mercoledì 8 agosto 2012

LUNA MAGICA



Riccione, Agosto 1981.
Guardavo la gente che ballava, che rideva, che camminava attorno alla pista, che beveva drink al bar pieno di luci colorate, osservavo persone abbronzate, vestite leggere e colorate, ragazze con minigonne vertiginose e ragazzi con canottiere inesistenti, gente pettinata in modo stravagante con gel e cotonature improbabili, la musica un po' assordante suonava gli ultimi successi dell'estate che andava a finire, un amico mi chiese se volevo bere qualcosa, negai sorridendo e rimasi solo seduto sulle poltroncine di quella discoteca che si trovava sulle pendici collinari sopra quella città vivace. Mi alzai e uscii sul terrazzo dove il cielo stellato faceva da cupola a tutto ciò che mi circondava. Sentivo sulla pelle accaldata sotto la mia maglietta, sentivo il desiderio di prendere una boccata d'aria, e quella leggera brezza proveniente dal mare era come un tesoro trovato, respirai profondamente e volsi lo sguardo in alto, sopra di me la volta stellata del cielo si apriva infinita di mille lanterne colorate, più in basso le luci delle città di quella costa romagnola si estendevano fino all'orizzonte mentre sembravano tranciate di netto poco a destra osservando i confini scuri delle colline di Gabicce Monte. Da quel giardino sul terrazzo della discoteca, si poteva sentire il profumo della notte intorno a noi, un vago aroma penetrante di fiori e di essenze poi, d'improvviso la musica all'interno sparì non appena vidi il bianco astro salire all'orizzonte sopra il mare, incantato da quella visione, tutto ciò che era vicino a me sparì in un attimo.
Il grande cerchio luminoso si stava alzando lentamente inondando di luce argentea la distesa blu sottostante, rimasi li a fissare quello spettacolo dimenticandomi di tutto il resto, bastarono pochi minuti poi la Luna si alzò dal mare in tutta la sua bellezza, in tutta la sua pienezza, la striscia luminosa bianca che risplendeva su quella distesa scura ed infinita, era come fosse una strada che portava negli abissi fatati di un mondo sommerso, i miei occhi non lasciarono neanche per un istante quell'immagine così bella che nella mia Milano non era mai possibile vedere. Mi scosse da quel momento magico una voce alle spalle che chiamava il mio nome e voltandomi, risposi con un sorriso a due dei miei amici che allegramente mi trascinarono all'interno lamentandosi della mia orsaggine, mi ritrovai in pista a ballare fra gente scatenata, luci forti e musica allegra, Roland parlava a Franco nelle orecchie scoppiando a ridere mentre Luca guardava continuamente una ragazza scatenata in mezzo alla pista. Dopo qualche minuto mi sedetti su una poltrona in disparte, a fianco c'era Philippe che gridando per farsi sentire mi rammentava che l'indomani mattina partivamo per una gita in visita alla Rocca di San Leo e che voleva rientrare in albergo altrimenti si faceva troppo tardi. Annuii e gli dissi di aspettare ancora cinque minuti e poi noi due saremmo ritornati al nostro hotel, quindi appoggiai la testa allo schienale come fossi stanco e per non essere disturbato chiusi gli occhi, nel buio volevo ritrovare l'atmosfera di qualche minuto prima ed immediatamente quella meravigliosa immagine si fece strada nella mia mente e così mi ritrovai ancora li, davanti a lei a quella Luna infinitamente bella sul mare.

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