CRISTALLO DI GHIACCIO
- Ora che farai? - aveva detto preoccupato Gianni a Luca davanti alla fermata dell'autobus, mentre la neve stava scendendo copiosa e vedeva negli occhi dell'amico un dolore indicibile, di chi ormai si era rassegnato all'inevitabile.
- Torno a casa. Cosa posso fare ancora? tutto finisce così in questo modo squallido e con la mia stupida ingenuità. -
Già cosa poteva fare ancora Luca, pensava Gianni guardando l'amico asciugarsi le lacrime e salire su quel pullman, in quell'ultima giornata dell'anno dove tutti si stavano preparando a festeggiare il Capodanno con cene e feste.
Luca era dal mattino alle nove che aspettava Morgan, lo avrebbe dovuto portare in montagna a passare la settimana bianca da questo giorno fino all'Epifania.
Era tanto che glielo aveva promesso e così, fatta la valigia dall'hinterland di Milano, aveva preso presto il primo autobus e non vedeva l'ora di partire con quell'uomo di cui si era innamorato qualche mese prima e dal quale aveva avuto tante promesse e gioie.
Alle nove era in piazzale Lodi, lui sarebbe dovuto arrivare verso le dieci, così aveva avuto tempo di aspettarlo nel bar all'angolo della piazza, dove facevano dei cappuccini buonissimi. Era così che le dieci erano arrivate quasi in un baleno.
Luca si era messo in strada nel posto dell'appuntamento, intanto aveva chiamato qualche amico per i soliti saluti, poi sarebbe stato felice ed occupato in montagna a divertirsi con chi lo avrebbe amato, forse per tutta la vita
Il tempo aveva incominciato a passare, il cellulare di Morgan a non rispondere alle chiamate o messaggi e stava iniziando la paura dentro a Luca che quell'uomo fosse successo qualcosa. Così aveva chiamato il suo amico Gianni, il quale gli aveva promesso di raggiungerlo appena poteva se nel caso Morgan non si fosse presentato.
Lavorando in un ospedale famoso, Gianni da casa sua, aveva preso informazioni se qualcuno con quel nome si era presentato in qualche clinica ma nulla. La notte di capodanno sarebbe stato di turno dopo cena e non poteva far compagnia od ospitare Luca a casa sua in quanto aveva parenti alla cena.
In Luca aveva incominciato ad insinuarsi il pensiero che Morgan si era volatilizzato senza un motivo, ma visto la telefonata passionale della sera precedente e del loro appuntamento all'indomani gli sembrava incredibile ed impossibile. Intanto era arrivato mezzogiorno, poi l'una del pomeriggio ed aveva incominciato a nevicare.
Gianni era arrivato da lui in dieci minuti, così dopo aver lasciato un messaggio al cellulare di Morgan, i due ragazzi si erano rifugiati ancora nel bar dove aveva fatto colazione ore prima Luca. Due panini, una bibita, un caffè ed intanto si erano fatte le tre, il bar chiudeva dopo poco, la sera di San Silvestro era per tutti.
Si erano ritrovati un po'infreddoliti nonostante le giacche a vento imbottite, sciarpe, scarponi ed i cappelli addosso, a camminare nella zona, mentre Luca ogni tanto inviava messaggi o telefonava a Morgan e tutto senza risposta.
- E' evidente - pensava Gianni - che quel bastardo pieno di balle, sta prendendo in giro il mio più caro amico. - non gli era mai piaciuto Morgan, quel giovane sempre vestito di tutto punto, troppo curato, troppo gentile ma sfuggente a certe domande.
- Mi dispiace averti rovinato la giornata Gianni, ma non ho avuto il coraggio di tornare a casa nonostante sto pensando che lui mi stia tirando un bidone. Avevo bisogno di averti vicino. -
- Non lascio mai una persona in panne in panne, soprattutto il mio migliore amico, tanto Marco è a casa tranquillo e sa che sono con te. Luca sai che sono sempre stato sincero con te, Morgan ha qualcosa di ambiguo, qualcosa che sfugge... - di sottecchi guardava Luca che ogni tanto controllava l'orologio e il cellulare con un viso pallido e triste. - Stasera ti avrei ospitato ma come sai ho i parenti dal sud e inizio il lavoro alle dieci... -
- Non ti preoccupare, hai fatto fin troppo per quest'idiota che hai di fronte ed ancora penso che abbia avuto un contrattempo o qualcosa di serio nella sua famiglia. -
Quale famiglia? Lui gli aveva parlato di una madre isterica, di due fratelli quasi assenti e del lavoro che lo occupava troppo, sapeva solo la zona dove abitava... Ora aveva anche dei dubbi, che stupido credeva ad ogni cosa che Morgan diceva ed ora?
- Senti Luca, dammi retta sono quasi le cinque, c'è buio e non smette di nevicare, torna a casa, ti accompagno alla fermata degli autobus e te ne ritorni al caldo, domani sera vengo da te con Marco e parliamone un po' ovviamente sempre se Morgan non si presenta, anche se ho i miei dubbi. - Luca aveva annuito ormai come sconfitto e pieno di una delusione che in quel momento gli stava strappando il cuore, intanto avevano raggiunto la piazza degli autobus.
