ERA SOLO UN SOGNO
Lei è lì, dietro una colonna di un palazzo in centro a Milano, davanti al bellissimo locale dove lavora lui.
Non è molto che aspetta e sa che tra poco uscirà, non appena lo vedrà si mostrerà a lui, bellissima come mai lo è stata.
Laura era andata in crisi qualche mese prima, i figli erano cresciuti ed erano andati a studiare in due università lontane all'estero.
Edoardo suo marito, con il nuovo incarico politico ormai girava il mondo intero lasciandola sola per molto tempo.
Eppure erano, sono e saranno una coppia speciale, lei lo sa di certo, l'ha sempre saputo...
Sa di amare immensamente Edoardo da quando si erano visti trent'anni prima, quando lei appena diciannovenne, aveva conosciuto tramite amici quel bel ragazzo fresco di laurea alla Bocconi, quel giovane moro dagli occhi di fuoco e la pelle scura.
Poi il matrimonio, i due figli maschi e tanto amore tra loro, fino a quel giorno in cui lui le comunicò l'incarico avuto e sarebbe andato in viaggio per il mondo.
Laura avrebbe potuto seguirlo ma non se la sentiva di lasciare il suo lavoro di donna manager con figli da sballottare da una scuola e l'altra o lasciarli soli in qualche collegio orribile.
Così di comune accordo avevano deciso di gestire la propria coppia nel migliore modo possibile, lei sarebbe rimasta a Milano e lui in trasferta.
Fin dai primi giorni di matrimonio, avevano preso l'abitudine di fare colazione o prendere un aperitivo in quel lussuoso locale nel centro di Milano.
Non era gelosa quando le ragazze che lavoravano in quel luogo guardavano suo marito in modo strano per la sua bellezza e fascino, sapeva che Edoardo faceva girare la testa a tante ma le era sempre stato fedele e così lo era lei.
Lui adorava Sandra, la ragazza dei pasticcini perché gli ricordava Laura nei suoi vent'anni ed era rimasto un poco deluso quando se n'era andata via per lavorare in un altro prestigioso locale poco lontano.
Ci avevano scherzato su, ma Edoardo le fece notare quel bel giovanotto con gli stessi suoi occhi scuri che l'osservava sempre diventando rosso non appena Laura gli chiedeva un caffè od altro.
Infatti lei, bella, alta, bionda con gli occhi blu, Laura dimostrava più di dieci anni di meno della sua vera età, Edoardo la esibiva come un gioiello e nell'intimità nonostante tutti gli anni di matrimonio, c'era ancora passione.
Loro due erano troppo simili, uniti, complici per consentire a qualcun'altra o altro irrompere nelle loro vite.
Ma come sempre il destino a volte tende delle trappole invisibili.
Suo marito era lontano da troppo tempo, si sentivano due volte al giorno ma Laura era sola, troppo sola.
Quando Edoardo tornava a casa era sempre notte fonda oppure lei era al lavoro, Laura incominciava ad essere in crisi: lasciare il suo lavoro e seguirlo oppure accettare una situazione che si stava trascinando da almento cinque anni?
Era arrivata la fine della primavera e lei aveva preso delle settimane di riposo e non passava giorno che da sola o con qualche amica, facesse colazione nel locale dove c'era quel ragazzo appena trentenne, il ragazzo dagli occhi di fuoco come suo marito.
Non si era accorta che col tempo quegli occhi la stavano trascinando in un sogno impossibile: lui sembrava più spavaldo con lei, un cioccolatino donato in più, un sorriso dolce, una battuta, la sua calda mano che la sfiora mentre lei prende la tazza del suo caffè.
Ormai era evidente, per Laura, che tra loro era scattato qualcosa, quel qualcosa che lei aveva rifiutato con la mente e col cuore ma...
Questa mattina lui le aveva sussurrato tra decine di clienti, che faceva il doppio turno e purtroppo finiva alle venti il lavoro e le aveva strizzato l'occhio sorridendo. Era diventata rossa come una liceale a quel gesto.
