondeva a quello di
adepto.
La
morte iniziatica simboleggia la trasformazione alchemica, il
passaggio dal piombo (mortale) all'oro (immortale), perché "La
Conoscenza ci rende liberi". Al contrario del massone,
l'alchimista è solo, e ciò che impara lo impara da sé, passo dopo
passo, sperimentando. Entrambi tuttavia hanno un unico obiettivo: la
Conoscenza.
Un luogo iniziatico in Italia ad esempio è
Damanhur, per alcuni una comunità, per altri una setta, fondata nel
1975 da Oberto Airaudi a 15 chilometri da Ivrea e 50 da Torino. Il
luogo principale del centro è il Tempio dell'Uomo: un luogo
sotterraneo che si estende per 70 metri in profondità. Un luogo
iniziatico, strutturato in sette ambienti diversi, di concezione
egizia, celtica e pagana in genere. "Nelle sale si eseguono riti
segreti, danze, concerti, meditazioni. Il cuore del mistero è
costituito dalla sala dell'alchimia, nella quale si mette in atto una
speciale concentrazione che permette di programmare le
reincarnazioni."
Almeno,
secondo i cittadini della comunità, ormai numerosissimi, che tra le
altre cose hanno anche una loro moneta e uno stile di vita
esemplarmente ecologico. "A Damanhur si crede realmente che gli
elementi della natura siano animati da folletti, gnomi, ondine,
salamandre, silfidi e fate da evocare con rituali adeguati." Una
delle sette sale del tempio sotterraneo, la Sala dell'Uomo, è stata
concepita per custodire, mantenere e proteggere il Graal, che secondo
la concezione damanhuriana sarebbe un ricettacolo di tutte le
energie, capace di mutare forma a seconda del momento, delle
esigenze.
Nell'eco-società di Damanhur, chi "conosce"
il Graal, conosce le leggi della magia, che avrebbero avuto origine
ancor prima degli Egizi, al tempo di Atlantide. Il Graal sarebbe la
Pietra filosofale, perché in grado di trasformare qualunque cosa in
oro, ovvero, di purificarla. Uno degli scopi del tempio sotterraneo
di Damanhur sarebbe proprio quello di permettere agli iniziati una
maggiore e migliore conoscenza del Graal, che è già in noi e
attende solo di essere svelato.
GIAMPAOLO DACCO’
lunedì 2 novembre 2020
SOLITUDINI
venerdì 23 ottobre 2020
PRELUDIO DI UN ADDIO
Preludio di un addio.
mercoledì 7 ottobre 2020
LONTANI RICORDI, NESSUN RITORNO
LONTANI RICORDI,
NESSUN RITORNO
Ospite dalla mia cara amica L. per un tè in un pomeriggio tiepido di ottobre, osservo il paesaggio fuori dalla finestra. Dalla sua villa si vede il panorama della cittadina in cui ho vissuto da ragazzo, tra le fronde di alberi spuntano il castello visconteo, l'alto campanile e la cupola della basilica, l'edificio delle suore e qualche palazzetto o villa dai toni accesi dell'ocra.
Quanto tempo è passato da quando sono andato via di qui? Venticinque, trent'anni? In un attimo mi rivedo piccolissimo al quartiere La Costa dalla nonna materna, dove con altri bambini correvamo tra i cortili collegati tra loro senza rischi di auto, biciclette, motorini, felici come non mai.
L'asilo infantile di San Rocco, con il giardino della Madonna pieno di archi di rose fiorite; poi poco più grande ecco i campi di grano attorno alla casa dello zio Peppino il quale, specie al mattino e per lavoro viaggiava nelle campagne circostanti con il suo asinello e carretto al seguito.
Poi la mia vita di ragazzino più grande era trascorsa nel quartiere del centro storico, dietro al castello dove c'erano altri bambini e cortili, soprattutto la casa della nonna paterna vicino a quella dei miei la quale per me era come il castello delle favole, e la strada che costeggiava il fiume, ci regalavano estati indimenticabili. Eravamo bambini contenti e sereni di ciò che avevamo con semplicità.
Poi di colpo arrivano altri ricordi ed è come se una nebbia tetra sta calando davanti a quel paesaggio, fortunatamente L. ritorna nel salone con tè, biscotti e marmellate. Un'ancora di salvezza da ciò che stava per arrivare prepotentemente nei miei ricordi.
L. è una donna che come me, ha dovuto affrontare un percorso difficile nella vita, dopo le nostre varie confidenze, racconti di questi anni in cui siamo stati lontani, un sorso della bevanda ambrata, qualche biscotto e foto mostratemi con volti sorridenti e paesaggi africani, ho capito che stavano arrivando delle domande difficili.
- E così se riuscito a tornare al "paesello", almeno per farmi una visita... So che quando arrivi fai la tangenziale e come un fulmine vai al camposanto, compi il tuo giro tra i tuoi cari e ritorni senza passare da nessuno. Mi dai la sensazione di essere un fantasma o qualcuno che scappa da cose che non vorrebbe ricordare... Un po' come me, ma resto ancora qui, sono troppo legata alla mia vita vissuta in questa cittadina. -
Silenzio, guardo per un attimo fuori, poi mi volto verso di lei che sorride anche se si suoi occhi tradiscono un dolore passato ed una esistenza serena, oggi. Appoggio la tazza sul piattino e le rimando il mio di sorriso anche se ho la sensazione che sia più una smorfia, L. si appoggia alla poltrona come aspettasse una confessione e porta alle labbra il tuo tè caldo.
