16 Ottobre 2014
16 Ottobre 1991
Quanto possono essere importanti le date nei ricordi? Molto? Poco? In maniera insignificante oppure sono fondamentali? Eppure oggi 16 ottobre guardando il cielo ed il viale vicino a casa mia, un ricordo improvviso si fa strada nella mente.
Poco fa camminavo in questo viale coperto di foglie rosse e gialle cadute dagli ippocastani che ne seguono il corso, come giganti protettori di quella strada importante e vidi per terra ricci e castagne "matte" (come le chiamava la mia nonna materna), castagne che se le metti in un sacchettino, in borsa oppure in tasca e spesso in qualche ninnolo in casa, portano fortuna e salute.
Lodi
16 ottobre 1991, ore 11.35
"Paolo guarda due castagne matte!" la voce di Francesca mi fece distogliere lo sguardo dalla stupenda villa in uno dei viali alberati di Lodi, vedo lei chinarsi e raccoglierle porgendomene una sorridendo.
"Ecco tienila, io tengo questa, mettila in tasca della giacca porterà fortuna e salute... Basta crederci."
La guardai e sorrisi, era bellissima quel mattino di primo autunno non tanto freddo con il cielo leggermente coperto, esattamente come ora. I capelli finalmente cresciuti dopo periodi di chemioterapia, erano sulle spalle, i riflessi ramati facevano risaltare i suoi grandi occhi verdi ed il maglione rosa con camicia bianca, facevano risplendere il volto colorito pieno di lentiggini.
"Certo che oggi si sta proprio bene..." dissi prendendola per mano per attraversare quasi di corsa l'incrocio col semaforo giallo "Qualche nuvola, temperatura tiepida e questi colori, non sembra neanche autunno."
Eravamo andati a Lodi per alcuni documenti e dopo aver espletato tutte le incombenze necessarie, avevamo deciso di prenderci qualcosa di caldo e di fare una bella passeggiata in attesa del nostro autobus che ci riportasse a casa.
"Hai visto che ho corso senza fiatone?" mi disse improvvisamente, non so se il mio sguardo tradisse allora qualche segno di preoccupazione o di gioia "Bene sono contenta, vuol dire che tutto sta migliorando e che tra un po' quando tutto sarà pronto, potremo fare quella cosa..."
"Aspetta guarda là che meraviglia quel negozio d'antiquariato." cambiai discorso cercando di non pensare a quello che aveva detto poc'anzi "Vieni a vedere, ci sono quelle lampade art-noveau che mi piacciono tanto."
Sentivo che mi stava osservando e quasi le leggevo nel pensiero, ma continuavo a parlare dando notizie e pareri sui bellissimi mobili in quelle vetrine illuminate.
"Perché cambi continuamente discorso ogni volta che..."
"Non cambio discorso." dissi mentendo "Sarebbe la solita tiritera da tre anni a questa parte. Anzi io sono seccato per averci fatto aspettare tutto questo tempo. Si poteva fare tutto prima..."
Lei per un attimo si era zittita, poi la sua voce calma parlò nuovamente "Certo, ma si vede che non era il momento... No so che cosa stai dicendo e che sei arrabbiato, fossimo in altre condizioni economiche ed il viaggio a Parigi due anni fa avrebbe risolto tutto molto prima... Ma ora ci siamo e poi..."
"Poi?..." chiesi guardando l'orologio e si era fatto pure tardi, affrettammo il passo verso la fermata degli autobus.
"Beh poi abbiamo queste ora..." rispose mostrando nella mano una delle due castagne "Lo sai che portano fortuna..."
Più tardi un leggero sole spuntato da qualche nuvola grigia, illuminava il nostro pullman che si stava avviando verso casa.
Milano
16 Ottobre 2014, ore 11.35
Tornato al posto di lavoro dieci minuti fa e seduto davanti alla mia scrivania, davanti al computer mentre curiosavo tra facebook ed internet avevo visto in fotografia un viale e delle castagne e subito istintivamente guardai il calendario alla mia sinistra, 16 ottobre...
Che coincidenza, forse la fortuna di avere una memoria formidabile, forse di vivere le proprie emozioni, la propria vita intensamente anche nelle cose banali, spesso mi ritrovo a ricordare cose vissute che per alcuni sono normali ma per chi e vive sono tutt'altro.
Penso ora alle due castagne di quel giorno che sono le stesse, chiuse in una barattolo colorato a casa mia, quando lei se ne andò dodici giorni dopo, vidi in camera sua appoggiata sul comodino la castagna che avevamo colto insieme pochi giorni prima e la presi.
Ora tutte e due sono insieme ma sono sicuro che quando andrò via anch'io, gliele porterò, dicendole non appena sarà davanti ai miei occhi "Ecco le ricordi? Sono le castagne della fortuna e della salute. La tua l'avevi dimenticata tantissimo tempo fa, ma ora è di nuovo con te."
Sarà suggestione, ma in questo momento alle mie spalle dalla finestra, è spuntato un pallido sole come quello che apparve mentre eravamo sull'autobus di ritorno, l'autobus delle 12.30, proprio come ora.
Che sia un suo modo di farmi capire che lo sapeva già?
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