mercoledì 19 luglio 2017

CARONA (BG) ED IL PRIMO AMORE



CARONA ED IL PRIMO AMORE



Carona (BG)

Un piccolo paese incastonato tra alte montagne, allungato sulle rive di laghetto dalle acque verdi, dove ho passato delle vacanze indimenticabili, quattro estati e un inverno immerso nel verde e nella neve, la vacanza più bella e speciale era stata quella del 1972.

29 Luglio 1972.
Era iniziata male quell'estate per la mia famiglia, la mia giovane nonna se n'era andata per sempre, papà aveva problemi con mamma e minacciavano il divorzio, io ero triste per queste due cose, ma anche contento di aver lasciato alle spalle per sempre le scuole elementari con compiti estivi e tanto altro.
I miei zii che volevano ospitarci al mare, mia sorella ogni giorno aveva un capriccio... E l'altra nonna in una clinica privata per delle cure. No non era un bel periodo ricordo eravamo tutti stanchi ed io non vedevo l'ora di partire, tant'è che la notte stessa non avevo dormito per l'agitazione.
Ci aspettavano ventotto giorni di vacanza, ma appena partiti era incominciato il brutto tempo, per strada papà continuava a lamentarsi dicendo che forse sarebbe stato meglio andare al mare dagli zii... Un viaggio infernale e zio Piero che cercava di minimizzare tutto.
Quando dopo circa due ore eravamo arrivati all'albergo appena in tempo prima che venisse sopra di noi un acquazzone, in camera guardando fuori il paesaggio, mi ero innamorato quasi subito di quella natura e di quel paese adagiato attorno ad uno specchio d'acqua verde scuro circondato da case e da piccoli spazi pieni di erba, di fiori e di alberi, l'aria era piena di profumi resinosi.
In albergo c'erano parecchi ragazzini più o meno della mia età, ero sicuro che mi sarei divertito ed avrei fatto amicizia; dall'altra parte del laghetto, c'era la la pista di pattinaggio e il bar dove si ascoltavano canzoni del juke-box, il divertimento non sarebbe mancato.
Dopo due giornate di pioggia e la decisione di papà di tornare a Milano e ripartire per il mare, mi fece star male e non capivo il perché, sarei rimasto lì nonostante non amavo molto la montagna, sembrava che qualcosa mi stesse aspettando, inoltre erano iniziate le prime amicizie meno sorvegliate dai genitori: Maurizio, Cinzia, Stefania, Massimo, Paolo, Antonio, Cosetta, Maria Rosa, Luca e molti altri.
Poi quella sera improvvisamente, era spuntato tra le nuvole scure che volavano via al soffio di un vento forte, il sole del tramonto e con il sole si era deciso di provare a rimanere. Mamma mi aveva guardato sorridente incominciando a disfare le valigie. A quel punto, felice scesi nella sala del bar dove potevo ritornare a giocare tra i nuovi amici.
Pochi istanti dopo avevo compreso il perché, istintivamente, volevo rimanere in quel posto: era arrivato per me il primo amore, un amore per il mio piccolo ed ingenuo cuore, un amore durato due anni... 
Stavo giocando a carte con Cinzia e Stefania quando la porta dell'albergo si era aperta ed era entrata quella figura che aveva catturato il mio sguardo all'istante.
Avevo sentito dentro qualcosa di strano e quando si era girata verso di me, incontrai due occhi blu come il cielo e un colpo al cuore mi aveva fatto barcollare, si era presentata a noi quella figura su cui non riuscivo a staccare gli occhi e da quel momento era entrata non solo nella compagnia, ma anche nella mia vita.
Ero spaventato, era la prima volta che sentivo un sentimento così ma  avendo avuto grandi "maestri di controllo" in famiglia, ero riuscito a mascherare tutto, ma mi ritrovavo a fantasticare a piangere e sorridere se solo, noi due potevano iniziare una storia d'amore.
Una storia d'amore? Ridevo pensando al bacio innocente dato a Cinzia due anni prima fuori dalla scuola, che sciocchezza, come potevo sapere cosa fosse l'amore, la prima e vera cotta.
Con la compagnia ed con i nostri genitori, facevamo tante passeggiate tra i monti fino ai rifugi, la comitiva era divertente, chilometri di mulattiere macinati fino a oltre i duemila metri. Su questi sentieri, fiori selvatici. Pini resinosi alti erano al nostro fianco, mentre in cima, ancora piccoli laghetti con distese di nevi e mucche al pascolo.
Nascevano altri amori nei ragazzi più adulti e li invidiavo molto, li osservavo al bar del lago, nel giardino dell'albergo, per strada, ragazzi dai capelli lunghi e pantaloni a zampa di elefante, ragazze dalle minigonne mozzafiato e tutti che si baciavano, per me stava diventando un incubo mentre vedevo vicino a me i suoi occhi.
Poi un pomeriggio eravamo rimasti soli all'ombra del giardino dell'albergo, ricorderò per sempre le sue parole, ed erano erano solo mie: "Paolo andiamo a fare una passeggiata tu ed io, magari fino alla diga?". 
Non me l'ero fatto ripetere due volte, i nostri genitori ci avevano dato il permesso, cosa vuoi che avrebbero fatto due dodicenni, così ingenui e tranquilli?
Invece della strada per la diga, avevamo preso quella che saliva verso la frazione quasi abbandonata di Pagliari, ero riuscito con la scusa del sentiero stretto e con il precipizio a fianco a stare più vicino agli occhi blu e ogni tanto sfiorare il braccio o la spalla, mi sembrava già tanto e ricordo, che desideravo baciare come i grandi.
Ci eravamo seduti poi all'ombra di un abete con le spalle contro e...
Il resto fa parte del mio ricordo personale, non voglio raccontare altro, per rispetto agli occhi blu che mi avevano fatto innamorare per la prima volta e che saranno per sempre nel mio cuore come primo amore durato per due anni , un sentimento vissuto intensamente dentro la mia anima.
Sono tantissimi anni che non ritorno più in questo paesino per me da fiaba, ma il suo ricordo resta sempre vivo perché ha segnato una parte importante della mia vita. 
Ho ritrovato alcuni degli amici di allora sul famoso sociale network ma non vi dirò se ho ritrovato anche quegli occhi blu.

Giampaolo D.

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