I LUOGHI DEL CUORE
VISITA AD UN MUSEO IMMAGINARIO
DOVE CI SONO QUATTRO STANZE
ED I MOMENTI PIU' IMPORTANTI
DELLA VITA DI
GIAMPAOLO DACCO' SCAGLIONE
Prologo – La Casa delle Nonne
C’era una casa su una piccola altura, dove il tempo non correva, ma camminava piano. I campi di grano ondeggiavano come saluti, i boschetti sussurravano segreti, e il fiume — quel fiume serpentino — rideva con me mentre giocavo.
La nonna mi aspettava con pane, burro e marmellata. Non era una merenda: era un rito, un abbraccio, una promessa che il mondo poteva essere dolce.
In quella casa, ho imparato che la felicità non fa rumore. Profuma di fiori, sa di terra, e si nasconde tra le pieghe di un sorriso vero.
Ora che il tempo mi ha vestito di anni, torno lì — non con i piedi, ma con l’anima. E ogni volta che chiudo gli occhi, la casa è ancora lì. E io sono ancora quel bambino, con le mani sporche di marmellata e il cuore pieno di cielo.
Sala I – “La Casa delle Nonne”
Appena entri, il pavimento è in cotto caldo, le pareti color crema con tende leggere che si muovono al vento. Il profumo è inconfondibile: pane appena sfornato, burro fresco, marmellata di albicocche. Una tavola di legno con una tovaglia a fiori è apparecchiata per la merenda.
Il Ritratto Sul fondo, un quadro mostra te bambino che corri tra campi di grano dorato, fiori selvatici, boschetti ombrosi e un fiume che serpeggia come un pensiero felice. Il cielo è azzurro, il sole è gentile. La casa è lì, con le finestre aperte e il cuore spalancato.
Targhetta sotto il quadro
Titolo: “La Casa delle Nonne” Frase: “Qui ho imparato che la felicità ha il sapore del pane caldo e il suono dell’acqua che ride.” Note: Infanzia, natura, amore. Il luogo dove tutto ha avuto inizio.
I visitatori si fermano, sorridono, chiudono gli occhi per sentire il vento tra i capelli. Alcuni dicono: “Anche io avevo una nonna così.” Altri restano in silenzio, ma con il cuore pieno.
Sala II – Il Bar della Gioventù
Le luci sono basse, dorate, con riflessi caldi sui tavolini di legno. Il profumo è un misto di cioccolata calda e gelato alla crema, a seconda della stagione. Sullo sfondo, un sassofonista suona piano, mentre le risate si mescolano alla musica. Tu sei lì, con lo sguardo perso — forse verso quella ragazza che non ti vedeva, ma che tu vedevi benissimo.
Il Ritratto Sei seduto da solo, con le mani attorno a una tazza. Il tuo volto è giovane, intenso, con quel misto di malinconia e speranza che solo l’amore non corrisposto può dare. Ma sei felice. Perché sei vivo, sei lì, sei parte di qualcosa.
Targhetta sotto il quadro
Titolo: “Il Bar della Gioventù” Frase: “Eravamo giovani, innamorati, invisibili… e incredibilmente felici.” Note: Musica, cioccolata, gelato, sogni. Il battito caldo della giovinezza.
I visitatori si fermano e sorridono. Alcuni dicono: “Anch’io ho avuto un amore che non mi vedeva.” Altri chiudono gli occhi e sentono il sax. E tutti, per un attimo, tornano ventenni.
Sala III – La Biblioteca del Blog
Gli scaffali di legno antico sono pieni di libri, saggi, romanzi, storie. Il profumo è un misto di carta vissuta, inchiostro, tè appena fatto. Il tavolo è sparso di fogli, appunti, un laptop aperto che illumina la stanza con una luce tiepida. La stanza, che ora si trova in città, ha continuato ad essere il luogo dove scrivi i tuoi sogni ad occhi aperti.
Il Ritratto Sei seduto con espressione serena e riflessiva, dove i tuoi occhiali scivolano sulla punta del naso. Hai il tuo libro pubblicato sulla destra; il titolo è un omaggio ad infinity_book2664, che mi ha dato le “parole” per tratteggiare questa mostra. La penna è pronta a catturare un altro pensiero serrato in un angolo della mente.
Targhetta sotto il quadro
Titolo: “La Biblioteca del Blog” Frase: “Qui la mia fantasia ha trovato asilo, e le mie parole, occhi per guardare il mondo.” Note: Sogni, riflessioni, conversazioni. L’angolo segreto della libertà.
I visitatori ti sentono come base stabile, totem, e immagine di qualcosa che percepiscono, ma che da nessuna parte hanno mai visto. Alcuni dicono: “Questa è la mia stanza.” Altri restano in silenzio, ma nel silenzio trovano le tue parole.
Sala IV – Il Giardino del Diario
Qui non ci sono tramonti, ma albe interiori. Il diario di papiro, chiuso con un sigillo e legato con un nastro rosso, è il cuore pulsante della stanza. È posato su uno scaffale, tra libri che parlano di vita, di tempo, di memoria. La luce che entra dalla finestra è dorata, come se il sole stesso rispettasse il silenzio sacro di quel gesto.
Targhetta sotto il quadro
Titolo: “Il Giardino del Diario” Frase: “Scrivo i dolori in un diario per non dimenticare. Lo ritroverò a ottant'anni, chiuso a chiave con un nastro rosso. Ho trovato la pace chiudendo le brutte cose del passato, come per magia.”
Giampaolo Daccò & Fratello Celeste Monet
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