mercoledì 2 novembre 2016

UNA NUOVA STRADA... FORSE UNA NUOVA VITA?



UNA NUOVA STRADA...
FORSE UNA NUOVA VITA?

   Da quanto tempo Pablo stava cercando una strada? La propria strada?
Forse una nuova vita? Una vita da spendere in maniera diversa da quanto aveva vissuto fin'ora?
   Si era sempre sentito dire: 
"Ognuno è artefice del proprio destino" - 
"Non esiste la fortuna se non te la crei tu" - 
"Siamo noi che provochiamo le situazioni sia negative che positive" -
e via dicendo.
   No, lui sapeva che la sua esistenza non era così, non era mai stata così, non dipendeva dalle sue scelte o almeno non sempre, ma aveva passato metà della sua vita ad occuparsi degli altri, pur non avendo scelto questo.
   Prima viveva con la nonna malata ed una zia tutta casa e chiesa, l'una gli insegnava cose prive di sensi di colpa e di libertà mentali, l'altra invece l'opposto: pregiudizi religiosi, dogmi assurdi, sensi di impotenza.
   Eppure aveva passato molti anni con loro, ma tenne per se le proprie esperienze interiori che si affinavano sempre di più, perché vivere con due donne così non era facile.
   Poi alla loro scomparsa era tornato in famiglia dai suoi, dopo poco tempo, il padre era sparito con una ventenne straniera in chissà quale posto con i loro risparmi e le loro vite distrutte.
   Poi si era ammalata di tumore la madre ed il fratello minore morì pochi anni dopo in un incidente stradale, facendo rimanere da solo Pablo.
 "Ma è questo il mio destino?"
   Pablo se lo chiedeva continuamente. Quello di amare le persone care e vederle andare via per sempre dalla propria vita?
   Poi sposò Ines, una coetanea molto carina e dolce, sperando che le perdite subite fossero colmate da questo amore dolce e unico, ma ancora il suo destino era in agguato. Ines perse tre bimbi in gravidanze difficili e nel giro di pochi anni, era caduta in una depressione che non la fece più guarire.
   Pablo la curò, aveva venduto la casa vicino a Granada per trasferirsi a Siviglia vicino all'ospedale dove era ricoverata Ines, ma ben presto lei divenne come una bambola inerte. Pablo nella sua disperazione aveva dovuto lasciarla lì per sempre.
   Dopo qualche mese era tornato a Granada e da lì per lavoro si era trasferito vicino a Barcellona, si sentiva svuotato, inerte. Ogni volta che tornava a casa ed apriva quella porta, vedeva il vuoto nelle stanze.
   Pochi amici ogni tanto, molte letture e tanta solitudine, accettò la compagnia e la convivenza di un amico, questi lo amava, gli aveva dato affetto e anche qualche notte calda, ma la strada di Pablo era diversa.
   Luis lo capì quel mattino quando aveva trovato la lettera di addio di Pablo sul tavolo, dentro c'erano scritte la sua vita, tutti i suoi dolori e le sue mancanze... Luis aveva capito, lo aveva cercato per qualche tempo ma era stato inutile. Pablo scomparve da tutti.
   Portogallo maggio, una primavera splendida, una strada fiorita e un albero in lontananza stagliato in un cielo azzurro da favola, Pablo vedeva le sue scarpe camminare leggere su quell'asfalto caldo, il vento caldo proveniente da sud, donava a lui un calore non solo sulla pelle ma anche nel cuore.
  Un tepore strano che quasi si diffondeva nel suo corpo, nella sua anima. La cartelletta con dei fogli e la piccola borsa che si portava appresso non pesavano anzi, sentiva che dentro c'erano molte soluzioni per chi aveva bisogno.
   Sono già tre anni che da quando scomparve da Barcellona, Pablo era finito in quella cittadina portoghese a due passi dall'oceano, il suo lavoro era quello di supportare i disagi psichici e fisici di persone che ne avevano bisogno.
   La piccola clinica era là davanti a lui a pochi chilometri e tutte le mattine e poi il ritorno la sera a casa, camminava a piedi verso il suo lavoro. Ora era felice.
   Aveva capito che il destino non si può cambiare ma solo modificare al meglio quelle che potevano essere le sofferenze oppure le esperienze avute, aveva compreso che la sua strada la nuova strada... Forse la sua nuova vita era lì o in qualche altro posto ma, sempre da vivere per aiutare gli altri.
   Si era fermato a poca distanza dall'albero verde sul ciglio della strada, aveva respirato l'aria a pieni polmoni, tutto il dolore per le persone perse si era affievolito e trasformato in una strana energia, energia che ora adoperava per alleviare le sofferenze altrui.
   "Ora sono felice" aveva pensato mentre stava proseguendo verso la piccola clinica, questa sera a casa lo avrebbe aspettato qualcuno, qualcuno che gli stava dedicando amore e devozione senza chiedere nulla in cambio: un cane meticcio dolcissimo dal nome buffo di Pablito.
   Il cielo chiaro illuminava l'uomo ed i suoi passi mentre nuvole bianche sopra di lui, passavano veloci verso l'oceano. Pablo aveva ritrovato una nuova strada, una nuova vita.

GpDS


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