31.12.2013
Questa mattina uscendo di casa, da un appartamento vicino al mio usciva un aroma buonissimo di latte e caffè, un profumo invitante che da tempo non si sentiva più, così presi dalla fretta e dal solito cappuccino e brioche al bar sotto casa.
Un ricordo improvviso e dolcissimo:
Aprii gli occhi ancora assonnati, alla voce della nonna in quel freddo sabato mattina invernale: "Bambini su su, presto svegliatevi, la colazione è pronta." Vidi la sua testa sbucare dalla porta della cameretta dove io e Francesca dormivamo caldi tra le nostre coperte.
Un profumo di biscotti sfornati e del caffè latte proveniente dalla stanza vicina, fece balzare dal letto mia sorella con la sua tutina di lana rossa e le trecce scompigliate, che corse subito in cucina mentre io sbadigliando e mettendomi seduto di fianco sul letto, cercavo ad occhi chiusi le pantofole sul tappetino.
Stiracchiandomi poi andai a raggiungere i miei cari al tavolo della prima colazione, mia sorella aveva già la bocca impiastrata di marmellata alle ciliege mentre mamma, bellissima nel suo vestito rosa con i capelli biondi raccolti in uno chignon, le puliva la bocca. Nonna mi versò il latte profumato nella tazza ed aggiunse della polvere di cioccolato e zucchero, eravamo troppo piccoli per il caffè e mi mise di fianco il piattino con i biscotti fatti da lei. Sentivo l'acquolina in bocca, erano troppo buoni ed invitanti.
Io le guardavo silenzioso, mentre intingevo quei dolci nel latte, credo che in quel momento fossi felice di avere una mamma ed una nonna fantastiche e premurose, mi accorsi che mi guardavano fisse un po' sorprese:
"Non stai bene Paolo? Sei stranamente silenzioso." disse mamma e subito di risposta nonna esclamò: "Per l'amor di Dio, Angela, goditi questi momenti d'oro, se ricomincia a parlare come una radiolina a transistor, dovremmo nuovamente prenderci dei farmaci per le orecchie!" e scoppiarono a ridere, mia sorella mi fece una linguaccia.
Risi pure io , cercavo di godermi quelle buone cose, assaporarle ed intanto finii la mia colazione, il piccolo vaso di fiori gialli posto al centro della tavola mi distolse dal guardare le tre figure vicino a me: "Mamma perché non hai messo i fiori rossi nel vaso? Starebbero meglio meglio vicino visto i tovaglioli sono rossi ed inoltre zia rosa ha detto che dovremmo passare da lei domani. Papà è gia uscit..."
"Ecco abbiamo finito di star bene, si è accesa la radio ormai." concluse la nonna "Vai a lavarti i denti nipote!" esclamò spingendomi verso la porta del bagno. Più tardi mentre mi stavo lavando, mi venne da ridere nel pensare di essere paragonato ad una radiolina, mi fermai un attimo e respirai ancora quel profumo del caffè latte che si sentiva ancora aleggiare nell'aria, davvero mi piaceva molto alzarmi al mattino con quell'aroma, era come fosse un colpo di energia per affrontare una giornata.
Ecco, ora sono qui per strada mentre ho raggiunto da poco il palazzo dove lavoro, ripensando con nostalgia di quelle mattinate così lontane, così belle. Entro nel bar a fianco, il vociare dei clienti, il rumore della macchina del caffè e i saluti dei conoscenti, hanno fatto sparire in un attimo quel ricordo, sento la mia voce dire automaticamente "Un cappuccino e brioche, grazie!" mentre mi chiedo, "Dov'è finito quell'aroma del caffè latte e il profumo dei biscotti fatti in casa?"
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