Iadi Ammasso aperto |
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Le Iadi |
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Dati osservativi (epoca J2000) |
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Costellazione | Toro |
Ascensione retta | 04h 27m : |
Declinazione | +15° 52′ : |
Distanza | 151 a.l. (46 pc) |
Magnitudine apparente (V) | 0.5: |
Dimensione apparente (V) | 330' |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Ammasso aperto |
Classe | III 3 m |
Età stimata | 625 milioni di anni |
Altre designazioni | |
Mel 25; Cr 50; C 41 | |
Categoria di ammassi aperti |
In astronomia, le Ìadi sono un celeberrimo e brillante ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro. Di fatto, rappresentano la testa dell'animale indicato dalla costellazione. Si tratta dell'ammasso aperto più vicino a noi.
Osservazione amatoriale
Il gruppo delle Iadi si distingue con grande facilità anche ad occhio nudo: nel cielo dell'inverno boreale si presenta molto alto sopra l'orizzonte e appare come un grande addensamento di stelle disposte a formare una sorta di grande "V"; la sua stella apparentemente più luminosa è la gigante rosso-arancio Aldebaran,
in realtà l'unica fra le stelle visibili in questa direzione a non
appartenere fisicamente all'ammasso, in quanto più vicina a noi. Lo
strumento più indicato in assoluto per la sua osservazione è il binocolo,
che consente di risolvere completamente l'ammasso, rivelandone tutte le
sue componenti, nonché di comprenderlo interamente nella visuale; uno
strumento più potente infatti riuscirà a mostrarne soltanto una parte
per volta, essendo quello delle Iadi un ammasso molto esteso.
Storia delle osservazioni
Il gruppo delle Iadi è noto fin dalle epoche più remote; il suo nome attuale risale però all'epoca dell'Antica Grecia, quando, attorno al 1000 a.C., fu menzionato in alcuni testi. Secondo la mitologia greca, le Iadi erano le ninfe figlie di Atlante, il titano condannato a trasportare il globo terrestre sulle sue spalle per l'eternità, ed Etra; dall'unione fra Atlante e Pleione erano nate le ninfe Pleiadi,
pertanto i due gruppi di ninfe erano sorellastre, avendo il padre in
comune. Non a caso dunque, i Greci chiamarono con questi due nomi due
ammassi di stelle posti a breve distanza l'uno dall'altro.
In epoca romana, le Iadi erano invece note come Sidus Hyantis,
le apportatrici di pioggia. In epoca contemporanea, il loro sorgere
nelle ore serali e il loro progressivo avanzamento in cielo indica,
nell'emisfero boreale, l'arrivo della fredda stagione invernale; il loro levare è anticipato dalle Pleiadi. Nell'emisfero australe,
invece, il levarsi delle Iadi coincide con l'arrivo dei grandi caldi
estivi, e rimangono visibili, in direzione nord, fino alla fine
dell'estate australe.
Caratteristiche
L'ammasso delle Iadi è il più vicino alla Terra,
ciò giustifica la sua grande visibilità e il suo aspetto meno
concentrato rispetto agli altri ammassi aperti; il suo centro si trova
infatti ad appena 151 anni luce da noi. La stella più luminosa nella direzione dell'ammasso è Aldebaran,
che però non ne fa parte (si trova a circa metà strada tra noi e
l'ammasso); senza contare Aldebaran, ci sono circa 300 stelle che sono
membri accertati o probabili dell'ammasso. La maggior parte di queste
non sono visibili ad occhio nudo, ma si mostrano bene anche in un
piccolo binocolo.
Le quattro stelle più brillanti delle Iadi sono tutte giganti rosse che hanno iniziato la loro vita come massicce stelle di classe A e sono poi evolute al di fuori della sequenza principale; si trovano tutte a pochi anni luce l'una dall'altra. I loro nomi secondo la nomenclatura di Bayer sono γ, δ, ε e θ Tauri.
Le stelle delle Iadi sono associate tra di loro, nel senso che si
stanno muovendo approssimativamente nella stessa direzione e alla stessa
velocità all'interno della Via Lattea;
apparentemente si stanno muovendo ad una velocità di circa 46 km/s
verso un punto situato alcuni gradi ad est della brillante stella Betelgeuse.
Ripercorrendo all'indietro il loro movimento, si scopre che le Iadi si
trovavano molto più vicine al Sole in un periodo stimato intorno agli
1,1 milioni di anni fa, e che le componenti dell'ammasso si trovavano
tutte all'incirca in un singolo punto 600 milioni di anni fa, un
risultato spiegato dalla teoria, comune per un ammasso aperto, che si
siano formate dalla stessa nebulosa. Questo moto comune fu dimostrato solo nel 1908 dall'astronomo Lewis Boss. Le stelle del Presepe, un altro ammasso aperto nelle vicinanze, potrebbero anch'esse essere legate all'ammasso delle Iadi.
Gran parte delle stelle delle Iadi presentano un alto tasso di metallicità e un colore tendente al giallo o all'arancione, colori tipici delle stelle di classe spettrale G o K, indice dell'età relativamente avanzata dell'ammasso, la quale è appunto stimata sui 625 milioni di anni. Al gruppo sarebbe associata anche la stella ι Horologii,
posta apparentemente a grande distanza dalle Iadi poiché molto più
vicina a noi. Le Iadi sono oggetto di studio anche per individuare
eventuali pianeti extrasolari, a causa della metallicità delle sue stelle.
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