lunedì 23 novembre 2015

23 NOVEMBRE 1980. Una sera che non scorderò mai


Il sisma causò 2.570 morti, 8.848 feriti e circa 300 mila senzatetto. Lo Stato stanziò quasi 30 miliardi di euro, un fiume di soldi sprecato a causa di affari e malaffari per la ricostruzione: furono aperte svariate inchieste della magistratura.

23 NOVEMBRE 1980
Caserma Cadorin a Treviso.

Faceva freddo quella sera e come Caporale Capo posto di guardia, avevo appena terminato il giro del cambio delle guardie delle altane che si trovavano agli angoli della caserma. 
Eravamo rimasti in porta centrale io, un Sergente ed il Sotto Tenente di turno. Un ragazzo che era a riposo chiese di telefonare a casa. Permesso accordato, all'improvviso dopo 5 minuti lui urla... Il terremoto!
Al che vedendo il suo sguardo spaventato chiedemmo "Ma che dici..." Lui rispose che sua madre urlava dall'altra parte del telefono e poi si era sentito un botto e il nulla. 
Dopo 2 minuti incominciarono ad arrivare telefonate e dispacci dal Ministero... Capimmo tutti che la cosa era grave. 
Alcuni ragazzi che erano allo spaccio corsero in porta centrale spaventati dalle notizie del tg. Poi c'erano quelli di riposo nelle camerate che non sapevano ancora nulla e qualcuno doveva avvisarli.
Il S.Ten mandò me. Quando arrivai nelle camerate c'erano una trentina di ragazzi tutti amici, in quel periodo la caserma era quasi vuota in quanto erano al Campo di addestramento nel Pian del Cansiglio, e in caserma eravamo rimasti noi congedanti, le nuove reclute e gli incarichi speciali più qualche commilitone per vari servizi. 
Non appena dissi "Ragazzi è successo una cosa terribile al sud un terremoto devastante..." non feci in tempo a finire la frase, vidi i loro occhi (NON LI DIMENTICHERO' MAI PIU' FINO A CHE SCAMPERO') e i volti. 
Il silenzio fu per qualche secondo spaventoso e poi urla tremende e qualcuno corse travolgendomi buttandomi a terra, mi raccolse Antonio, mi ero fatto pure male... Corsero tutti allo spaccio per telefonare. Ovviamente tutti i telefoni erano fuori uso.
Tornai in Porta Centrale, il sergente mi guardò con occhi lucidi, molte vittime erano parenti di tanti ragazzi che erano sia presenti che al Campo.
I giorni che seguirono furono massacranti, noi congedanti e soprattutto noi pochi caporali dovevamo fare turni su turni per le guardie insieme ai ragazzi del nord e centro Italia non colpiti dal disastro e salutammo quelli che furono mandati nelle loro terre devastate. 
Uno di Napoli mi abbracciò piangendo mentre stava per uscire... Non trovavano più i genitori, fratelli e la fidanzata. Piansi con lui.
Quei giorni freddi di Novembre furono terribili e da ragazzo che ero mi devastarono nel cuore, NON DIMENTICHERO' mai più. 
Quando mi congedai insieme ai pochi rimasti in caserma attorno a noi c'era il vuoto... Il vuoto di chi ha perso tutto e non era lì a salutarci. 
23 novembre 1980 non sarà mai dimenticato, soprattutto da chi come me avevano vissuto quegli attimi in caserma, tra cui: Pietro, Francesco, Andrea, Claudio, Antonio, Michele ed io Giampaolo.

1 commento:

  1. Tristezza infinita..vissuto in prima persona anche se indirettamente 😪😪

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