- Non sto scappando... - mi sfugge - No L. hai ragione sto scappando da tante cose, la peggiore il vuoto che ho lasciato qui ed anche il dolore. - lei mi guarda con comprensione, sappiamo tutto delle nostre vite reciproche - Preferisco non farmi vedere, almeno per il momento, non si tratta di una vera fuga da tutto questo ma non riesco a sopportare il mio passato qui. -
- Capisco, ti capisco benissimo, ma a volte bisogna affrontare il passato e far in modo che diventi qualcosa che non faccia male. - la fisso negli occhi - E lo sto dicendo comunque anche a me stessa ,pure... - ride lei, ovvio che la frase è stata pronunciata per entrambi.
- L'ho affrontato e non so se l'ho risolto ma dentro... Dentro nel mio cuore non sento più nulla, mi dispiace; prima quando eri in cucina guardavo il panorama fuori ed ho rivisto la mia infanzia fino a sette o nove anni poi come un sogno cattivo stava scendendo la nebbia su quei ricordi e fortunatamente sei rientrata tu. Ho avuto paura di sprofondare in un altro passato terribile e tu sai... - L. annuisce ed appoggia la sua tazza vicino alla mia.
Guardo le foto delle figlie sorridenti insieme a lei ed a sua madre a cui sono molto affezionato, mi alzo in piedi e mi avvicino alla finestra, di nuovo il sole aranciato illumina la cittadina davanti ai miei occhi. Mi rigiro verso di lei guardandola negli occhi.
- Non tornerò mai più qui... Verrò solo per la solita visita ai miei dove riposano ora, ma dentro si è rotto qualcosa. Non riesco a liberarmi di un passato così lacerante, così doloroso che ai ricordi di alcuni bei momenti, arriva subito quell'ombra cattiva che li fa scomparire dietro ad un sipario, riaprendosi su altre cose, e ti giuro L. non è piacevole. -
- Lo so, ti capisco. Ho provato tutto ciò anche se in maniera diversa, a volte pure io non vorrei essere qui ma è diverso sento le radici, ho le mie figlie che amo anche se sono spesso lontana per lavoro e mi riprendo da questo posto a volte soffocante, ma non lascerei per ora tutto quello che ho. Magari un giorno potrei trasferirmi a Roma per sempre... Come tu hai fatto a Milano. -
Mi risiedo davanti a lei, assaggio ancora i deliziosi biscotti con le marmellate, mi rilasso appoggiandomi allo schienale e riprendo in mano il mio tè.
- Fin da piccolo, dalle scuole diciamo dove ho subito molte angherie e soprusi mai dimenticati, dove la mia famiglia ha subito dolori ed altro di cui non vorrei parlarne, dove in questa città ho subito anche violenze fisiche e psicologiche da bulli, dove non ho avuto occasioni di poter emergere, se non quel giorno della presentazione del mio libro e rivedere tanti volti amici ed il piacere di aver passato quel pomeriggio tra chiacchiere e saluti. Ma anche qualche giorno dopo, avevo ricevuto uno sgarbo da qualcuno qui, sempre per via della mia pubblicazione, di cui non ti posso dire nulla anche lo potrai immaginare, quando ho avuto la certezza del fatto, ho detto basta. Per me questo posto resta e resterà un capitolo chiuso, per sempre. -
- Mi dispiace che le tue cose siano andate in questo modo ma ti comprendo e trovo che siano giuste le tue decisioni... Quindi ci vedremo ogni morte di papa... - scoppiamo a ridere.
- No questo no, ne sono sicuro, confesso che con un paio di persone che reputo amiche ci siamo rivisti ma come con te è stata una cosa rara almeno fisicamente, ma non perderò mai i contatti con chi mi è stato amico ed accanto. - sorrido mentre L. mette tutto in un vassoio e torna in cucina, il mio sguardo di nuovo si apre davanti alla finestra su quel paesaggio.
Dentro non sento nulla, non sento radici, non sento legami, non vedo l'ora di fuggire, si di fuggire da qui. Credo che nonostante una persona maturi, vinca battaglie terribili, affronta e risolve problematiche tremende uscendone vincitore o magari perdente, è il passato, il proprio vissuto che non smetterà mai di rincorrerti ogni volta che si affaccia nella tua mente.
Non smetterà mai, nonostante ci siano momenti belli che riaffiorano ogni tanto, sono poi le peggiori cose quelle che si ricordano più facilmente e ti cambiano per sempre. Scopri che quello che è stato fantastico, bello, simpatico magari vissuto con amici, per te ora non lo è più e a volte non lo è mai stato ed hai finto di crederci in quei momenti per non sentire la solitudine ed il dolore dentro.
Sto lasciando la cittadina che sta scomparendo piano da lontano, sorrido pensando all'abbraccio datomi della mia amica L. ed alla promessa fatta di tornare presto per rivederci, non appena avevo lasciato la sua casa. Come per incanto l'autostrada mi porta su un rettilineo infinito sotto un cielo amaranto del tramonto, in quell'istante non vedo l'ora di tornare a casa, nella grande metropoli, dove le vie e strade sembrano tele di ragno che ti avvolgono immergendoti tra folle di persone ed auto, ma sono felice così.
Presto sarò a casa, vicino a chi amo, accanto alle mie cose, alla mia vita. Forse un giorno lontano o magari vicino, riuscirò a tornare più spesso in quella cittadina ma ora no, voglio vivere il mio presente dove non ci sono quei ricordi ed esperienze amare. dove molte opportunità mi coinvolgono e mi coinvolgeranno in futuro verso altre direzioni, dove non ci sarà quello da cui sto fuggendo.
Giampaolo Daccò
martedì 15 settembre 2020
UN MATTINO SBAGLIATO
domenica 6 settembre 2020
IL FIORE DAI PETALI D'ORO - LA STORIA DI MISTRAL
LA STORIA DI MISTRAL WIND ARTIC
giovedì 27 agosto 2020
LA VIA DELLE FARFALLE - PETALOUDES
Petaloudes