Quando lei stava per uscire lui l'aveva salutata per nome "Ciao Laura..." lasciando in sospeso qualcosa, non più il solito arrivederci signora Laura.
Dalla vetrina, fuori lei aveva guardato all'interno, lui Mirko l'aveva osservata mandandole un bacio a fior di labbra.
Si era ritrovata in ufficio trafelata e spaventata, aveva sussultato quando il telefono aveva squillato:
"Cara..." era Edoardo dall'altro capo "Purtroppo tornerò a Milano domenica, non ce la faccio domani, mi dispiace lasciarti sola ancora qualche giorno..."
Prima di salutarsi lei gli aveva detto qualcosa come "Non ti preoccupare amore, Luca torna da Londra sabato, starò con nostro figlio e ti aspetteremo." mentre la sua testa era in fiamme ed il pensiero verso Mirko.
Era stato un invito quello di Mirko?
Perché Edoardo non tornava domani?
Perchè ora si sentiva sola da mettersi a piangere?
Cosa le stava succedendo?
E così nel tardo pomeriggio aveva preso la sua decisione: avrebbe aspettato Mirko fuori dal locale, era stata più forte di lei la sua delusione, rabbia con se stessa e contro suo marito.
Qualcosa mai accaduto in trent'anni.
Si era preparata con cura e davanti allo specchio c'era ora una bella ragazza dai capelli biondi ondulati, un velo di trucco per risaltare gli occhi blu, il vestito azzurro che le donava un tono luminoso della pelle, il tacco alto, il rossetto rosa carne che la rendeva molto giovane nell'aspetto, non si sarebbero accorti della differenza di età chi li avrebbe guardati.
Sapeva, lo sapeva che stava sbagliando tutto e che forse Mirko non le aveva fatto capire ciò che stava rimuginando da tutto il giorno.
Ci aveva pensato durante il tragitto a piedi da casa fino al locale, dove per strada molti uomini si giravano a guardarla, splendida nel tramonto.
Ecco ora Laura è lì nascosta dietro ad una colonna poco lontano, nessuno dovrebbe averla vista e per Mirko forse una piacevole sorpresa.
Dopo pochi minuti vede Mirko salutare all'interno i colleghi ed esce vestito elegantemente, lei prova un tuffo al cuore e mentre sta per attraversare la strada verso lui, ecco che da un'auto parcheggiata davanti scende una bellissima ragazza dai capelli lunghi e neri.
Mirko le si fa incontro l'abbraccia e la bacia sulla bocca ed in quell'istante alza gli occhi e la vede.
Vede Laura impietrita, bellissima sul marciapiede opposto, si sente sbiancare ed il cuore battere forte.
Non sa neanche lui come ha fatto ad inventare una scusa alla sua ragazza che sale in auto ad aspettarlo, mentre vede Laura fuggire verso piazza Meda.
La rincorre tra la folla stupita, riesce a raggiungerla in un attimo e fermarla con una mano sul braccio.
"Laura..."
Lei esausta si gira verso di lui con le lacrime sul volto.
"Scusa, scusami Mirko sono un'idiota... Ho pensato che.... Non dovevi vedermi e non dovevo essere lì, ma..."
Le chiude la bocca con due dita "Non dire niente Laura, io non so cosa sia successo... Il perché sei qui ora..."
Lei lo guarda triste con gli occhi blu pieni di lacrime... "Lasciami andare a casa, lascia andare via questa stupida..."
"Dio mio ho capito! E' per questa mattina..." gli occhi di lui si abbassano e le mani lasciano le braccia della donna ma tutti e due restano lì fermi in piedi.
Mirko ritrova il coraggio per parlare anche se ha fretta di tornare dall'altra.
"Laura ti avevo visto triste già da tempo, sentivo che lo eri per via di tuo marito sempre lontano, ne avevamo parlato ricordi? Allora ho provato il desiderio di farti sentire desiderata, bella, unica.. Lo sei davvero, so che non avrei dovuto farlo... Lo stup..."
