Sant'Angelo Lodigiano, 8 Agosto 1960
Quel mattino caldo era leggermente ventilato, una tiepida aria che attenuava la calura di quell'agosto infuocato, un raggio di sole spuntò fra le tende chiare di quella camera dalle finestre che spaziavano sul piccolo giardino vicino all'orto nel retro della casa, i muri azzurri splendevano di una luce vivida quasi irreale se non sognante ed un profumo di lavanda inondava quel silenzio ovattato, un profumo di pulito che le ricordava quando era piccola... solo qualche anno prima.
Nella sua stanza davani al grande specchio, si rimirava la figura elegante chiusa in un vestito rosa perla lucido che a mala pena copriva la rotondità del suo grembo, di chi presto avrebbe avuto una creatura, nonostante fosse ancora minorenne. Indossò con calma un leggerissimo soprabito blu notte che le copriva le spalle nude mentre una fila di perle esaltava il collo sottile ed elegante. Non poteva certo vestirsi di bianco a cinque mesi dalla gravidanza, sarebbe stato riprovevole agli occhi dei benpensanti, mentre sapeva benissimo che un'amica di livello sociale molto alto, anche lei in incinta, pochi giorni prima si era sposata in pompa magna, in lungo ed in bianco e soprattutto nella chiesa principale ma lei no, Angela no. Ha dovuto accontentarsi dell'abitino rosa elegante ma non di quello bianco e soprattutto di sposare il suo ragazzo che ancora era a militare, in una chiesa minore ma non per questo meno bella, come se aspettare un bambino fosse una cosa riprovevole.
Non le importava nulla, non era questo il problema nonostante avesse sognato quel giorno come tutte le altre ragazze, poco importa se sua madre e la futura suocera avevano contestato la scelta del parroco, quell'ingiustizia che c'era sempre stata da secoli, quella differenza odiosa che non ti fa mai sentire uguale agli altri, voleva solo che quel piccolo che portava in grembo sarebbe cresciuto in una famiglia felice, sorrise davanti allo specchio mentre si ritoccava le labbra col rossetto rosa, era un volto di bambina quello che vedeva riflesso, si toccò una guancia e mise una mano sulla testa.
I lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon con i tirabaci lungo l'ovale del viso, la facevano sembrare più donna dei suoi pochi anni, sua sorella maggiore con gli occhi lucidi la guardava seduta sulla poltrona foderata di raso a due passi da lei, osservava quella ragazzina ripensando a quando erano piccole, a quanto erano cresciute con i sacrifici della sola mamma e vederla con un trucco leggero sopra le buffe lentiggini e le labbra rosate che incorniciavano quel volto giovane, quegli occhi verdi che non si staccavano dallo specchio, ancora non riusciva a credere che quella fosse la sua Angela con cui aveva diviso una vita e tra poco se ne sarebbe andata con la sua nuova famiglia.
Sua madre entrò nella stanza dolcemente: "Angela, tesoro sei pronta? Ti aspettano tutti qui sotto, è ora di andare in chiesa e la macchina è pronta."
Angela sorrise e fece un cenno alla mamma che uscì subito, la ragazza si guardò per l'ultima volta allo specchio, non era mai stata così bella, sua sorella si alzò e l'abbracciò dicendole che l'avrebbe aspettata di sotto, capendo che lei voleva stare ancora per un attimo da sola.
Angela si avvicinò alla finestra e scostò le tende, i fiori colorati del giardinetto sembravano sorriderle, fra poco varcherà la soglia della chiesa e la sua vita cambierà per la prima volta. Un colpo leggero nella pancia la destò dai suoi pensieri e sorridendo accarezzò il ventre pieno, ancora non riusciva a credere di potersi sposare in chiesa, con il suo ragazzo davanti al Padre.
"Tesoro..." parlò col pensiero alla creatura che aveva in grembo "Ancora pochi mesi e sarai con me, fra le mie braccia... Sarai il regalo più bello della mia vita Paolo."
Si volse verso la porta e leggera uscì incontro alla nuova vita.
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