domenica 26 maggio 2019

MAGIA DI UN TRAMONTO DI SETA




MAGIA IN UN TRAMONTO DI SETA

La bianca lambretta sfrecciava per le stradine scoscese di quel grande paese di mare, abbarbicato tra basse colline e la distesa d'acqua blu mentre all'orizzonte le isole Eolie facevano da cornice a quel paesaggio.
Lui che guidava il suo motorino non vedeva l'ora che fosse arrivato davanti all'ospedale dove lavorava quella ragazza di cui si era innamorato.
Il caldo dell'estate si faceva sentire ma quel venticello portato sia dal mare che dalla velocità della moto tra le strade, donavano frescura al ragazzo in jeans con la maglietta a righe bianca e blu.

"Eccola, sta uscendo ora... Oh no è con le sue amiche come faccio ora a fermarla? Sono giorni che la punto e tutte le volte c'è qualcuno con lei accidenti." il pensiero di lui si era incupito dopo varie fantasie sognate durante la strada per l'ospedale, fantasie sul come e cosa dire a quella bella ragazza mora dagli occhi intensi per conoscerla.

Proprio non sapeva come fare, non che sia sempre stato timidissimo con le altre ma questa volta era diverso: quando il cuore si mette di mezzo, ragionare è tanto difficile e poi lei era troppo bella. Sfiduciato per l'ennesima volta, stava per rimettere in moto la lambretta quando davanti a lui un'ombra gli era passata davanti.
Aveva alzato gli occhi ed aveva visto che era lei, camminava davanti a lui di spalle, la giovane lentamente prima aveva attraversato la strada da sola ed ora lo stava precedendo camminando lentamente, nel suo vestito leggero color della notte. Era un segnale?
Istintivamente aveva guardato dall'altra parte e gli era sembrato che le sue due amiche e college se la ridessero alla grande... Vuoi vedere che...

"Ci... Ciao. Scusa ma... Sono senza fiato." la voce di Tony tradiva la corsa fatta a piedi mentre la sua moto era ferma almeno trecento metri nel posto davanti all'ospedale.
Lei si era girata guardandolo negli occhi mentre lui sudando copiosamente, si era piegato con le mani sulle ginocchia ansimando, la ragazza era scoppiata improvvisamente a ridere in modo simpatico.
Tony allora aveva alzato la testa abbozzando un sorriso strano  guardandola negli occhi e si era sentito avvampare.

"Sono almeno tre settimane che ti vedo appostato davanti al cancello del Cutroni-Zodda con la tua moto ed ora per conoscermi hai fatto lo scatto di Mennea lasciandola ferma davanti al cancello?" aveva una bella voce lieve.
Lei rideva e rideva ma i suoi occhi sembravano guardarlo teneramente, così Tony aveva sorriso a lei scuotendo la testa.

"Che figuraccia vero? Non ho più fiato nonostante..."
"Nonostante tu faccia palestra e sei sportivo... Lo so."
"Lo sai?"
"Certo ti avevo già visto un giorno in palestra tempo fa anche se abbiamo orari diversi."
"Orari diversi?" aveva chiesto Tony dandosi subito dell'idiota per la sua sciocca domanda, ma lei sorrideva ancora ferma nella sua posizione, in quell'istante il ragazzo aveva compreso che quella giovane dagli occhi di fuoco aveva una simpatia per lui e forse qualcosa di più.

Più tardi passeggiavano sul marciapiede della strada che conduceva verso la casa di lei, il suo nome era Nadia. Tony portava di lato la sua lambretta, non ha voluto chiderle di farla salire per tornare a casa, magari i suoi non avrebbero approvato.
Così faticando non poco l'aveva accompagnata a piedi, tanto non erano molto lontano ma era anche un modo per avere un po' più di tempo per parlare e conoscersi e soprattutto... Sperare.

Aveva scoperto che lei era studentessa e stava facendo tirocinio nella clinica, poi col tempo avrebbe deciso cosa fare per il suo futuro. Lui invece le aveva raccontato la sua vita in poco tempo tant'è che quando si salutarono davanti al cancelletto della casa di Nadia, aveva avuto il dubbio di aver parlato troppo e magari di averla annoiata, dentro di lui la sensazione strana che mancasse qualcosa.

