UN FIORE BIANCO
Sono passati molti anni quando nacquero a distanza di qualche tempo due fiori: uno bianco ed uno rosa. Quello rosa era dolce, tenero e amorevole. Quello bianco cresceva in bellezza, luminosità e vivacità.
Il bianco spesso si specchiava nelle acque limpide del fiume, poggiato sulla riva erbosa accanto agli altri ed al suo timido fiore rosa, fratellino di sempre e così ogni primavera.
E come tutte le primavere, spesso lo sbocciare dei fiori fa si che alcuni di loro diventino grandi, forti e luminosi e così fu stato per il fiore bianco.
Questo fiore, più passava il tempo più desiderava di essere colto, amato, coccolato, mentre sperava questo, un giorno nuvoloso e oscuro due mani forti e dure lo strapparono dal suo posto lasciando il fiore rosa triste e solitario.
Il fiore bianco credeva che quelle mani lo portassero in una bella capanna dove ci sarebbe stata la felicità ed invece si ritrovò in mezzo alla tempesta, posato in un luogo freddo e secco, dove erbe cattive lo avevano imprigionato senza capire la sua fragilità.
Da quelle mani e dai semi del fiore bianco nacquero due germogli, germogli il cui colore non aveva la luce come il fiore bianco. Ma lui amava quei germogli che col tempo si stavano trasformando in fiorellini selvatici di campo, ma la paura che le facevano quelle mani era troppo forte.
Vedeva che i suoi fiorellini non capivano il suo stato d'animo e le sue paure e per proteggerli in un giorno di tempesta, si fece trasportare via dal vento anche se avrebbe voluto portarli con se, ma non poteva, sapeva che il vento era talmente vorticoso ed avrebbe potuto distruggerli durante quel viaggio, così rimasero in quella capanna con le erbe e quelle mani dure.
Il fiore bianco purtroppo si perse nelle folate e nel corso del tempo era rimbalzato da un luogo all'altro senza mai più tornare indietro, aveva cambiato molti prati e campi ma il suo cuore era rimasto fermo ai suoi germogli in quel luogo freddo e secco, senza sapere più nulla di loro.
Così si nascose per sempre a tutti in un campo selvatico, nonostante sapesse che il suo fratellino rosa lo cercava, se lo sentiva ma non trovava la strada giusta per ritornare su quel rivo verde vicino al fiume dove lo avrebbe ritrovato.
Il fiore rosa che nel frattempo era diventato grande, forte, aveva creato con altri fiori, una famiglia amorevole piena di calore ma gli mancava quello bianco che sempre cercava ed amava.
Intanto in quel campo selvatico il fiore bianco incominciò a perdere i sui petali lucenti, petali che divennero opachi, scuri, secchi e nel giro di poco caddero sulla terra arida e il suo stelo, la sua vita finì, solitario, ripiegato su se stesso e nessuno lo trovò più.
Il lungo cercare del fiore rosa era disperato fino a che un mattino, una colomba bianca arrivò fino a lui e nel suo becco c'era uno stelo scuro e glielo posò a terra. Disperato il fiore rosa riconobbe quello bianco in quel povero stelo poggiato davanti a se.
La rugiada cadeva dai suoi petali ma erano lacrime di cristallo, le lacrime dei fiori quando provano dolore, ma era felice di averlo ritrovato per sempre e da quel giorno il suo fratello bianco rimase con loro anche se la sua anima lucente era volata tempo prima nel vento delle stelle.
Ora il cuore del fiore rosa sa che un giorno lontano nel tempo si ritroveranno nel posto dell'amore, nel luogo dove tutti i fiori belli e colorati vivranno per sempre vicini in un prato meraviglioso sotto una luce dorata, dove non ci saranno mani dure a strapparli, perché lì, in quel luogo ci sarà solo amore.
E' una favola ma nella realtà è accaduta davvero. Ti ricorderò sempre fiore bianco, nella tua fragilità, bellezza e paure, così ti ricorda ancora adesso il tuo fiore rosa. Questa fiaba, la tua storia te la dovevamo per affetto e per ricordi indelebili.
Dedicata a Gabriella e Patrizia.
Giampaolo Daccò.
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