- L'ultimo in partenza è alle diciotto e trenta Gianni, penso che... - non finisce la frase mentre vedono un ragazzo in moto avvicinarsi lentamente, non avevano avuto paura perché c'erano parecchie persone cariche di pacchi sotto la pensilina vicino a loro ad aspettare i loro mezzi. Il giovane coperto da un casco e passamontagna si ferma davanti a Luca e Gianni, se li toglie e mostra un volto giovane.
- Chi di voi due è Luca? - chiede con voce normale senza toni aggressivi o timorosi.
- Sono io e tu chi sei? - risponde prontamente Luca.
- Questo è da parte di Morgan, mi aveva detto che probabilmente ti avrei trovato qui alla fermata nel primo pomeriggio, ma sono ore che aspetto e lui mi aveva detto comunque di aspettare. Ti aveva descritto ma con quel cappello e sciarpa non ti avrei riconosciuto. Comunque questa è una busta per te da parte sua... Ciao. - e lo sconosciuto era ripartito velocemente sparendo presto alla vista.
Prima che i due potessero riprendersi dalla sorpresa per questo strano incontro, Luca rigirava la busta nelle mani e Gianni era rimasto in silenzio con un brutto presentimento.
- Non la apri? -
- Oh si scusa... E' che sono così sorpreso e anche allibito, uno che ti aspetta per ore come un messaggero e ti consegna una busta da parte di chi avrebbe dovuto stare con te, felice in un posto tra le montagne, non è un bel segno. - la voce gli tremava dal pianto in gola.
- Dai Luca per favore aprila hai ancora mezz'ora prima che arrivi l'autobus, intanto vado a fare il biglietto alla macchinetta, tu leggilo sto cavolo di messaggio poi mi dirai. -
Le mani tremanti dal freddo e dall'emozione avevano aperto la lettera, faceva fatica a leggerla mentre le lacrime avevano incominciato a scendere dal volto. Appena finito di leggere, la richiude con calma tenendola tra le dita, Gianni si stava avvicinando con in mano il biglietto di ritorno.
- Vedo che hai letto e dal viso che hai penso siano notizie sgradevoli come... - Luca stava zitto - Dimmi cosa ha scritto quel... - l'altro gli aveva dato in mano la lettera. Gianni si era messo a leggere sbiancando, al momento nella sua mente appaiono parolacce, poi rabbia e tristezza verso Luca che intanto vicino a lui teneva la valigia in mano, il suo autobus era arrivato e in dieci minuti sarebbe partito.
Lo stava accompagnando silenzioso accanto a quel suo amico disfatto dal dispiacere, mentre sta per salire sull'autobus, Gianni prende per un braccio Luca.
- Ora che farai? -
Poco dopo Gianni vede l'autobus partire tra la neve che scende ancora fin dal pomeriggio, Luca era, per lui, in salvo su quel mezzo che lo avrebbe portato a casa in mezz'ora, ma gli avrebbe telefonato non appena tornava a casa dai suoi.
In metropolitana, Gianni aveva ancora in mano quel foglio e si domandava come può essere carogna e cattiva la gente, il suo amico Luca non meritava tutto questo, seduto aveva ripreso a leggerla, ma sicuramente non avrebbe lasciato perdere questa faccenda, avrebbe ritrovato Morgan a tutti i costi, lo avrebbe fatto per l'affetto che prova per Luca:
"Luca, mi dispiace di deluderti ma non posso mantenere la promessa che ti ho fatto ieri e neanche le altre dei mesi scorsi. Vorrei dirti tante cose ma sarei bugiardo come lo sono stato fino ad ora. Non sono un tipo da relazione seria con un ragazzo come te, diciamo che sono come una farfalla che vola di fiore in fiore, e attorno a me ce ne sono tanti di bei fiori. Tu sei stato uno dei tanti anche se non sei seccato subito come tutti. Abbi cura di te non ti chiedo di perdonarmi ma di capirmi. M."
- Bastardo - aveva detto tra se Gianni mentre si era incamminato per la via di casa, le luci dei lampioni illuminavano gli alberi accanto a lui mentre all'improvviso un frammento di ghiaccio proveniente dall'alto di qualche cornicione, gli era caduto davanti ai suoi piedi. Lo aveva preso in mano, era un cristallo di ghiaccio che si stava sciogliendo piano tra le sue dita. Il pensiero era andato subito all'amico che a quest'ora era probabilmente arrivato a casa, e non appena sarebbe arrivato nella sua, gli avrebbe telefonato per sapere come stava.
Luca guardava fuori dalla finestra della sua camera, fuori il buio e la neve, cristalli di ghiaccio erano sul davanzale coprendo i ferma vasi di rame, in quel momento aveva capito che la sua storia con Morgan era come quei cristalli, si era sciolta non appena qualcosa si stava facendo di più profondo, di concreto e lui si era sciolto via scappando come un ladro.
Chiudendo le tende su quel paesaggio aveva sentito suonare il telefono e sedutosi sul letto risponde a quella chiamata.
Giampaolo Daccò
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