Non ha terminato la frase si è accorto solo in quell'istante che Laura non era più davanti a lui inghiottita dalla folla e dalla sua vergogna, si sente un verme ma non l'aveva ingannata questa mattina, aveva voluto farla sentire bene.
I suoi passi risuonano come martellate sotto i portici mentre raggiunge l'auto della sua ragazza, sale e lei lo bacia sulla bocca con passione. Poi l'auto parte nel traffico intenso di quel martedì sera milanese.
La radio sveglia segna mezzanotte nel buio in camera, mentre Laura aveva appena finito di piangere e di darsi della sciocca tardona che voleva un'avventura con un ragazzo e di essersi sentita in colpa verso Edoardo,
"Stupida, stupida, stupida, con uno che potrebbe essere tuo figlio quasi e lui era stato solo carino con te. Stupida!"
Piano prende il suo cellulare.
"Amore stavi dormendo?" la voce calma di suo marito quasi la fa sobbalzare.
"No caro, mi ero solo appisolata un attimo in attesa della tua telefonata."
"Tesoro spero non sia stata una giornata pesante per te oggi. Io ho quasi finito il lavoro e ..."
"Pesante? No non è stata pesante, solo un poco triste senza di te..." lo interrompe pensando - stupida sono una stupida -
"Capisco amore, ora ti lascio dormire, sono stanco anche io, sono appena andato a letto e ho bisogno di riposare. Ti adoro mia Laura..."
"Anche io tesoro, ma hai una voce strana,.. Non c'è nulla dici? Va bene Edoardo, aspetto domenica quando torni. Ti amo a presto."
Appoggia il telefono sul letto accanto a lei e voltandosi sul fianco riprende a piangere.
La guglia della Madonnina del Duomo si stalgia dalla finestra dell'albergo in Piazza della Repubblica mentre Sandra sta uscendo dal bagno di quella bella camera d'albergo, Edoardo è in piedi davanti alla finestra. Lei lo abbraccia forte.
"E' l'ultima volta che ci incontriamo Sandra, io non me la sento più... Continuo a vedere gli occhi di Laura ogni volta ed ogni volta è un colpo al cuore."
Si gira verso di lei che sorride "Sapevamo entrambi che la nostra storia sarebbe stata solo una piacevole avventura fino a che uno di noi avrebbe deciso di smettere... Lo avevamo stabilito."
Lui la guarda, è così bella fin da quel giorno che l'aveva vista nel locale dove con Laura facevano colazione e si erano incontrati a Roma per caso dopo che lei se n'era andata via da quel locale.
Da quel momento nonostante Sandra fosse fidanzata e prossima a sposarsi, avevano preso a frequentarsi quando lui era in Italia facendo credere a sua moglie il contrario.
"Abbiamo... Ho sbagliato tutto... Forse farei bene a tornare a casa ora, fingendo di farle una sorpresa."
Si abbassa ed abbraccia le gambe della ragazza "Scusami Sandra, un vero uomo non si comporta così, non ti lascia sola in questa camera in piena notte per tornare dalla moglie con i sensi di colpa... Sono un..."
"Zitto!" dice lei mettendogli le dita sulla bocca "Sei un tesoro e lo sarai sempre anche se mi dispiace che sia finita, ma credo sia giusto così ho sbagliato troppo anche io, torneremo insieme a... - Milano - subito. Sarai per tutta la vita dentro di me Edoardo, sono stata bene, anche troppo".
Laura ora seduta sul divano del soggiorno sente l'ascensore fermarsi sul suo piano unico, subito dopo il campanello di casa suona e mentre lei si avvicina sente Edoardo che la chiama, un colpo al cuore e corre ad aprirgli.
Fuori dalle vetrate di quell'attico, una luna bianca illumina Milano dall'alto, mentre sulle strade in basso migliaia di luci rosse e gialle corrono per le strade della metropoli.
Giampaolo Daccò
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