"Che strano Tony..."
"Cos'è strano cosa Nadia?"
"Che tu non mi abbia chiesto il numero del telefono oppure se ci potevamo vederci ancora."
Mio Dio che stupida figura, aveva pensato Tony in quel momento ma era accaduto tutto in fretta che gli sembrava fin troppo eccessivo chiederle un appuntamento nonostante lei avesse mostrato una certa simpatia.
"Usciresti con me qualche volta?" le aveva detto in un fiato.

Era già passato un anno da quella sera d'estate, due ragazzi abbracciati sulla rena davanti al mare, guardavano quel tramonto che sembrava fatto di seta, tinto un colore dorato quasi magico.
La lambretta era di fianco a loro, aveva "visto" le loro giornate ed avventure quando viaggiavano su di essa alla ricerca di posti carini da vedere, quando lui  l'accompagnava al lavoro e parlavano di progetti futuri oppure quando si vedevano con amici e tanto altro.

"Ti amo Nadia, più della mia vita."
"Ti amo anch'io zuccone." le aveva detto lei accarezzandogli il viso fresco, lo aveva chiamato così fin dal primo istante per la sua caparbietà e ambizione nel portare avanti i suoi progetti ma ne era fiera del suo ragazzo.
Il loro bacio appassionato era sovrastato da stridii di gabbiani che volavano sopra di loro e mentre il tramonto si faceva più scuro, le sagome lontane delle isole Eolie davano un senso di fatato al loro amore.

Sono passati alcuni anni, da quei giorni del primo amore. Il matrimonio, la nascita di due stupende crature hanno rinsaldato quell'amore nato in una sera d'estate, dove per l'emozione una lambretta era stata dimenticata davanti ad un cancello d'ospedale.
Tony ha dato tutto il suo amore, la sua abnegazione ed aiuto alle persone della sua vita e ne è stato ripagato riempiendogli il cuore, eppure questa sera un pizzico di nostalgia di quegli anni, gli aveva fatto aprire uno degli album di foto che aveva scattato nel corso dei primi tempi del suo amore verso Nadia.
Sapeva di essere un ottimo fotografo come suo padre, sapeva di aver scattato immagini meravigliose, molto di più di quella che ora sta nelle sue mani:
una lambretta bianca in mezzo alla spiaggia, fotografata poco prima del bacio appassionato dato alla sua donna.

Una voce all'improvviso lo fa sobbalzare.
"Amore, te la ricordi ancora quella sera?"
Nadia lo ha spiato leggera da lontano e con tenerezza vedeva la sua testa china e le dita accarezzare quella fotografia, un impulso forte dettato dal cuore, le si è avvicinata mettendo la mano sulla spalla di Tony, il quale gliela bacia con dolcezza.
Nadia si siede accanto a lui appoggiando la testa sulla spalla del marito.
"Tesoro ricordi il magnifico tramonto di quella sera? Sembrava un velo di seta dorata. Non riuscirò mai a dimenticarlo era stato in quel momento che ho sentito... No non sono le parole giuste. E' stato in quel momento che avevo capito che saresti stata tu la donna della mia vita per sempre."
Nadia alza il viso e con gli stessi occhi di fuoco di allora lo guarda nei suoi ed un bacio appassionato, sta suggellando ancora il loro intatto amore.

All'improvviso due urla alle loro spalle, li fece quasi sobbalzare e in un secondo i loro figli erano abbracciati a loro.

"Papà ce la racconti la storia della lambretta e di come hai conosciuto mamma?" gli occhi della figlia maggiore erano luminosi ed allegri.
"Ancora? Ma la conoscete già, eppoi..."
"Dai ti prego papà, ancora una volta... Oddio adoro quella lambretta, ti prego...."
Nadia sorride a Tony. 
"Su caro per una volta ancora, questa sera riviviamo tutti insieme questo ricordo, non senti il profumo del mare arrivare dalla finestra e portato dall'aria fino a noi? Sembra suggerirci di farlo."

Tony annuisce, guarda la moglie, i suoi tesori, alza la foto con la lambretta appoggiata sulla sabbia ed incomincia:

"C'era una volta..."

Story -  J.P. Dos Lerèn
Photo - Tony Milone.










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