ACQUA MAGICA
Estate,
un tramonto infuocato era stagliato davanti a noi con una Luna, la nostra Dea Madre, nel mezzo cielo blu verso oriente.
Nonna ed io eravamo tornati da poco dai campi colorati vicino al fiume con la borsa di canapa piena di fiori, erbe e radici...
La mia nonna la "strega buona", quella che mi aveva lasciato la pesante eredità del "segno".
Non era passato tanto tempo da quando mi aveva insegnato ad usare, lavorare e creare con le erbe, profumi e pozioni "magiche".
Ma mancava ancora qualcosa al suo insegnamento: l'Acqua. L'elemento da cui nasciamo, l'elemento della nostra Dea Madre, la fonte di vita, quella che ci nutre e purifica.
Nonna aveva guardato la Luna dalla porta dell'entrata verso il cortile, dopo averla chiusa dolcemente, mi aveva guardato dicendomi: "E' ora..."
Mi aveva condotto in cucina, ci eravamo avvicinati al lavello situato sotto la finestra con le inferriate che dava verso ovest, verso il tramonto, verso il fiume ed i campi.
Mi aveva sorriso dolcemente e i suoi occhi neri brillavano in quella luce rossa, i suoi capelli scurissimi e cotonati avevano bagliori di carminio sulle ciocche raccolte.
Aveva posto una bacinella di rame sul tavolino accanto e ne aveva versato dentro dell'acqua fredda da un vaso rotondo di cristallo.
"Paolo, conta molto il non usare oggetti quadrati o comunque con angoli, vedi?... Il cerchio, la sfera amalgama bene gli elementi, non ti sei accorto che nell'acqua c'era del sale e delle gocce di arnica? La bacinella di rame è rotonda anch'essa?" annuivo affascinato dalle mosse di lei.
"Fai quello che faccio io ora visto che abbiamo posato le erbe, le radici e le foglie nei loro vasetti, nome per nome. Ecco..."
Aveva posato le palme delle mani sopra l'acqua, formulando brevi parole che mi aveva insegnato e poi le aveva immerse fino a toccare il fondo e lentamente crescendo con il movimento, le aveva fatte ruotare in senso orario e poi anti orario.
"Ora fallo anche tu, lentamente e dolcemente... Lei ha bisogno di questo..." aveva continuato tenendole immerse per un breve periodo e non appena le aveva tolte dal recipiente, aveva girato le sue mani con le palme all'insù verso il sole quasi tramontato.
"Tutto questo serve per liberare l'energia cattiva accumulata durante il giorno, a scuola, sul lavoro e in altre momenti della giornata e va sempre fatta prima ci cena o preferibilmente prima di coricarsi a letto. Le si tiene immerse per un poco, almeno cinque minuti formulando le parole che ti avevo insegnato e le palme delle mani devono rimanere aperte fino a toccare il fondo. Intanto devi pensare con la tua mente alle cose brutte della giornata e farle perdere dentro quest'acqua magica... Visto?"
Sapevo che non era solo una purificazione ma una preparazione per l'arte esoterica che già, era inculcata dentro di me fin da quando ero venuto al mondo. Era un'iniziazione alle arti esoteriche notturne.
Più tardi, dopo cena mentre nonna parlava con mamma e zia, mi ero seduto vicino alla finestra dove avevamo fatto quel rituale, il tramonto aveva lasciato posto alla notte stellata e la mezza falce bianca della Dea Madre era là, sopra di me, sopra il mio sguardo.
Ero sereno quasi felice, Lei aveva visto tutto e quasi sentivo le maree lunari dentro di me anche se ancora non ne avevo preso coscienza ma... L'astro argenteo in alto mi "proteggeva" con la sua luce riflessa e l'energia femminile che ne scaturiva avvolgendo la nostra Terra.
Avevo sorriso alla Luna come un folletto dispettoso appoggiando la testa sul braccio e subito la mia mente, aveva preso la strada della fantasia.
Giampaolo Daccò
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