martedì 11 settembre 2012

Un giorno, una città, un giardino ed un amico pazzo.


Maggio 1982.
"Ma sei sicuro che siamo a Londra?" sbottai guardando in faccia l'espressione soddisfatta di Thomas come se da mesi non avesse più visto un raggio di sole, annuì con la testa, mi misi a ridere mentre camminando veloci in tuta da ginnastica avevamo accostato Wellington Road, passando vicino all'Humana Hospital. Poi girando sulla sinistra ci mettemmo a correre sulla Prince Albert Road e dopo aver percorso mezzo chilometro, prendemmo un viotolo sulla destra che passava sopra il Grand Union Canal e dopo ancora finimmo sul Circle Outer finalmente all'interno del Regent's Park.
Che meraviglia, e quanto verde, mi sono sempre stupito degli enormi parchi che le città del nord Europa possedevano al loro interno e pensavo al parco Sempione di Milano che era almeno un quinto della sua grandezza.
"E' meraviglioso qui..." dissi al mio amico mentre rallentavamo la corsa mettendoci a camminare sotto quel sole tiepido che illuminava quella vastità di verde e aiuole di fiori.
"Of course" rispose lui prendendomi per un braccio e trascinandomi verso una stradina, così ci trovammo davanti ad un piccolo chiosco di bibite, ci prendemmo dell'acqua naturale.
Poco dopo seduti su una panchina, osservavamo la gente che passeggiava per quel parco e davvero mi sentivo in paradiso.
In un italiano approssimativo Thomas mi disse "Te piacerò visitare Queen Mary's Gardens... E' little avanzare poco là." Mi venne da ridere per quell'accento buffo "Essere a sei-ziro-ziro-ziro yards da here." risi davvero e lui mi diede una sberla in testa al che gli risposi "Tommy parli l'italiano come una mucca olandese" e corsi via inseguito da lui. Più tardi sudati ed accaldati ci trovammo nell'Inner Circle e da lì potevo vedere nitidamente  il Regent College.
Davvero mi sembrava di essere in una sorta di Eden e non nel centro di Londra, passeggiavamo tranquilli mentre alcune vecchiette col cappellino portavano al guinzaglio i loro cani educatissimi, poi andando verso sud, praticamente verso la Madam Tassaud's, vidi una schiera di case disposte a semicerchio, dalla cui vista si poteva godere tutto quel verde meraviglioso. Ne rimasi incantato, mi sembrava di vedere Peter Pan volarci sopra e giuro che mi sarei aspettato una Mary Poppins scendere dall'alto col suo ombrello per aiutare qualche bambino solitario.
"Hey dreamer, look here." mi fece tornare alla realtà la voce di Tommy, sul prato verde due scoiattoli correvano verso una pianta e poco più in la un cerbiatto camminava lento sull'erba. Non ci potevo credere, dove stava il registro per avere la residenza in questo posto stupendo?
Thomas mi cinse le spalle con il braccio era un modo simpatico per farmi muovere, mi sembrava di essere una bambola imbalsamata nell'osservare il paesaggio attorno. Guardai il suo braccio sulla mia spalla, Thomas sorrise "Tu rilassare, non esserci niente di brutto se ti abbraccio.... Londra non è Italia ahahahah. Voi italians molti problemi fare."
Effettivamente mi sentivo un po' sciocco, il classico italiano pieno di pregiudizi mentre là girava di tutto, poco dopo mentre eravamo su un autobus per tornare a Carlton Hill dove abitava il mio amico, sorrisi nel vedere un ragazzo punk che baciava una ragazza addobbata come un cesto di rose, sul marciapiede davanti al semaforo dove ci eravamo fermati. Davvero in quella città nulla stupisce, non ci si deve sorprendere da quel miscuglio di umanità, l'autobus si fermo poco dopo Malborough Hospital e scendemmo avviandoci verso casa.
Avevo ancora sei giorni di vacanza e stare a Londra era il massimo, l'indomani Thomas mi avrebbe portato da suo fratello a Amersham, poco distante dalla città e avremmo passato due giorni in campagna.
"Please Tom, Friday to take me to know Aunt Betty II? (mi faresti conoscere zia Betty-la regina)" chiesi al mio amico.
"Stupìdo!" mi rispose come faceva Stanlio nelle comiche e corremmo su per le scale della sua casa, la porta si aprì prima che suonassimo e sua madre (tipica signora inglese dagli occhiali rotondi) ci sorrise sulla soglia: "Oh my God, Thomas is now a perfect Italian" disse a me guardando suo figlio mentre non appena entrato in casa lanciò le scarpe in alto, "Are you crazy Tom?" continuò lei chiudendo la porta osservando la mia faccia stupita, avrei voluto dirle che io non lancio le scarpe in casa ogni volta che rientro ma penso fosse stata una battuta quella della signora.
Tom  mi guardò con aria sinistra e con gli occhi da bischero, ed esordì con un "Want to give you a shower before me, maybe I wash first, or do together?" 
Scoppiai a ridere, sua madre nonostante avesse il sorriso sulle labbra lo fulminò "Tom!"
Ma ridendo si avvicinò a lei e l'abbracciò dicendo che era solo una battuta sul fatto che noi italiani abbiamo un po' di pregiudizi, poi spari in bagno, Betty mi guardò scuotendo la testa e tornò in cucina per preparare la cena. Mi sedetti sulla poltrona davanti alla libreria e chiusi gli occhi mentre l'immagine di Regent's Park si faceva strada davanti a me con il suo immenso verde e le sue aiuole piene di fiori.

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